Skip to content

Category: tecnologie

novità e non dal mondo di domani

Philips Living Colors

Philips Living ColourPer Natale ho regalato alla signora la Philips Living Colors. In realtà il pacco è stato aperto subito, perché era il periodo dell’attesa di Caterina e dell’insonnia, per cui ho pensato che la lampada coi suoi colori avrebbe giovato alle nottate sul divano.

Per chi non lo sapesse, la Living Colors è una lampada a led che permette, in teoria, 16 milioni di colori. Dico in teoria perché l’occhio umano non è in grado di distinguerne così tanti, per cui alla fine che siano davvero così tanti o no, all’atto pratico sono meno. Però sono – diciamo – abbastanza per farne un oggetto interessante. Nella versione più evoluta (e costosa) arriva dotata di un comodo telecomando con una ghiera di selezione del colore, il tasto ON/OFF e due pulsanti per variare saturazione e luminosità del colore. A seconda del vostro umore potete quindi immergere la stanza in un blu profondo o in un rosso vivace, in un tenue rosa pallido o in un giallo paglierino, variando i parametri secondo il vostro gusto.

E’ molto divertente e non stufa mai, perché ogni stanza merita colori differenti da intonare ai mobili o all’arredamento, e perché ogni giorno i nostri stati d’animo ci chiedono colori diversi. Poi l’abbiamo spostata nella cameretta di Caterina, così a seconda delle situazioni (nanna, pappa, activity) o del suo umore possiamo donarle un colore diverso. Dopodiché penso che la metteremo su una mensola in soggiorno, con il cavo nascosto, perché è anche un bell’oggetto da vedere. Io ho preso la versione trasparente, esiste anche col vetro fumé. Dico “col cavo nascosto” perché il vero punto dolente è proprio quello. Se e quando faranno davvero l’elettricità wireless saremo tutti più contenti 🙂

Ne esiste anche una versione mini, con la scocca in plastica lucida non trasparente e priva del telecomando, che però secondo me è la vera commodity: sei sul divano immerso nella tua luce arancione mentre sorseggi un brandy e ascolti del jazz; alla radio cambia la programmazione e mettono del lounge, che fai? ti alzi per cambiare colore o premi un tasto sul telecomando? 😉

Edit: esiste anche una modalità “auto”. premendo il tasto accensione per 5 secondi la lampada parte a variare continuamente tutti i colori disponibili, in un loop che durerà credo 3 minuti. Molto psichedelica e molto rilassante

(per finire, un ringraziamento a Federico che me l’ha fatta scoprire su FriendFeed giusto in tempo per cavarmi d’impiccio dal fatidico “e quest’anno cosa le regalo a Natale?” 🙂 )

11 Comments

Asus EEEpc 901Go

Ormai da più di un mese mi sono regalato l’oggettino in questione, e ne sono soddisfatto. Ho aspettato a lungo prima di lanciarmi in negozio, benché puntassi da un bel po’ a un netbook, perché per un verso o per l’altro a tutti mancava qualcosa; il 901Go invece ha tutto quel che mi serve, tranne forse il bluetooth di cui ho sentito la mancanza solo una volta da quando lo uso.

Innanzitutto è piccolo e leggero, così me lo posso portare veramente sempre nello zaino. Certo, ho dovuto togliere qualcosa, non per questioni di spazio ma di peso, ma sostanzialmente erano cose inutili. Al pc invece non rinuncio. In secondo luogo si accende veramente molto in fretta, specie se si lascia l’XP preinstallato, non si modifica il BIOS e si accede all’account automaticamente. Terzo e fondamentale assunto è che ha il modem 3G integrato, ovvero ci infilate una SIM, accendete e navigate. E quella era l’esigenza principale, visto che l’utilizzo tipico è “devo aspettare qualcuno o qualcosa e per i prossimi dieci minuti non so cosa fare: accendo e leggo la posta o lavoro un po’ o leggo i feed”.

Fatta questa premessa non vi tedierò con una recensione sull’oggetto in sè e per sè, perché ce ne sono veramente tante in giro. Vi dirò che sono sempre più convinto di aver fatto bene i conti e che vale i soldi che ho speso. L’ho preso marchiato TIM in negozio (ma gli adesivi vengono via MOOOOLTO facilmente 😉 ) e ho optato per la formula “PC e 100 ore di navigazione per 24 mesi” al costo di 35 euro al mese.
35 euro per 24 mesi fa 840 euro. il pc da solo costerebbe 399, quindi due anni di connessione li pago 441 euro, oppure se vogliamo 18,375 al mese contro i 20 che costerebbe l’offerta singolarmente. E poi si sa, sono genovese e amo le rate 😀

100 ore di navigazione al mese sono praticamente tre ore al giorno, e considerando che alcuni giorni proprio non lo accendo per me si traduce in un “posso usarlo quando mi pare senza preoccupazioni”. A voler essere precisi non sono 100 ore, ma 400 scatti da 15 minuti l’uno, il che significa che se mi collego e dopo un secondo cade la connessione mi sono bruciato un quarto d’ora. E’ una cosa che tuttavia mi è successa solo in treno attraversando pianure nelle quali la copertura poteva essere scarsa. La tratta Genova-Milano, escluse le gallerie, l’ho fatta tutta in una unica connessione.
Da questo punto di vista sarebbe addirittura preferibile la tariffa a secondi effettivi Tre.Dati Time, ma ho deciso di avere un unico fornitore di SIM. Se volete, comunque, mi dicono che il modem integrato non è bloccato in nessun modo, per cui inserite la vostra USIM della Tre (o Vodafone, o Wind) e navigate.

eeebuntu su eeepc901go

Già che c’ero ne ho approfittato per installare EEEbuntu sulla SD card, grazie al supporto del forum di eeepc.it. L’installazione su SD mi permette di decidere all’avvio quale sistema operativo usare (anzi, addirittura io cerco il modo di farlo decidere semplicemente tramite la presenza o meno della SD, e prima o poi ci riuscirò), e XP non lo tolgo per due motivi: il primo è che può sempre servire, in giro, e che non so quanto la signora si trovi spaesata con linux (ma anche io non sono un genio del pinguino). Il secondo è che ancora non ho provato una utility decente per la connessione 3G da ubuntu, e quindi mi fa comodo il software di controllo coi contatori fornito dalla TIM su XP.

La tastiera dell’oggetto è piccolina, ma ci si fa l’abitudine a patto di non voler strafare. Alcuni tasti forse sono un po’ piccoli, diciamo che non ci scriverei un romanzo, ma per l’uso che ne ho in testa va benissimo. Lo schermo è quel che è, un 1024×600, e soffro un po’ la mancanza di lunghezza verticale abituato come sono a 1280×1024. Spesso mi trovo a impostare Firefox a schermo intero per recuperare spazio, oppure a usare Chrome che in questo è il re incontrastato.

In sostanza adesso ho veramente, e finalmente, internet pervasivo. Tra fissi, notebook, netbook e cellulare non c’è praticamente un luogo in cui non possa presenziare alla mia posta elettronica 🙂

6 Comments

Il mio nuovo compagno di letto

cuscino TEMPURNon è Solimano, e non ho neppure cambiato moglie, o peggio ancora. Mi sono comprato un cuscino della Tempur 🙂

Per chi non lo sapesse, la Tempur è un’azienda milanese specializzata in accessori per il sonno, famosa più che altro per cuscini e materassi, ma che ha a catalogo anche altri materiali quali reti o l’onnipresente sostegno per il collo per dormire da seduti (in aereo o in casa).
Io non soffro di dolori cervicali, non in modo continuativo, ma da tempo sentivo l’esigenza di un cuscino decente. La mia signora ne ha già uno, quindi ho avuto modo di verificare che con lei ha funzionato e mi sono deciso per l’investimento; “investimento” non è una parola messa lì a caso, garantito, ma almeno per il momento devo dire che ne è valsa la pena. Ho comprato il modello “cervicale classic” anche se, come detto, non avevo bisogno proprio di quello, ma se andate in un negozio serio vi devono far provare una cosa su cui passerete otto delle ore di tutti i vostri giorni, per cui ho verificato che il guanciale classico mi soddisfaceva meno.

La particolarità dei prodotti TEMPUR è il materiale di cui sono composti, una specie di spugna rigida che si modella in base a pressione e calore. È un materiale di derivazione aerospaziale, da qui l’elevato costo, che si presenta abbastanza rigido al tatto. Certo, facendo pressione un po’ cede, ma ad esempio colpirlo non serve a niente. Invece appoggiarci la testa provoca una sensazione di sconcerto nei primi istanti, dopodiché la testa inizia ad affondare fino a trovare la giusta posizione. Per questo motivo il mio rammarico più grande è quello di dover evitare di lanciarmi sul letto (cosa che mi dà sempre una certa soddisfazione) per evitare di dare una testata sul cuscino in modalità “legno”. Da ora in poi dovrò fare attenzione a planare dolcemente sul guanciale 🙂

Ah, e ovviamente il pensiero mio e della signora va già al nostro prossimo materasso, che non potrà assolutamente NON essere Tempur. So per certo che fanno dei finanziamenti appositi per l’acquisto, ma la qualità della vita che vivete di giorno è fortemente condizionata da quella che vivete di notte. Dormire meglio può anche significare dormire meno, sicuramente significa affrontare il giorno con forze diverse!

10 Comments

recensione Dvico Tvix 6500A

tvix_6500a

Uno dei primi acquisti fatti con i soldi della moto è stato un lettore multimediale da tavolo, da collegare alla TV per mandare in pensione l’obsoleto BOGHE 100, che comunque ha sempre fatto il suo mestiere abbastanza bene. Dopo aver cercato in lungo e in largo e aver letto centinaia di pagine di forum dedicati (Mantellini mi senti? 🙂 ) ho optato per la casa coreana DVICO, che mi sembrava offrire il miglior compromesso qualità / prezzo.

L’esigenza era quella di avere un box abbastanza piccolo, elegante e dotato di un numero di ingressi decente, con uscita HDMI e audio e Wi-Fi in modo da immagazzinare film e telefilm e possibilmente anche musica e foto e fare streaming. L’ideale sarebbe stato anche se avesse avuto il time-shift (cioè la possibilità di mettere in pausa la televisione “live” e iniziare a registrare all’istante per riprendere poi la visione), ma è una di quelle funzioni che – ho idea – poi non si usa. Considerando che la TV la guardiamo veramente poco, tutto sommato ho rinunciato a questa funzione senza troppi rammarichi.
Il modello Tvix 6500A si presenta come un box di colore nero di 18 x 13 x 7,5 centimetri di lato, con un display a cristalli liquidi molto ampio sul davanti (sebbene supporti solo 7 caratteri ha lo scrolling orizzontale) e una pulsantiera rotonda luminosa pressoché inutile, vista la presenza di un comodo telecomando. Viene venduto normalmente privo di hard disk, per cui dovrete dotarvi di HD interno con connettore SATA, io ci ho messo dentro un 750Gb ma non so dirvi se sia facile da montare o no, poiché ha fatto tutto lo store dove l’ho ordinato (l’olandese divxplayer.nl, per la precisione; ordinato venerdì ore 16, consegnato martedì ore 11). Per i maniaci della precisione, l’ho preso lì perché al contrario degli store italiani, c’è la dichiarazione netta e precisa che si tratta di modello v2. I modelli v1 soffrivano di problemi tali da aver indotto la DVICO alla sostituzione gratuita.

Tramite il chipset Sigma SMP8635 è in grado di riprodurre pressoché qualsiasi cosa fino a una risoluzione fullHD di 1920×1080 progressivi. E con “pressoché qualsiasi cosa” intendo: i classici avi, windows media video, mpg, mp4, asf, tp, trp, ts, m2ts, i meno classici mkv e anche l’inusuale mov codificato in H264. Inoltre legge in modo nativo i file vob e i .iso, il che significa che se fate il rip di un dvd e ce lo mettete dentro, lo vedrete esattamente come se fosse in un lettore dvd, con tanto di menu, capitoli e contenuti speciali. Tralascio il fronte audio perché è altrettanto completo (anche FLAC) e il fatto che ci si può attaccare direttamente le videocamere HDV e AVCHD, e mi soffermo sulle connessioni per i dati: ha una porta ethernet, due porte USB host (dove attaccare chiavette) e una porta USB target che lo trasforma in disco USB. Significa che lo potete attaccare al computer, che lo vedrà come un normale disco esterno, e trasferire file alla velocità dell’USB 2.0. Il Wi-Fi invece non è integrato nell’oggetto, ci vuole una chiavetta. Mi sentirei di dire “una qualsiasi”, ma la DVICO stessa ne consiglia una serie sul suo sito. Divxplayer.nl comunque è in grado di metterne una sicuramente funzionante nel pacchetto, una Linksys. L’altro apparecchio opzionale è il ricevitore per il digitale terrestre, ma avendolo integrato nella TV non me ne sono preoccupato.
Sul fronte cavi, l’apparecchio esce con una HDMI 1.3, un component, una super-video e un video composito. L’audio esce in coassiale o digitale ottico.

Il menu del 6500A

Non si può dire che l’apparecchio sia completamente silenzioso, all’accensione il sibilo si sente, ma considerando l’uso che se ne fa (guardare film, magari fracassoni) la cosa è sopportabile e anzi durante la proiezione non ci si fa caso Il sistema è dotato della rilevazione della temperatura ed è in grado di variare la velocità della ventola in funzione della quantità di calore da dissipare, quindi la rumorosità è anche legata a dove andrete ad installare il Tvix. L’installazione è banale, alla prima accensione il sistema formatta il disco e poi entra in modalità “primo setup”, mentre il tempo di boot in condizioni normali non è proprio velocissimo: la sua quarantina di secondi ce li mette tutti.
I menu sono disponibili anche in lingua italiana, il che facilita abbastanza la gestione della cosa. L’interfaccia è molto elegante e curata, ci sono quattrocinque icone principali: video, audio, foto (televisione digitale, se è inserita la chiavetta apposita) e setup. Vale la pena di spendere due parole per il setup, che non è stato brillante perché molte delle spiegazioni sono nelle FAQ o sui vari forum per la rete, e non dove dovrebbero essere (ovvero sul manuale).

  • il DVICO Tvix 6500A NON supporta le reti Wi-Fi criptate in WPA. Mi scoccia molto, ma è così: ho dovuto far tornare tutta la rete in WEP (anche se avrei potuto smanettare con i due router e usarne solo uno per il DVICO, ma non avevo voglia). O WEP, o nessuna crittografia.
  • l’accesso via FTP (si, monta nativamente un server ftp) si può fare con client che non effettuano connessioni multiple. Filezilla è addirittura sconsigliato dalla DVICO per incompatibilità. Sono sicuro che un modo si può anche trovare, ma non voglio cambiare le impostazioni e andare bene sul Tvix e male in tutti i miei siti, per cui mi sono adeguato con l’orrido ma consigliato CoreFTP
  • da Windows Vista gli share di rete \\indirizzoIPdelTvix non funzionano, ma comunque ho letto che non sono certamente più veloci dell’FTP, per cui poco male. con una modifica al registro di sistema funzionano anche da Vista.
  • l’utility per condividere le cartelle di un PC è quantomeno macchinosa. La parte su PC è banale, si installa il programma e si hanno quattro “slot” chiamati tvixhd1, 2, 3 e 4 e per ognuno si può sfogliare il contenuto del PC e scegliere una cartella. Sul Tvix, nella sezione dei dischi di rete, bisogna lasciare il nome tvixhd1, eccetera, pena il non funzionamento del tutto. In sostanza quei nomi funzionano da puntatori, si seleziona solo l’IP del computer dove stanno i file e in txivhd1 si ritroverà quel che si è associato a tvixhd1 sul PC. Naturalmente si può installare l’utility anche su un altro PC, con le stesse modalità, e basterà cambiare IP a uno dei quattro “dischi virtuali” per sfogliare il relativo contenuto.
  • i “dischi virtuali” possono usare il protocollo SAMBA oppure NFS. Con Samba non ci sarebbe bisogno dell’utility di cui sopra, ma le prestazioni sono decisamente migliori con NFS
  • Per via di questo fatto, ho montato come unità di rete una cartella del NAS, e l’ho condivisa tramite TvixNetShare, per cui in sostanza dal Tvix posso fare streaming dal NAS, a patto che il PC sia acceso. I dati fanno questo giro NAS -> PC -> Tvix -> Televisione e non noto rallentamenti di sorta, nemmeno con Divx da 720p. [update: in realtà ho provato anche la via diretta Tvix -> NAS via protocollo samba. non è velocissimo ma è accettabile. lo streaming lo fa…]


Direi che sono soddisfatto del mio acquisto, soprattutto dopo averlo collegato al Tivoli Model Two. Considerando che di sera si uscirà meno, da tra poco in poi, credo ne valesse la pena.

24 Comments

Sanno tutto di te

Ieri sera mentre eravamo in pizzeria ho avuto bisogno di consultare le previsioni del tempo per il weekend. Ho preso il cellulare, aperto OperaMini e ho richiamato il mitico Foreca.com, che magari non sarà proprio precisissimo per la Liguria, ma insomma è un’isituzione; per la liguria le previsioni migliori sono quelle dell’Arpal, se proprio vogliamo essere precisi, ma figuratevi come si può vedere il loro vecchio sito a frame sul W760i

Foreca, che invece è un sito aVVanti, mi reindirizza automaticamente a foreca.mobi, e mi conferma l’ottima opinione che ho del servizio. C’è però un particolare: mi segnala il tempo a Oslo, e come ultime città visitate ci sono Bodo, Tromso, e tutta una riga di città norvegesi. Ora, va bene che mi piace la Norvegia, va bene ci tornerei anche domani, va bene tutto per carità. Va bene anche che mentre ero in Norvegia guardavamo le previsioni e le temperature previste con Foreca, MA TRAMITE IL PORTATILE, non tramite cellulare. Io manco ancora ce lo avevo il w760i mentre ero in Norvegia! perché diamine un sito che non ho mai visto sul cellulare dovrebbe propormi suk cellulare città che da cui ho effettivamente fatto accessi ma tramite notebook?

Preciso che su Foreca non ho, e non ho mai avuto, account, e che non ho fatto nessuna login. l’ho aperto e mi ha proposto città norvegesi. Perché?

12 Comments

Xobni the great

logo XobniQualche tempo fa ero stato incuriosito da un post di Nereo Sciutto su Lookout, un piccolo e velocissimo tool di indicizzazione dei messaggi di Outlook. Poiché in azienda mi capita spessissimo di dover trovare messaggi, un sistema istantaneo e con query complesse non poteva che rendermi felice. E si, Google desktop non mi soddisfava a pieno oltre che essere decisamente pachidermico. Per cui l’ho scaricato e installato, e devo dire che sulle prime ero decisamente gaudente: velocissimo a indicizzare, istantaneo nel fornire risultati, leggero.

Però ogni tanto mi andava in palla l’indicizzazione, e nemmeno la ricostruzione da zero dell’indice funzionava. Cerca, prova, smanetta una prima volta ho risolto, ma ieri è capitato di nuovo. E così ho deciso un cambio radicale: via Lookout, dentro Xobni, suggerito in un commento a quello stesso post. Ragazzi, che figata! L’indicizzazione è ugualmente veloce, dopo aver avuto cura di abilitare la modalità cache di Outlook per renderlo meno esoso di risorse di sistema, e l’interfaccia si nasconde con discrezione in una barra laterale. Quando invece è in funzione Xobni fornisce una casella di ricerca a risultati in tempo reale, sia per nomi che per parole dentro ai messaggi, un andamento delle ultime email ricevute ricevute dall’autore della mail selezionata, (la sua foto se la trova, però non so dove), il numero totale di email ricevute e inviate dal contatto, il suo rank all’interno del nostro traffico email (capirete più avanti cosa sia), shortcut ad azioni tipo “pianifica un incontro” o “invia una mail”, la possibilità di chiamarlo tramite skype se rileva il suo numero di telefono. E ancora: il network di persone incluso nelle conversazioni tra te e il contatto, ordinato per frequenza di apparizione (e ricercabile), l’elenco dei messaggi con quel contatto (ricercabile), l’elenco dei file scambiati con quel contatto (ricercabile). Insomma una marea di informazioni utili e a portata di mano.

Ma poteva forse mancare la vera killer feature per cui mi sono innamorato del prodotto? LE STATISTICHE? certo che no, e infatti esiste il menu Xobni Analytics, una finestra che mi ha letteralmente rapito: sommario del giorno corrente, con numero di email e “utenti unici”, sia in ingresso che in uscita, con grafico a barre o lineare (esportabile, inviabile per mail, stampabile). Traffico mail, per giorno, settimana, mese, anno, media oraria, media giornaliera e media mensile. E quando dico “giornaliera” intendo che puoi vedere anche i dati del 2003, se hai mail del 2003 (il 22 giugno 2004 ho ricevuto 2 mail e ne ho inviata 1. posso sapere chi, a chi, quale email, che domini, in che cartelle stanno ora quei messaggi, cercare tra questi tre messaggi, vedere se e quante copie conoscenza o copie carbone c’erano, se erano nuove email o forward). E ancora, una sezione “time to respond”, che usando i campi appena menzionati ci permette anche di sapere il tempo medio di risposta nostro per ogni contatto, e di ogni contatto alle nostre email. Il mio tempo medio di risposta alle email nel 2008 è di 12 minuti, ma nel 2005 era di 20 🙂

Ci sono altre due tab, contatti unici e follow up delay, ma non voglio stordirvi di dati. Penso di avervi detto abbastanza per capire che questo è un programma ultrapotete, e che se usate Outlook fareste bene ad installare. Specie se, come alcuni miei colleghi, avete dei .pst da 7/8 Giga. C’è ancora una chicca, ovvero i “fun facts”, cioè curiosità che Xobni rileva e che si possono inviare direttamente per email. A chi non farebbe piacere ricevere una mail che dice “Ciao Tambu, Xobni ha rilevato che sei il secondo contatto al quale rispondo più velocemente, con un tempo medio di 2,25 minuti” 😉

11 Comments

Backup 2

Voglio segnalarvi che ho effettuato l’acquisto, e probabilmente ho risolto la questione. Ho comprato proprio l’Acer Easystore da 2 Tb, da Mediaworld a 299 euro (quando online a meno di 500 non si trova, misteri. Ho preferito non chiedere e approfittarne a testa bassa 🙂 ) forte del fatto che non avevo letto attentamente le specifiche: pensavo facesse RAID 0 o 1, invece fa anche RAID 5. quindi a disposizione ho 1,5 Tb di spazio, 900 MbGb dei quali destinati al backup completo degli hard disk mio e della signora (500 + 400 mega giga) e 600 disponibili per tenere a portata di mano file non vitali senza intasare i PC.

Ora devo decidere se usare il software di backup della Acer o un altro, poi tra un po’ vi saprò dire come mi trovo 🙂

7 Comments

Backup

La cancellazione accidentale operata qualche tempo fa ha due lati positivi: del primo ve ne parlerò prossimamente, il secondo è che mi sono deciso a mettere in piedi un sistema serio per prevenire perdite accidentali. Mi sono reso conto che ho troppi Gb di foto solo sul mio hard disk per continuare così. Quindi, voi tecnici che mi seguite, siete chiamati a dire la vostra:

situazione: il mio pc ha un HD da 500Gb, quello della signora 400Gb, il portatile 120 ma è trascurabile, giacché non ci tengo nulla di rilevante. Pensavo di prendere una cosa tipo l’Acer Aspire Easystore da 2 Tb, fare due dischi da uno in RAID mirrorato e configurare i backup su questo disco, avendo quindi i dati fisicamente in 3 location.

Sapete se l’easystore fa pena o valga la pena? come fareste i backup? (nel senso: una utility in background che mirrora in tempo reale, qualcosa di schedulato per allineare le modifiche ogni tot o che altro?) backup dei dischi interi o solo dei dati? altre idee o proposte? (tenete conto che non mi piacciono i dischi USB e preferirei un solo box per backuppare tutto).
Grazie!

18 Comments

phew!

La presente come ringraziamento per l’egregio lavoro svolto nel riportarmi i miei 3Gb di dati cancellati erroneamente premendo DEL dopo che il caldo mi ha incollato il tasto SHIFT al dito.

Grazie, Undelete-plus! 🙂

Leave a Comment

W760i: la prova della fotocamera

In realtà non è una prova molto approfondita, ma il tempo è quel che è, perdonatemi. Premesse fondamentali: il sensore del cellulare è chiaramente più piccolo di quello di qualsiasi fotocamera, per non sbilanciare troppo la prova non ho usato la mia 400D, ma la Ixus400 della signora, una Canon compatta da 4 megapixel. Purtroppo le modalità di ripresa inferiori ai 4 megapixel vanno da 1600×1200 in giù, per cui ho scattato dalla Ixus a 2272×1704 e dal cellulare a 2048×1536; poi ho ridimensionato l’immagine più grossa. Entrambe le foto sono scattare a 2.8 di focale e ho cercato di fare del mio meglio per avere lo stesso punto di ripresa.
Ecco l’immagine della Canon:

immagine dalla Ixus400

ed ecco quella dal SonyEricsson W760i:

immagine dal SE W760i

Come potete vedere non c’è tantissima differenza, a una visione superficiale. Il risultato è soddisfacente ad una visione normale, da monitor. Guardandole a ingrandimento maggiore ovviamente emerge la superiorità di un oggetto dedicato come può essere una fotocamera, ancorché compatta. La differenza si nota, ma non è così eclatante: l’immagine Canon è più “morbida” e ha dei toni di azzurro che la rendono più gradevole, l’immagine Sony è più dura, più “cruda”. A vantaggio del cellulare possiamo notare che il giornale è quasi interamente leggibile, a fuoco, di contro il rumore sulla destra sopra il calorifero è assolutamente inaccettabile. Questa, come dicevo, è una conseguenza della miniaturizzazione dei processori, ed è un difetto risaputo dei cellulari e delle webcam.

Ho stampato anche gli istogrammi delle due immagini, che non sono molto diversi:
istogrammi

Il cellulare include una funzione di zoom, ma solo se si adotta una risoluzione minore di 3 megapixel, per cui è uno zoom interamente elettronico: lasciate decisamente perdere. Inoltre premendo il pulsante laterale destro (quello del volume durante una conversazione, per capirci) si accede alla funzione di compensazione dell’esposizione, a step di 1/3 di diaframma e fino a + o – 2 stop, e questo può essere un vantaggio in certe occasioni.
Tra le funzioni predefinite presenti ci sono quattro modalità di ripresa (normale, panorama (max 3 foto), 16 cornici per far ridere i bambini e la modalità scatto a raffica), una modalità notte, l’autoscatto, il bilanciamento del bianco (automatico, luce diurna, nuvoloso, fluorescente, luce a incandescenza), gli effetti (bianco e nero, negativo e seppia).

In conclusione non è come portarsi appresso una compattina, ma in mancanza di quella non ci penserei due volte a fare uno scatto col W760i, cosa che invece non mi sono mai azzardato a fare con il T630. E il paragone l’ho fatto ovviamente scattando dal cellulare nuovo in VGA (640×480): non c’è paragone!

2 Comments