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Category: mondo

La carta… la carta…

Agli inizi di Maggio ho fatto una visita in ospedale. Tutto bene, mi da una cura e mi dice di prenotare la visita di controllo. La sanità ligure allo sfascio mi da appuntamento a oggi, dopo 5 mesi. Poco male, non è niente di grave per fortuna.
Nel frattempo perdo la richiesta della visita, ma la Ale si era appuntata i numeri identificativi, per cui riesco a pagare il ticket senza problemi.

Mi presento stamattina e questi iniziano una filippica sul foglietto. E l’hai perso, e come facciamo, e devi tornare, e ti rimborsiamo questo ma ci vuole un’altra richiesta e telefona a destra, e ti facciamo un favore…

Ora dico io, maledetti i vostri cervelli bacati, va bene che NON PUOI FARMI UNA NUOVA RICHIESTA, che sono numerate, ma se nella ricevuta del pagamento c’è un identificativo, e a voi risulta pagato, è evidente che si può risalire al numero.
Ma no, il loro più grande problema è che SE NON C’E’ IL PEZZO DI CARTA VA TUTTO A MONTE. Hai voglia a dirgli “e ristampala!” “e controlla nel computer che numero era” “è tutto nei computer”.

Niente, ho dovuto fare quello che ringrazia di cuore per il favore che mi hanno fatto. Che sicuramente m’han fatto il favore di visitarmi lo stesso, ma mi sembra un po’ assurdo…

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Les Revenants

Les Revenants è una serie televisiva francese andata in onda su Canal+ nel 2012 e mai tradotta in italiano. La si può trovare sottotitolata tramite i soliti canali non ufficiali. L’idea è basata su un film, sempre francese, del 2004, ma la cosa che conta, e il motivo di questo post, è che ne sono rimasto molto piacevolmente colpito.

La sinossi è semplice, addirittura banale se raccontata in una frase: in un paese di montagna i morti tornano in vita. Ma il fulcro della faccenda è esattamente questo, anzi è l’ordine delle parole. Les Revenants non è un film di morti viventi, ma di viventi che una volta sono morti. E’ una differenza sostanziale nell’economia della serie, per alcuni aspetti caratteristici e nemmeno troppo secondari:

  • Gli zombie classici non pensano, non hanno emozioni, sono tipicamente decomposti. I ritornati francesi invece sono esattamente le stesse persone scomparse, con un buco nella memoria.
  • A causa di ciò le reazioni delle persone sono differenti da quelle di un film apocalittico: sebbene sia una via tentata anche altre volte (la figlia del governatore in The Walking Dead, la storia d’amore in Warm Bodies, addirittura Goerge Romero in Survival of the dead), ritrovarsi a convivere faccia a faccia con la persona mancata e amata, “viva”, pensante e parlante ha effetti diversissimi sulle persone.
  • Molto interessante lo sviluppo di un tema parallelo, anch’esso un grande classico della letteratura di genere: gli esseri umani sono il nemico principale di loro stessi, a causa di vicissitudini molto diverse tra di loro ma ugualmente “pericolose”. A questo riguardo sono sintomatiche due scene: in una due ritornati parlano tra di loro e convengono che “[i vivi] non hanno certo bisogno di noi per farsi del male”; nella seconda le persone asserragliate in una struttura chiusa domandano all’uomo di fede di turno “non avevi detto che non ci avrebbero fatto nulla”?

Non si tratta ovviamente di una produzione hollywoodiana, per cui va presa con tutti i limiti del caso: alcuni attori sono decisamente legnosi, alcune scene girate al risparmio, la recitazione non è sempre all’altezza data l’omogeneità (anche nell’età) degli attori. Si tratta però di otto puntate che vi consiglio di guardare assolutamente, nonostante le tante domande senza risposta, oppure se vogliamo nonostante le tante domande alle quali ognuno di noi può dare la risposta che più gli piace. In ogni caso la seconda stagione è in fase di ripresa, quindi niente paura.

Infine una menzione speciale per la colonna sonora, realizzata dal gruppo scozzese Mogwai: si tratta senza ombra di dubbio di un assoluto capolavoro, una delle musiche più d’atmosfera che abbia mai sentito: è entrata in heavy rotation nella mia playlist anche se non so definire esattamente che cosa più mi piaccia. Credo semplicemente che sia il giusto pezzo di musica nella giusta serie, che si sposi perfettamente con il mood della serie e delle location, che sia suonata benissimo e che si adatti a molte situazioni in cui può essere ascoltata. Vi consiglio senza remore anche il disco, indubbiamente!

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Customer Care 2013

Ultimamente, per mia sfortuna, ho avuto a che fare con diversi customer care, quegli oggetti mistici che nel 2013 sarebbero anche scontati, se non fosse che in realtà spesso fanno di tutto per farti pentire di essere cliente. Ecco cosa è successo:

1) Apple: mi si guasta lo schermo dell’Imac, tragedia! In realtà non ho avuto a che fare direttamente con Apple, ma l’ho riportato nel negozio dove l’ho comprato. Ho AppleCare, prendono nota del problema, e considerando che di mezzo ci sono le feste risolvono tutto in tempi decenti. Niente da dire.

2) Google: compro un Nexus 5 bianco da 32 Gb, me ne arriva uno nero da 16. Telefono (anzi, mi faccio richiamare premendo un pulsante) al customer care, prendono nota, subito dopo mi mandano una mail per reperire informazioni, alla fine prendono atto dell’errore. Mi propongono di restituirlo e rimborsarmi il 100% o tenerlo e rimborsarmi la differenza; rimandare questo e mandarmi quello giusto pare non essere un’opzione. In ogni caso opto la prima, mi mandano istruzioni dettagliate su come impacchettarlo e spedirlo a costo zero.

3) Amazon: mi si guasta un telecomando universale Logitech, comprato su Amazon. Chiamo Logitech per provare a risolvere, ma siccome non se ne esce mi faccio richiamare dal supporto Amazon: fantastici, gente, casomai aveste dubbi: gentili, veloci, preparati! Mi chiede se ho già sentito il produttore, prende nota dell’ordine che conteneva il telecomando, si accorge di un problema con l’indirizzo di spedizione e lo corregge in autonomia, me ne spedisce uno nuovo a costo zero, con istruzioni dettagliate per rimandare indietro quello guasto. Impagabile!

4) Genialloyd: in realtà non sono cliente e non ne ho avuto bisogno, ma va raccontata perché fa parte del “customer care”. Faccio un preventivo su facile.it qualche anno fa, e da allora all’approssimarsi di ogni scadenza loro mi mandano una mail con i preventivi più vantaggiosi. Per qualche motivo anche Genialloyd lo fa, credo che la mail gliela abbiano passata loro. In ogni caso leggo questo:

Gentile Signor Cilia,
Mi permetto di disturbarLa per chiederLe se ha bisogno di aiuto per il preventivo n. 560543648.

e sin qui tutto ok

Se è interessato alla nostra offerta dovrà, inviarci una copia dei seguenti documenti:

e bla bla bla, mi sembra sensato.

Se invece ha ancora qualche dubbio o se ha bisogno del mio intervento personale non ha che da rispondermi e spiegarmi cosa posso fare per Lei: non faccio mai mancare nella mia giornata il tempo per leggere e rispondere ai Clienti, è la parte che amo di più del mio lavoro.

qua mi si drizzano le orecchie. Se sei un addetto al customer care hai a che fare tutto il giorno con i clienti, chi mai dovrebbe RITAGLIARSI del tempo per leggere le mail dei clienti? scorro subito sino in fondo per vedere la firma

Leonardo Felician
Amministratore Delegato
Genialloyd SpA
felician@genialloyd.it

BOOOOOOOOOOOOMMMM! 🙂

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Testa e coda

Che io abbia un’alta considerazione di me stesso è abbastanza noto, soprattutto fra chi mi conosce di persona 🙂
Il problema è che a me non sembra di fare chissà quali speciali pensate, ma solo di vedere le cose da una prospetttiva un po’ più ampia del normale. Facciamo l’esempio dei treni dell’altro giorno.

Prendo il treno per lavoro due volte alla settimana, 4 viaggi in totale. Pendolare, sempre gli stessi treni. Ho l’abitudine di prenotare sempre la stessa carrozza e lo stesso posto, così non devo sempre consultare il telefono per sapere dove sedermi: arriva il treno, so dove si ferma, salgo e bon.

A Milano Centrale, stazione “terminale” (cioè con i binari tronchi), non sai mai se le carrozze con i numeri bassi sono da una parte o dall’altra. Ed essere in cima o in fondo a un treno cambia molto la strada che devi fare. MA questo sarebbe il male minore, perché almeno per me si tratta sempre di treno in partenza, e tempo ne ho in abbondanza…

Nella mia testa pensavo che l’ottimo sarebbe se il treno fosse sempre “girato” nel medesimo modo, ma poi è finita lì. La cosa ha iniziato a infastidirmi quando ho dovuto prendere un FrecciaBianca che a Centrale faceva solo fermata, quindi il tempo a disposizione era minore. Finché il treno non arriva non c’è modo di sapere come sia “girato”. Allora mi sono detto che sarebbe molto utile saperlo a priori, in modo da posizionarsi sul marciapiede di conseguenza.

L’altro giorno ho sentito che in alcuni annunci adesso annunciano le carrozze che sono in “testa treno”, quelle a “metà” e quelle in “coda treno”. Bene, bravi. PECCATO che “testa” e “coda”, a Centrale, non abbiano senso, se non spieghi cosa intendi tu. Testa è dove c’è il locomotore? ma alcune volte esso tira il treno, altre volte lo spinge. Inoltre a Centrale quasi tutti i binari hanno un locomotore in testa, magari residuo del convoglio precedente, e non è detto che sia attaccato e sia quello che fa trazione. Per non parlare dei FrecciaRossa, che sono convogli fissi con locomotore a entrambi i lati…

Testa è dove finisce il binario? oppure testa è la direzione che il treno prende quando parte?

E per i treni che in Centrale hanno solo una fermata intermedia, e che quindi cambiano senso di marcia quando ripartono? Testa è il lato vicino alla fine del binario quando arrivano o quando partono? la direzione che hanno quando arrivano o quando ripartono?

“testa” e “coda” sono due concetti che hanno senso solo se il verso di marcia è noto o palese, cioè in tutte le stazioni “normali”. A Milano Centrale, se prima non chiarisci cosa intendi, non serve a niente.

Non mi sembrano tuttavia ragionamenti così difficii da fare, basta mettersi un po’ nei panni di chi ascolta il tuo messaggio e farsi delle domande sulla chiarezza di quanto esposto. no?

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sul treno, stamattina

ragazzo con computer di fronte a me: “cosa vuole sapere? il codice? come si chiama, il PNR?”
controllore: “la penultima lettera del PNR”
R: “P”
C: “mhh… non c’è altro dopo?”
R: “25”… “P25”.
controllore scrive 2 e finalmente l’aggeggio mostra ok.

la stessa conversazione come doveva andare, in versione corretta e ridotta
“cosa vuole sapere? il codice? come si chiama, il PNR?”
“il penultimo carattere del PNR”
“2”

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La logica inversa dell’evasione

E così dice il Ministero che il reddito medio degli italiani è un cazzo: 19.250 euro, con oltre il 50% che non arriva ai 15mila. Ma certo, come no, si figuri. Non ci è dato di sapere se sono compresi anche bambini e casalinghe, o se si riferiscono solo alle dichiarazioni presentate. Comunque sia, una volta preso atto che si fa? ben venga il redditormetro, mi verrebbe da dire…

Blitz degli ispettori nei locali della Movida, incassi +50% rispetto al Sabato precedente; ottimo dice qualcuno, SCANDALOSO dico io! se è così, allora accertamento fiscale al centesimo relativo agli ultimi 3 anni! altrimenti tra 15 giorni siamo daccapo.

E nonostante questo c’è qualcuno che ha il coraggio di lamentarsi: prendete ad esempio i produttori di auto di lusso: la Ferrari vede un -55% di vendite, la Aston Martin in tutto febbraio in Italia ha venduto UNA SOLA macchina. Ma certo, come no, ora son tutti poveri! la logica inversa è che la Ferrari mi sta CERTIFICANDO che il 45% delle sue macchine vendute nei mesi scorsi è stato comprato da EVASORI FISCALI, giacché evidentemente uno che se la può permettere e che è in regola con le tasse, problemi di sicuro non se ne fa. Nomi e cognomi, prego, e controllare. Ma no, noi prendiamo atto e proseguiamo sulla solita strada…

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Interscambio interdimensionale

Alla fine ce l’hanno fatta. Mio padre mi ha confermato che le sbarre chiuse nel parcheggio di interscambio di Marassi sanciscono l’avvio del progetto. Ovviamente corredato di foglietto di istruzioni (in Italia se non dai un foglietto di istruzioni con almeno 4 casi e sotto-casi e 2 eccezioni per ogni caso non sei nessuno!), è a tutti gli effetti operativo da un paio di giorni.

Nel frattempo c’è un altro grande annuncio dell’amministrazione: il multitaxi, che promette sconti interessanti a chi viaggia con altri passeggeri. Geniale, però mi ricorda qualcosa… ah già: il taxi collettivo!

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Interscambio interplanetario

LA saga del parcheggio di interscambio di Marassi continua. Inaugurato in pompa magna ormai oltre mese fa, mio padre ha finalmente scoperto perché le sbarre sono alzate e c’è l’omino all’ingresso. Il parcheggio non funziona, il software non funziona e l’omino non è lì per sopperire controllando gli abbonamenti e rilasciando scontrini temporanei, ma solo per informare gli utenti.

Quindi ora non c’è più dubbio: l’operazione al momento è in perdita secca!

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Anche a me!

Moglie con un principio di bronchite
Figlia con probabile scarlattina
Per me ordino un etto e mezzo di Vaiolo, grazie! :-/

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