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Month: March 2007

14 giugno




ticket

Originally uploaded by Tambu.

indovinate un po’ dove sarò il 14 giugno? 🙂

Nonostante sia sicuro che sarà abbastanza obbrobrioso (non so se avete mai visto qualche loro video dal vivo), non potevo lo stesso esimermi dal partecipare.
Altrimenti che 30 seconds to Tambu sarebbe, qui? 🙂

Come break me down
Bury me, bury me
I am finished with you
Look in my eyes
You’re killing me, killing me
All I wanted was you

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non terroristi, ma quantomeno in combutta

Axell scrive un pezzo su Mastrogiacomo libero e i terroristi. (Axell peraltro sapeva già da due giorni il giorno della liberazione, ma quello è un altro post).

conclude dicendo

Curiosità. La prima telefonata improvvisata l’ha fatta oggi al direttore Ezio Mauro di Repubblica, con lui “casualmente” c’era anche la moglie (di Mastrogiacomo). Ha messo le tende nell’ufficio del Direttore o era passata di lì per portare due bignole?

Ricapitolando: rapiscono un giornalista di Repubblica (non della Stampa), lo tengono qualche giorno incatenato, lui nel video si rivolge direttamente a Prodi (non al governo), pare anche dimenticarsi di dire qualcosa che gli viene prontamente ricordato dal gobbo fuori campo. Viene liberato, ringrazia Prodi, telefona al suo direttore per parlare con la moglie e presto sarà a casa sano e salvo.

Come operazione-immagine del governo sembra fin troppo patinata, poi sarò maligno io, eh!

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Non ritaglio più

Come dicevo tempo addietro, purtroppo il RitaliaCamp si terrà il 31 Marzo, quindi non potrò esserci per impegno precedente. Peccato, mi sarebbe piaciuto vedere e sentire Marco Ottolini.

Se lo vedete voi, potete dirgli da parte mia “CLICKITALY” ? lui dovrebbe capire…
grazie 🙂

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L’uomo più spietato della storia

Nel libro che sto leggendo in questo periodo – Lo stagno di fuoco, di cui prima o poi spero di farvi una recensione – ad un certo punto all’Inferno cercano l’uomo più spietato della storia. Tal Jeremy Ardek, che nei passaggi condensati qui sotto (in realtà sono molte pagine) spiega al demone Ottaviano come ha distrutto milioni di vite:

“E ora dimmi, Ottaviano, hai la più vaga idea di come si compri, mettiamo, la Union Pacific?”
“Io… No, non credo.”
“Col 51%. Il 51% delle azioni. Poi è tua, dico, nessuno ti dirà niente. Puoi farci quello che vuoi. Allora, poniamo che un giorno decida di comprarla. Vai in borsa e chiedi: quanto costa il 51% della Union Pacific? quelli sparano una cifra assurda – fai 100 miliardi di dollari – e allora vai a chiedere i soldi a tutti quelli che conosci e – miracolo! – te li danno. che fai?”
“non lo so”
“vai in borsa, naturalmente. E la compri. La Union pacific è tua, ora. Sei un Dio. Peccato, però, che l’altra tua ditta, la Octaviano S.p.A., abbia un debito di 100 miliardi. Che fai?”
“non lo…”
“no, non rispondere. Quel che fai è comandare alla Union Pacific di comprare la Octaviano S.p.A. È una palla al piede, chi dice di no, ma ora sei capo, qui, e nessuno può dirti niente. Così la inglobi e dividi tuo debito con gli azionisti. È un momento delicato, questo. La Union Pacific si è indebolita e devi rimetterla in piedi. Che fai?”
silenzio.
“La fai a fette.”
[…]
Alla fine del decennio Ardek possiede il 51% del 51% del 51% del 51% del 51% del 51% di 446 imprese. Il che vuol dire che detiene in realtà poco più dell’1% delle loro azioni, ma che virtualmente le può comandare a piacere, senza che nessuno sappia cosa stia facendo o chi sia. È impossibile risalire a lui, anche volendo.[…]Nel 1882 controlla 11.568 imprese, grandi e piccole, e nel 1883 influisce direttamente su di un terzo del mercato azionario.
[…]
Il meccanismo di base è quello che permette di vendere azioni, materie prime o valuta senza possederne. Vende, per esempio, le sole azioni della Cleveland Steel impegnandosi a consegnarle entro tre giorni. Non lo fa lui, di persona, ma centinaia – a volte migliaia – di industrie diverse. Nessuna di quelle industrie possiede davvero una di quelle azioni, ma immediatamente tutta la borsa, da ogni parte, urla al fallimento della Cleveland Steel. Il fatto stesso che tanti vendano porta tutti a venderle. In un niente e le azioni crollano a 1/7 del loro valore. È allora che Ardek che le fa rastrellare e le consegna, puntuale. Di fatto le ha vendute a 30 dollari e le ha pagate quattro. In tre giorni ha divorato la Cleveland Steel e nessuno sa dove sia finita.

Se mai dovessero farne un film, la sua parte sarà contesa tra due italianissimi maghi dell’alta finanza:
http://it.wikipedia.org/wiki/Telecom
A partire dal febbraio 1999 la Olivetti attraverso la Tecnost di Roberto Colaninno lanciarono una offerta pubblica d’acquisto e scambio riuscendo ad ottenere in giugno il controllo della Telecom, con una quota del 51,02%. La somma con cui finanzia la scalata, complessivamente 61.000 miliardi di lire, Tecnost li riceve in prestito direttamente dalle banche e con obbligazioni della controllata Tecnost che emette anche nuove azioni per oltre 37mila miliardi. Successivamente Tecnost viene fusa con Olivetti per accorciare la catena di controllo

All’inizio del 2001 il gruppo Olivetti-Telecom è in grandi difficoltà e Colaninno, Gnutti e i loro soci sono costretti a passare la mano. Dopo diverse trattative viene trovato un accordo con Tronchetti Provera e Benetton. Per il 23% della Olivetti i nuovi proprietari di Telecom Italia pagano 4,175 Euro per azione, una cifra enorme considerando che le Olivetti quotavano solo 2,25 Euro.
Dal luglio 2001 Telecom è controllata dalla finanziaria Olimpia, partecipazione di Pirelli (al 60%), Edizione Holding dei Benetton, Banca Intesa e Unicredito, a cui in seguito si è aggiunta Hopa, la holding bresciana di Gnutti.
Per accorciare la catena di controllo viene decisa, nel 2003, la fusione della controllante Olivetti con Telecom Italia.

tronchetti-belzebù-colaninno

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Google Analytics: referral completi

Per farmi perdonare dello svarione sul filtro dei domini, vi regalo la procedura per ottenere il referral completo in Google Analytics 🙂

Clicca su GESTIONE FILTRI / AGGIUNGI UN NUOVO FILTRO.
Nome del filtro: Full referral
Tipo filtro: filtro personalizzato -> Avanzato
Campo A -> Estrai A: nel menu a tendina seleziona REFERRAL e nel campo di fianco scrivi (.*)
Campo B -> Estrai B: vuoto
Output in -> Constructor: nel menu a tendina seleziona DEFINITO DALL’UTENTE e nel campo di fianco scrivi $A1
Campo A obbligatorio: Si
Campo B obbligatorio: No
Sostituisci campo di output: Si
Maiuscole/minuscole: No

i referral saranno poi visibili nel menu Visitatori | Definito dall’utente

sto cercando in rete un modo per raggrupparli per dominio, ovviamente se lo trovo lo saprete (update: non serve più. nella nuova versione i referral nei report “fonti di traffico” sono già raggruppati per dominio) 🙂

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Perché Quintarelli non sarà mai ministro delle Comunicazioni

[cfr. Quintarelli ministro delle comunicazioni da Lele Dainesi]
Chiariamo subito: non certo per mio demerito! Se ci fosse anche solo un lumicino di speranza sarei pronto a fare la mia parte e votare anche lo schieramento più lontano dalle mie idee, se lo candidassero.

Il problema semmai è un altro: chi mai potrebbe avere interesse a mandare al ministero una persona esperta, informata e fuori dalle beghe di potere? quale forza politica sarebbe così vicina agli interessi degli utenti?

La questione è ascrivibile al più generale problema della lontananza della politica attuale dai bisogni e dalle speranze dei cittadini: persona molto informata dei fatti, testimone oculare, mi ha detto che anche ai livelli locali delle amministrazioni i provvedimenti vengono presi principalmente su base personale. C’è da rifare il giardino dell’assessore? si fa una legge per il riassetto dei giardini, camuffandola magari da “incentivazione dei giardini a prevalenza di piante mediterranee per un ritorno della biodiversità perduta” e si estende magari a tutta la Provincia.

Gli stessi ministri moderni (il blogger Gentiloni, lo youtubista Di Pietro – che si è pure comprato un’isola su Second Life – speriamo non faccia la fine di John Edwards 🙂 ) non sono che pallidi tentativi di avvicinarsi a un mezzo a loro praticamente sconosciuto. Si avvicinano al mezzo, non lo governano completamente, e soprattutto restano distanti dalla gente.

Ci sono molte persone che avrebbero idee da vendere e potrebbero fare bene, in politica e non(*), ma il problema è che la politica di oggi è impermeabile a queste persone. I buoni propositi non servono a niente. Scendere in campo in prima persona è una lotta contro i mulini a vento. Almeno per un’altra decina d’anni.

(*)per dire, io potrei tranquillamente ottenere lo stesso risultato di Cimoli in Alitalia. Mi basterebbe non toccare niente. Vi giuro che sono assolutamente in grado, specie per 2,5 milioni di euro l’anno 🙂

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pensieri palestrosi

Penso che una buona percentuale di persone in palestra ci vada solo per ascoltare l’ipod. Quello che ascolta l’ipod tendenzialmente non suda. Quello che suda con l’ipod, bleah… 🙂

Penso anche che se l’istruttore ti aumenta la velocità del tapis-roulant da 1,5 a 2 km/h e tu pian piano indietreggi fin quasi ad arrabattarti, invece di accelerare, la palestra non fa per te. E forse dovrebbero introdurre un test di ammissione.

Infine penso che anche qui molta gente non vada d’accordo con l’acqua, e questo ancora una volta mi fa sperare in un futuro ecologicamente migliore 😀

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Google Analytics: filtrare i domini

questo post si è trasferito riveduto e ampliato su
badge Goanalytics.info

Mi viene posta una questione in un commento ad un post vecchio: “se qualcuno copia il codice di Analytics sul suo sito, altera le mie statistiche?”

avevo notato qualcosa di simile lavorando su un sito in localhost su cui avevo dimenticato di togliere il codice javascript di analytics, ma non ci avevo dato troppo peso, inizialmente. Oggi invece ho fatto una prova scientifica: ho creato una pagina praticamente vuota, ci ho copiato il mio codice di Google Analytics e l’ho uppata su uno dei siti che gestisco, per sicurezza era una pagina asp su un server windows, mentre il mio codice del blog sta solo su pagine php.
Poi ho chiesto ad alcuni amici beccati online sul momento (grazie Giovy, Tony e Silentman 😛 ) di cliccarci e generare un po’ di visite, giusto per avere sorgenti diverse, e sono andato a guardare i risultati:

cheating Google Analytics

Ebbene, la risposta è SI, se qualcuno copia il vostro codice analytics può alterarvi le statistiche.
La notizia buonina è che non è un bug: in questo post di Terrill Dent viene incollata una mail ufficiale di risposta del team di Analytics che recita all’incirca

Non filtriamo il dominio per default perché molti utenti desiderano tracciare siti che risiedono su domini multipli

La notizia buona è che vi potete accorgere facilmente se qualcuno sta alterando le vostre statistiche cliccando su “ottimizzazione contenuto” -> “parametri web design” -> “nomi host”

La notizia ottima è che esiste una soluzione:

Accedi ad Analytics e clicca MODIFICA nel profilo che ti interessa, poi AGGIUNGI FILTRO.
AGGIUNGI UN NUOVO FILTRO AL PROFILO, nome “SOLOMIODOMINIO”, tipo filtro FILTRO PERSONALIZZATO, INCLUDI.
campo filtro: NOME DELL’HOST
pattern filtro: ^blog\.tambuweb\.it (nel mio caso, per voi è il dominio dove avete installato analytics, of course)
Maiuscole/minuscole: NO

poi cliccare su fine.

nell’ordine dei filtri questo deve essere il primo.

update: sentito il supporto del team di GA, il filtro è definitivio. E stavolta funziona 🙂

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Pago per tutti?

Che è sta cazzata che ora siamo tutti fratelli, siamo tutti buoni e ci difendiamo l’un l’altro nel lavoro?

Carlini dice che ora che hanno abolito i costi di ricarica ci rimetteranno i dipendenti (e qualcuno la pensa come lui). E quindi? difendiamo i dipendenti delle compagnie telefoniche tenendoci i costi? o magari aumentandoli in cambio di promesse di assunzioni? E’ pericoloso andare a parare su questa strada, perché allora si può arrivare persino a difendere i cartelli delle società petrolifere (“eh, ma se ci cala il fatturato dobbiamo chiudere dei distributori”) e qualsiasi altra forma di doping dei prezzi (“se non paghi questo pacchetto di chewing-gum 12 euro mi toccherà licenziare la commessa”)

Io ve lo dico, non sono d’accordo: se mandano a casa qualcuno ovviamente mi dispiace, ma avere un maggiore costo della mia vita per mantenere il resto del mondo proprio non ci sto.

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A 3 gradi da Lenny Kravitz

six degreesDurante il mio soggiorno palermitano, parlando del più e del meno con Tony Siino siamo capitati a parlare di radio e podcast. Lui ha sintonizzato l’autoradio su Radio Time, emittente ove tiene il programma http, e io gli ho detto che ho fatto il WebJockey per un po’ di anni su Estraradio.

E la rete si è di nuovo prodotta in quella che io chiamo “la magia dei 6 gradi”, cioè la famosa teoria dei sei gradi di separazione tra qualsiasi persona del mondo: Tony mi ha detto che Darietto “TK”, uno dei più talentuosi wj che avessimo – fautore di un salto di qualità tecnico non indifferente – è suo amico e ora lavora nientepopodimeno che a RADIO 105 come tecnico del suono! 🙂

Oltre che essere molto contento per lui, questo fatto mi permette di avvicinare un grande nodo mondiale alla mia sfera di “sixdegrees”. Io conosco TK, che conosce i DJ di 105, che conoscono ad esempio tutti i cantanti che intervistano. Tipo gli U2, I red hot chili peppers, gli evanescence o Lenny Kravitz 🙂

E voi conoscete me, che conosco TK, che conosce i DJ, che conoscono Lenny Kravitz 😀

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