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Month: April 2008

Euro santo subito 2

Per pigrizia e mancanza di tempo non ho più aggiornato la tabella di questo post, ma i risultati sono sotto gli occhi di tutti: con il petrolio a 118 dollari (+31%) e il cambio euro/dollaro a 1,55 (+12%) il prezzo della benzina è salito di soli 3 centesimi (1,41 oggi, incorpora ancora lo sconto fiscale), cioè del 2,1%.

La prossima volta che qualcuno vi dice che vuol tornare alle lire, escludendo tutti gli altri dati macroeconomici, vi autorizzo a stampare questi due post e mostrarglieli 🙂

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Emocromatosi

Alla fine i risultati delle analisi mi sono arrivati, e insieme c’è una bella lettera dell’ospedale che mi dice che ho un tasso di ferritina superiore a 300 nanogrammi per millilitro e/o una saturazione della transferrina maggiore del 50%. Questo significa, in parole povere, che potrei avere una predisposizione ereditaria all’Emocromatosi, che è la malattia genetica più comune nel Nord Europa.

Le stime dicono che in Italia la frequenza di questa malattia è 1:1500-2000. Poiché questo blog tra feed e lettori web ne fa circa un migliaio al giorno, direi che se tra voi che leggete oggi non c’è un malato o un portatore ce ne sarà uno domani, quindi invito una volta di più a fare una donazione e controllare la ferritina, ed eventualmente poi a fare un test genetico. Io prendo appuntamento quanto prima.

Se risulteremo positivi possiamo consolarci con due pensieri:
1) sull’isola di Lost probabilmente passeremmo il tempo appiccicati alla misteriosa colata di cemento dentro al bunker
2) la terapia per guarire consiste in un salasso settimanale per un paio d’anni. Significa lavorare 4 giorni alla settimana: YUPPI! 😀

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Grazie, no. Però grazie.

Oggi ho ricevuto una proposta che mi lusinga davvero tanto. Non dico che ero commosso, ma parecchio emozionato si. Una di quelle cose che dici “davvero io?” e “un anno fa non l’avrei mai detto”. Il fatto è che ho dovuto declinare, a malincuore, per via di un certo progetto concomitante cui sto lavorando nell’ombra e che spero di presentare quanto prima.

Mi è costato davvero molta fatica rifiutare, ma proprio questo (e la stima di chi mi ha fatto la proposta) mi spinge a mettere ancora più impegno nel progetto!

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Webtrends 1 – Tambu 0

Oggi dovevo spostare l’installazione di Webtrends su un server nuovo, per poi upgradarla. Sapevo che ci sarebbe stato qualche intoppo, ma non pensavo così presto. Al secondo click del transfer wizard mi chiede di variare alcuni parametri della configurazione, lo faccio e vuole riavviare il sistema (il sistema, non windows, perché gira con una serie di servizi). Non si riavvia. Passo un’ora a cercare di capire, e quando alla fine trovo il log dell’errore e DA DENTRO IL SISTEMA mi dice “il sistema non può essere fermato se prima non è partito” capisco che è una battaglia persa. Speriamo nella gara di ritorno 🙂

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Tutto per una ragazza, di Nick Hornby

Sono iscritto a BuzzParadise da oltre un anno, ma non mi hanno mai coinvolto in niente; forse ho riempito male la scheda, forse non sono il solo, forse il nuovo corso funziona davvero, fatto sta che mi è arrivata una mail che mi annunciava che potevo leggere i primi due capitoli in anteprima. In realtà la mail diceva anche che i primi venti che scrivono un post poi hanno il libro in regalo, ma mi importa poco, tanto Hornby lo conosco già e prima o poi me lo compro lo stesso 🙂 (update 28/4: mi è appena arrivato il libro. grazie grazie, ma come detto sotto va in coda. Quel che è giusto è giusto 😀 )

Se ho accettato è solo perché ho una pila di libri allucinante sul comodino, e avere solo 40 pagine da leggere e un post da scrivere è un’ottima scusa per saltare la fila. Non si può giudicare un libro dai primi due capitoli, sarebbe come giudicare un film dal preambolo, però Nick è sempre Nick e lo riconosceresti ovunque: fresco e leggero, mai contorto, con lo stile diretto che l’ha reso famoso. Quasi ti sembra di rivedere John Cusack che parla direttamente alla telecamera di “Alta fedeltà”, film omonimo tratto dal libro di Hornby del 1995. L’adolescente Sam vive una situazione ordinaria (una madre giovane e separata, che non capisce le sue passioni, una vita scandita da pochi interessi, i primi amori) e spesso è impossibile non identificarsi nelle sue parole. In alcuni istanti ho rivissuto le stesse sensazioni che ho provato quando ho letto il primo libro di Fabio volo: entrambi sono scritti da persone che hanno una buona memoria e sanno descrivere alla perfezione quei sentimenti, spizzichi di flussi Proustiani 🙂

Mi è piaciuto molto questo passaggio: “Lei mi aveva veramente, letteralmente stufato. Per circa venti secondi. Dopo venti secondi mi calmai e cercai il modo di riprendere la conversazione. E sperai che la conversazione si trasformasse in qualcos’altro – un bacio e poi il matrimonio, dopo esserci frequentati per un paio di settimane.” sono esattamente le cose che si pensano quando si ha quell’età. O almeno, quando io e Nick avevamo quell’età, però lui è bravo ad attualizzare inserendo oggetti di un contesto moderno (Xbox, internet, Ipod) e comportamenti tipici dei ragazzi di oggi.

A tratti potrebbe sembrare confusionario, perché non ha una progressione lineare, ma piuttosto “a bolle”: mentre snocciola un concetto fa due o tre digressioni e poi ritorna a bomba sul soggetto, salvo poi ricominciare. Anche questo è tipico dei ragazzini, abituati come e molto più di noi al pensiero parallelo e multitasking che la tecnologia e il mondo dell’informazione oggi ti costringe ad adottare. Sicuramente questa scelta aiuta la lettura degli adulti ad immedesimarsi in schemi mentali sconosciuti, e forse – perché no – strizza anche l’occhio ad un possibile nuovo potenziale pubblico di sedicenni. Insomma, se non me lo regala BuzzParadise, quando smaltisco la pila me lo compro 🙂

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La corazzata-2

(segue da qua)

Estrellita: “ma guardalo che amore, comunque ci piazziamo sul divano cerca di stare a contatto con tutti e due. Ci vuole proprio bene”
Tambu: “non è che se ci fossero seduti Hitler e Pol Pot cambierebbe molto, per lui”

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Quel permaloso di Martin Periard (aka VersatileStudio2008)

Di Martin Periard vi ho parlato almeno due volte in questo blog: la prima quando ho detto quanto fosse difficile spiegare a voce la batteria, e la seconda nel post precedente. Tra l’altro l’ho definito senza mezze misure “il mio nuovo mito”, ed era vero. Capita però che mentre cercavo il video di Sunday Morning da incollarvi nel post, mi sia accorto che VersatileStudio2008 – il suo nickname su Youtube – non fosse più tra le mie subscription, cioè tra le persone che tengo d’occhio sul tubo e di cui ho piacere di essere informato dei nuovi inserimenti.

“accidenti – mi sono detto – un errore del sistema che mi avrà disiscritto, rimedio subito pigiando il pulsante giallo!”

screenshot

Mi ha bloccato! ci penso due minuti e intuisco anche perché: nell’ultima mail di youtube che mi è arrivata con i suoi nuovi inserimenti ho trovato la sua versione di “basket case” dei Green Day, e dopo averla vista e ascoltata ho commentato due appunti alla sua esecuzione:

E’ abbastanza noto che io sia un precisino rompicazzo, ma mi pregio di esserlo solo quando ho effettivamente qualcosa da dire. Se si parlasse di fisica nucleare starei indubbiamente zitto, se si parlasse di una canzone qualsiasi potrei fare solo vaghi commenti. Se invece si parla di una canzone che conosco benissimo, che ho sentito centinaia di volte e suonato decine, e poiché SONO un batterista, ho titolo di parlare e quindi lo faccio. Invece di un generico commento “ci sono degli errori” ho scritto ESATTAMENTE cosa e dove ha sbagliato (per la cronaca a 1:03 un lancio inesistente sul rullante, a 2:00 lancio inesistente, a 2:04 variazione molto bella ma inesistente e a 2:09 manca un fondamentale splash insieme al rullante, prima che riprenda a cantare), ma lui non ha gradito e l’ha cancellato, e poi mi ha bloccato.

La cosa mi ha incuriosito, e ho notato che effettivamente i suoi video sono solo pieni di fan sbavosi che urlano “bravo bravo”, e i commenti negativi sono molto generici. Nessuno si sogna di fare le pulci a uno più bravo, e mi sta bene. Non accetto però questa presunzione di essere bravo in TUTTE le canzoni. Martin Periard fa cose che io mi sogno di notte e non farei nemmeno se vivessi tre mesi di file in saletta, ma questo non esclude che possa suonare Basket Case meglio di lui. Gli ho scritto un messaggio per chiedere spiegazioni e gli ho promesso che avrei questo post se non mi avesse risposto, e così faccio.

E non è mafiosità o ripicca, come mi dice qualcuno cui ho accennato a voce la faccenda. E’ che è inutile che ci si racconti la favola della condivisione, del web partecipativo e tutto il resto, quando a ogni piè sospinto si ha a che fare con bambocci permalosi che curano il loro salotto nascondendo la polvere sotto al tappeto. E non mi interessa nemmeno se lo fa per professione: che professionista sei se metti a tacere chi ti fa un appunto invece di ripetere l’esecuzione in modo perfetto?
Sia chiaro, questo non toglie nulla al fatto che continuo ad ammirare le sue cover di tutte le altre canzoni. Ma se leggete questo dovete sapere due cose: Martin Periard è un permalosone, e Basket Case la suono meglio io 😀

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No Doubt – Tragic Kingdom

copertina dell'album Tempo fa vi ho parlato di “Live in the U.K.” degli Helloween, definendolo il più bel live di sempre. In questi giorni sto nuovamente consumando il CD Tragic Kingdom dei No Doubt, e direi che è sicuramente uno dei 10 dischi più belli che conosca, uno di quelli da portare con te sulla classica isola (il prestigioso mensile Rolling Stone, nel 2003, l’ha però piazzato solo al 441° posto tra i 500 migliori album della storia). A distanza di 13 anni dalla pubblicazione mantiene intatta la sua straordinaria forza sonora e la bellezza dei suoi mix di generi differenti, principalmente ska, rock e punk.

Chiariamoci subito: se state pensando a “Don’t speak” siete completamente fuori strada, lasciate perdere: la canzone è effettivamente contenuta in quell’album, ma secondo me è una di quelle che vale meno, anche se come spesso accade è quella che ha avuto più successo e che ha avuto il grande pregio di portare i No Doubt sulla ribalta delle scene mondiali. Magistralmente cantato da Gwen Stefani (moglie di Gavin Rossadale dei Bush, e per questo va stimata 🙂 ), una delle voci più sexy del mondo anche senza guardarla in foto, e suonato eccellentemente anche dagli altri componenti, è un album che tutte le volte mi fa esclamare: “se sapessi suonare così la batteria, sarei realizzato”. D’altronde Adrian Young collabora regolarmente con i The Vandals, in cui ci suona un altro drago dei tamburi: Josh Freese. Ci sarà pure un motivo no?

L’album si apre con la bellissima “Spiderwebs” in cui bisogna assolutamente notare lo slap di basso e la trama di chitarra durante il ritornello, senza dimenticare i cori e i magnifici bending e armonici artificiali di chitarra durante la strofa. Da headbanging, come “Excuse Mr.” che la segue: l’anima punk si rivela e la necessità di dimenarsi si fa largo nell’ascoltatore, salvo poi stupirci con un intermezzo circense con trombe e pianoforte. “Just a girl” forse la conoscete, è stato mi pare il secondo singolo: inizio placido in levare di hi-hat e ritornello tiratissimo, pura anima punkrock. Rimarchevole anche l’aggiunta di strati sonori ad ogni ripetizione successiva dei ritornelli e la linea di basso saltellante.
Del quarto brano, “Happy now“, non c’è molto da dire, mentre “Different people” ha un giro di basso molto coinvolgente, e l’hammond e le trombe la rendono una canzone allegra, che ogni tanto ripete quella serie di terzine di semiminima che le danno invece un tocco di gravosa serietà. Sentite anche la distorsione della chitarra intorno al minuto 2:00, prima del preritornello: sembra assolutamente dissonante al resto della canzone, è geniale. “The climb” finalmente rallenta un po’ il ritmo delle canzoni e lascia tirare il fiato all’ascoltatore, con i suoi 6 minuti e 37 di andamento terzinato. Molto carino il coro che incita “Climb… climb… climb” (scalata) sempre più alto. “Sixteen” ci riporta di colpo al rock salvo poi virare verso lo ska durante la strofa, con l’immancabile hammond. Da notare le fantasiose e impercettibili variazioni del pattern di batteria e l’assolo di chitarra sparato che arriva dopo un pezzo di violino. Senza soluzione di continuità parte “sunday morning“, in cui Adrian Young fa un lavoro certosino di cesellatura dei colpi sul rullante e sugli hi-hat (setntite a 1:55 e subito dopo). Tanto per farvi capire vi incollo il video di Martin Periard che la esegue:

di “don’t speak” abbiamo già detto, “you can do it” è una incursione nella disco anni ’70 sin dalle prime battute, i suoni sono inconfondibili e la citazione palese. Sentite gli acuti di Gwen, le congas, lo splendido assolo di sintetizzatore e quello seguente di tromba jazz; “world go ’round” è di nuovo un “pezzo basso” dell’album, con influenze ska e ritmo blando, anche se i riff di basso meritano attenzione. la penultima canzone, “end it on this” spiana la strada al gran finale, ed è un pezzo molto tirato, con intermezzi circensi, analogamente a Excuse me Mr.
Il gran finale è la title-track “tragic kingdom“. Per capire l’inizio della canzone bisogna fare una pausa e spiegare cosa significa: Tragic kingdom è un gioco di parole su Magic Kingdom, che è il nome con cui di solito ci si riferisce ai vari Disneyland sparsi per il mondo. Uno di essi si trova ad Anahaeim, in California, città dalla quale la band proviene (e come ulteriore curiosità Anaheim si trova nella cosiddetta contea delle arance, una zona in cui vengono prodotti molti di questi frutti, e la copertina dell’album scimmiotta le etichette delle cassette di arance). I suoni che si sentono all’inizio sono registrati direttamente lì o sono comunque volti a ricordare il parco giochi e la spensieratezza di quei luoghi: appena la canzone inizia, però, si avverte un’aria grave dettata dal riff imponente di chitarra e dalla secchezza dei colpi di batteria. Anche il ritmo scandito contribuisce ad acuire questa sensazione di contrapposizione con il parco giochi. Le parole “disillusion” e la prima strofa “Once was a magical place Over time it was lost” dovrebbero rendere chiaro l’argomento della canzone a prescindere dalla musica. Grande l’inizio dell’assolo di chitarra in tapping e il finale ostinato accelerato. La sensazione di gravità della canzone perde forza man mano che il finale accelera, ritornando per un attimo alla giocosità del parco, per poi degenerare di nuovo prima della fine: la sensazione è esattamente quella del carillon rotto, o del clown cattivo, e mi piace immaginare il finale come l’esplosione di Disneyland (anche se è veramente da gustare la citazione del tema di guerre stellari con la tromba pochi secondi prima del termine della canzone).

Insomma, se siete arrivati a leggere fino qua avete capito cosa voglio dire: Compratevi questo CD e non ve ne pentirete!

Purtroppo Deezer non contiene tutto l’album, ma per farvi un’idea i pezzi che sono presenti vanno più che bene 🙂

free music
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Consapevolezza

L’esito delle elezioni aggiunge un sovralivello di pesantezza alla mia vita, l’ho realizzato ieri. Ora:

– Vivo in Italia; gli altri paesi ci odiano e ci ridono dietro.
– lavoro in una azienda particolare; le altre aziende del settore ci odiano e ci ridono dietro.
– all’interno di questa azienda lavoro in un’area specifica; le altre aree ci odiano e ci ridono dietro.

Non è nemmeno detto che all’interno dell’area, o di questa stanza, le cose vadano meglio, ma ora capite perché sono musone? 🙂

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