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Category: pensieri

Il bus d’agosto senza di noi

Dopo aver portato Caterina dai nonni in una città insolitamente vuota, ho preso l’autobus per andare in ufficio. Pensavo sarebbe stato vuoto, ma poiché invece han dimezzato le corse era insolitamente pieno. Però c’era tutto il campionario di acidume anziano che si può immaginare.

C’era l’anziano meridionale, che con tono di voce sempre più grosso cercava di aizzare la folla al linciaggio dei dirigenti di AMT, ma urlava per essere sicuro che fosse l’autista a sentire bene le sue parole minacciose. “quelli che stanno in alto…”, “se passa U controllore bisogna sbatterlo fuori” e così via.
C’era l’anziano-spalla, quello che ha poco da dire perché vittima del protagonismo del personaggio di cui sopra, il cui unico ruolo è quello di rafforzare la leadership del “capo”.
C’era la democratica, che “bisognerebbe fare una petizione”. E c’era la signora che annuiva vigorosamente, parlando sottovoce, seduta sul sedile.

La cosa buffa è che l’autobus è stato pieno pieno per due fermate, mentre per il resto del viaggio era si affollato, ma io riuscivo a leggere un libro tranquillamente in piedi. Nel senso, durante un qualunque mattino novembrino le cose sono MOLTO peggiori. E l’aria condizionata funzionava. Infatti passate le fermate tragiche la protesta è scemata in un brusio e il leader ha perso forza, mentre viaggiava con intorno un buon metro libero. Il comprimario, perso nei discorsi, scopre solo alla fine che deve scendere e spintona mezzo bus, salvo poi approfittare della porta anteriore (e beccarsi uno “svegliati prima” dal sottoscritto 🙂 ). La democratica invece non spintona nessuno e opta scientemente per la porta davanti, sprezzante del regolamento. La signora che annuisce allora alla fermata dopo – l’ultima prima del capolinea – usa anche lei la porta anteriore, e quando l’autista le fa notare la cosa, in un impeto di ribellione le dice “pensi invece a come viaggiamo!”

O_O

E’ stata seduta tutto il tempo!

Per la cronaca il libro che ho iniziato a leggere è “Il mondo senza di noi“, ed effettivamente la descrizione dettagliata dell’incontaminata foresta di Bialowieza mi è sembrata particolarmente attraente. Quand’è che scompariaimo da questo mondo?

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Il mio pessimo inglese parlato

Ieri sera un ragazzo inglese, in un parcheggio di Arenzano, mi ha chiesto “Via Aurelia. Camping”.
Io non so dove sia un camping ad Arenzano sulla via Aurelia, semmai lo trovo col telefonino, ma so dove sia la via Aurelia (era a 20 metri da dove ci trovavamo). Oltre che indicare col dito e dire “that’s Via Aurelia” – cosa che ho fatto – volevo essere gentile e dargli indicazioni più precise per arrivare a questo campeggio, o almeno fargli capire che avrebbe quantomeno dovuto superare tutto il centro abitato.

Niente. Buio totale. Devo prendere atto che così, di punto in bianco e senza un’adeguata preparazione mentale, non sono capace di spiccicare due semplici frasi in inglese. Sembro un idiota e faccio apparire sorrisi di compassione sul povero straniero.

Il mio rapporto con l’inglese è monodirezionale. Lo capisco quasi alla perfezione, lo traduco in italiano molto bene, ma nel senso inverso ho qualche problema a scriverlo, mente sono completamente inetto a parlarlo.
Altro che “andare a vivere in scandinavia” 🙁

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Quanto è peggiorato?

Esattamente un anno fa ero a Copenaghen, prima tappa del viaggio di nozze. Quando sono tornato ho documentato tutto con il famoso post “perché consiglio un viaggio in scandinavia” e poi sono stato colto da uno pseudo stato depressivo per la condizione italiana, che poi è sfociato nella serie di post “non può che peggiorare“.

A distanza di un anno le cose sono ancora peggiori di quanto potessi immaginare, ma ho evitato di ammorbarvi troppo perché non ne avete voglia, lo so. In questo momento un caro amico è in Danimarca, e le quattro volte che mi ha contattato mi ha detto “avevi ragione, avevi ragione, qua è un altro pianeta”. Facile pensarlo quando si è fuori, ma lui è la dimostrazione vivente che il punto non è che quelli sono su un altro pianeta; il punto sono i dettagli assurdi che ci fanno capire QUANTO essi siano fuori dalla nostra portata, quanto sia completamente impossibile per noi anche solo sperare di essere un giorno a quel livello.

E so che altri tre colleghi hanno in programma viaggi in Danimarca o Svezia, questa estate. Andate, andate, che la consapevolezza è sempre un bene!

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Un anno di matrimonio

Cavoli, è già passato un anno! Come se non bastasse nel frattempo sono successe un bel po’ di cose, compreso un frugolo rosa pacioccone e sorridente, ma mi sembra ieri.
Rifarei tutto per filo e per segno, esattamente come è stato. Per fortuna la signora è sempre attenta ai desideri degli altri, e ancora oggi ogni tanto qualcuno ci dice “è stata una bella festa, avete azzeccato tutto”. Ma festa a parte, rifarei per filo e per segno proprio tutto, a partire da quella proposta di matrimonio fatta in un momento non preventivato, proprio a me che piace pianificare e immaginare con cura tutto 🙂

Oggi per festeggiare andiamo a cena fuori, ma prima – tanto per gradire – una bella festa di bambini duenni. così ci abituiamo 😛

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Non può che peggiorare – 8

Da così:

logo italia.it

A così:

logo Magic italy

porco mondo che orrore. Non so se sperare che anche questo vada nel dimenticatoio ed essere felice perché qualcuno ha preso soldi facili (a meno che non l’abbia davvero disegnato Noemi con CorelDraw) o sperare che vada online prima possibile e tutti se ne dimentichino…

immagini di italianwebdesign.it e webnews.it

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Agenzia Immobiliare “Il Nido”, a Genova

Quando devi comprare e vendere casa, c’è poco da fare, non sempre puoi scegliere l’agenzia cui rivolgerti. Certo, l’ottimo sarebbe fare tutto da soli, ma non sempre è possibile. Specie se la casa che hai adocchiato ce l’ha in gestione un’agenzia. E allora o hai fortuna oppure rischi di essere uno dei tanti che “ah, sugli agenti immobiliari te ne racconto un paio che han le ruote”.

Io non ho mai avuto a che fare con le agenzie immobiliari, che a Genova sono la terza categoria di attività più presente dopo le farmacie e i panifici (ma anche le cineserie sono in grande spolvero ultimamente), e non senza motivo: comprare o vendere casa, nel capoluogo ligure è facile per quantità degli immobili presenti, ma trovarne uno di qualità è parecchio più difficile. Poi c’è anche la schiera dei cosiddetti “palazzinari”, cioè persone che nel corso di generazioni ha accumulato decine – spesso parecchie decine – di case e appartamenti e vive di rendita o usa i guadagni per acquistarne altre, da affittare o ristrutturare e rivendere lucrandoci. Quelli veramente tosti fan tutto da soli, gli altri danno da vivere alle agenzie. Mettiamo infine nel computo che per via della sua struttura abbastanza particolare, Genova si presta molto agli annunci ” da interpretare”, di cui Beggi tempo fa scrisse un post molto carino: nella zona dei vicoli difficilmente troverete una casa luminosa, con l’ascensore, ampia, col giardino e con la vista sul mare. Ammesso che esista, ci vive un palazzinaro e non la vende 🙂

Questo preambolo per dire che mia moglie aveva un po’ di pregiudizi sulla categoria maturati da esperienze precedenti e da racconti di amici, e che dopo la nostra esperienza di compravendita siamo coscienti di essere stati fortunati 🙂
la parte “compro casa”: La casa che abbiamo visto nell’annuncio, papabile di essere eletta a nostra prossima dimora, era gestita dall’agenzia immobiliare “Il nido” di Via Ravecca, e giocoforza siamo dovuti passare attraverso di loro per venirne in possesso. Il nostro referenti primario, Marco, è una persona che nel tempo ha acquistato stima, invece di perderla, come ho avuto modo di dire in una discussione su FriendFeed.

la parte “vendo casa”: Dopo averci mostrato la casa dell’annuncio è venuto a vedere casa nostra ed è stato molto onesto nella valutazione: invece di sparare alto per invogliarci a diventare clienti, e constatato che con una figlia piccola non potevamo permetterci di sbagliare i conti per difetto, ha fatto una valutazione concreta e prudente, del tipo “sotto a questa cifra è impossibile che non la vendiate” e ci ha aiutato a fare i conti per capire se potevamo iniziare l’operazione. E’ stato dietro al venditore nella nostra trattativa di acquisto, anche se inizialmente dando ascolto ai racconti dei miei amici ho avuto l’impressione che non si muovesse abbastanza. Invece lavorava nell’ombra, e alla fine siamo riusciti a concludere la trattativa e siamo passati alla vendita di casa nostra. Anche qui avrei avuto le mie rimostranze su tutto, da perfetto impiccione, e avrei avuto torto. In poco tempo abbiamo avuto moltissime visite di potenziali acquirenti (merito anche dell’annuncio grande mezza pagina due del più importante settimanale di annunci immobliari), e nel giro di un mese e mezzo eravamo già d’accordo con una coppia per l’acquisto. Il grande pregio di questo giro, e del supporto dell’agenzia (quindi anche di Armando e Laura) è che in poco tempo ho interpretato sia il ruolo di venditore che quello di compratore, e ho potuto confrontarli e rendermi conto che nella maggior parte dei casi le compravendite immobiliari sono una ruota, un ingranaggio che gira: iniziano prima di te, e spesso prima di chi vende a te, e terminano dopo di te, spesso dopo di compra da te. Non ha senso impuntarsi e bloccare tutto l’ingranaggio, non ha senso rischiare di essere stronzi con qualcuno che poi probabilmente vorrà rifarsi su qualcun altro.

E per la cronaca la cifra finale di vendita era comunque superiore a quanto preventivato come minimo sindacale, per cui come non essere contenti?
La sensazione che ho avuto è che non mi sia mai stata raccontata una frottola, evento cui ero comunque preparato psicologicamente. Poi, se sia stata solo una sensazione non lo so, e se si allora vale la regola del ristoratore (“ogni cliente deve sentirsi speciale pur essendo trattato come gli altri” nd Luca Sartoni), ma non credo. Se non fossi molto contento del loro operato non ci scriverei di sicuro un post, e non avrei pagato una cifra leggermente (pochissima cosa, comunque) superiore a quanto detto all’inizio a voce senza fiatare. Riconosco la bontà di un lavoro fatto bene e lo pago per come è fatto, non è un problema.

Il fatto ora è che spero di non dover cambiare di nuovo casa a breve, ma se dovessi farlo inizierei dall’agenzia “Il nido”. Magari non dal loro sito, ecco ( 😀 ), ma un passo in Via Ravecca lo farei sicuramente!

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La lenta primavera dei neuroni

Oggi sento che mi sto svegliando da un torpore. Oggi ho giocato a pallone con dei grandi e dei bambini su un prato, riempendomi di erba e fango (e poteva andare molto peggio, visto che ero in porta 🙂 ) e forse il movimento mi ha aiutato. In realtà non ero intorpidito da chissà cosa, sono semplicemente più attento ad altre cose, la Caterina ad esempio. Ma la Caterina è buonissima, non è lei ad intorpidirmi; oggi ad esempio se ne stava buona buona nel suo ovetto, sveglia, mentre io grigliavo la carne e altre trenta persone intorno facevano altro.

E’ stato l’inverno, unito al cambio di vita che – comunque – si è imposto. Ma oggi c’era il Sole, e il Sole mi dà energia, devo anche averlo già scritto da qualche parte anche se non lo trovo. Dicevo dei neuroni, quindi, perché finalmente ho qualche idea, e un po’ di voglia di fare. Ho da pensare alla fase due del mio progetto, che compie quasi un anno, e ho deciso che istituirò due rubriche su questo blog. Una a cadenza casuale “la indovino con…” e una un po’ più regolare in cui torno a parlare di musica, che un po’ mi manca. E poi sto leggendo un libro su Lightroom, che è un programma che fa molti più caffè di quanto si pensi, e ho scoperto di avere probabilmente un problema alla fotocamera, per cui magari la smetto di deprimermi per le foto moscie che faccio. Dovrei averlo compensato via software, magari anche lì ci faccio un post.

Ah, la primavera… 🙂

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Ma il ponte assolutamente si

Cercando di tralasciare qualsiasi vena polemica politica, mi fa indubbiamente piacere che il governo metta da parte dei progetti – anche importanti – per trovare i soldi per la ricostruzione del terremoto in Abruzzo. Ho anche un momento di stima per Berlusconi se il senso è

Dunque il Governo è pronto a sacrificare parte o tutto il piano infrastrutture da 16,6 miliardi di euro

ma non posso non avere un moto di orrore per la frase successiva

ma non il Ponte sullo Stretto di Messina

c’è appena stato un devastante terremoto e la cosa cui non puoi assolutamente rinunciare è un ponte faraonico a pochi chilometri da una zona vulcanica e sismica? qua non è questione di prevedere o no i terremoti, è buon senso comune, credo…

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Economia di una città in ginocchio

Ieri un incidente poco prima del casello dell’ingresso dell’autostrada ha paralizzato la città, come ai vecchi tempi. Dal centro fino all’aeroporto tutto bloccato, fermo, immobile. E meno male che ero in scooter, sennò ero ancora lì adesso.

Mentre faticosamente cercavo nuove vie per evitare l’ingorgo, riflettevo sulle modifiche all’economia che questa situazione produce. Innanzitutto un lieve innalzamento del PIL, secondo la nota teoria del “macchina ferma accesa = più benzina da comprare” a livello generale. Poi un po’ di appuntamenti saltati, alcuni di questi di lavoro. Poi il casello dell’autostrada, il cui grafico degli introiti di Genova Ovest deve avere avuto un drastico calo (non si è azzerato perché comunque, poche per volta, le macchine potevano aggirare l’ostacolo ed arrivare al casello). Poi una impennata degli introiti degli operatori telefonici, perché tutti chiamavano o mandavano SMS per avvisare. Più traffico, più incidenti, e l’anno prossimo salgono i premi delle assicurazioni.

E chissà quante altre cose vengono in mente a voi! non male, per un “banale” incidente no?

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