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Category: mondo

Una vacanza all’Elba (LI)

Casomai non si fosse capito, anche la seconda parte della vacanza è terminata. Non ero mai stato all’isola d’Elba, e la cosa che mi ha colpito di più è che è molto verde, molto più del litorale toscano di Piombino cui pensavo somigliasse. Campeggio medio-grande, tutto sommato piacevole, caldo accettabile, relax pressoché totale guastato solo dai materassi di gommapiuma. Non si può avere sempre tutto, no?

Carini i paesini di Marciana Marina e Porto Azzurro, e ideale il periodo settembrino (mi dicono che in Luglio e Agosto la situazione è ingestibile). Questa volta gli autoctoni erano simpatici, ma non avevo dubbi: trovare un toscano antipatico è cosa più unica che rara.

Non ho molti aneddoti da raccontare, posso dire che alla Caterina sembra piacere l’elemento acquoso, che sia piscina o mare poco importa; dopo un attimo di smarrimento ci ha preso gusto, e le piace anche leccare il salvagente dato che non è abituata ai sapori salati 😀

Concludo come sempre con un consiglio enogastronomico: nei dintorni del paesino di Rio Marina, ex borgo minerario che ne porta tutti i pesanti segni, c’è l’agriturismo “Il Termine“: si raggiunge dopo 2,8 chilometri di sterrato in mezzo a una ex miniera di ferro, ma quando si varca il cancello tutto cambia forma: agrumeti, olivi, prato curato. Se vi fermate in agriturismo c’è una Jacuzzi riscaldata in mezzo al bosco con vista mare, o una piscina con prendisole in legno, e le camere sono arredate con tappeti persiani e docce idromassaggio. Se invece come noi usufruite solo del ristorante, sappiate che se la giornata è stata fortunata i pesci sono pescati da loro, la cucina è ottima e il servizio molto curato, il dessert è fantasmagorico – uno dei più buoni che abbia mai mangiato – e c’è una buona scelta di superalcolici, e ve lo dice uno che non li ama particolarmente, ma al Lagavulin torbato invecchiato 16 anni non si resiste 🙂

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Una vacanza a Etroubles (AO)

La prima parte di vacanza è andata, fatta, finita. Il ridente paesino di Etroubles, 20 km da Aosta, sarebbe anche bellino se non fosse per la statale del Gran San Bernardo che lo schiaccia e lo relega nell’angolino. Insieme a una coppia di amici, e relativo bimbo ottomesenne, abbiamo preso un appartamento per una settimana, gestito dalla locale parrocchia. Essenziale, pulito, tutto sommato onesto, considerato il fatto che non ti fan la ricevuta e che non ci trovi manco le mollette per stendere. Ma non importa.
A parte due giorni di pioggia ce la siamo goduta alla grande: passeggiate nel verde, grandi mangiate, aria buona, bei panorami. C’è una cosa che stona in tutta la vacanza, però: i valdostani; mi piacerebbe non fare di tutta l’erba un fascio, ma capirete bene che in una settimana ne ho incontrati un bel po’, e purtroppo devo ammettere che esistono persone più antipatiche di me; oppure l’influenza dei francesi va ben oltre i cartelli scritti nella sola lingua di Napoleone, “che se non vi va bene l’Italia potete fare un referendum e annettervi a Sarkozy”.

Partiamo da una semplice pizza al “Le vieux bourg“, dentro a Etroubles. La varietà è ampia, e la pizza sarebbe anche buona, se non che a poche forchettate dalla fine ci trovo dentro una mosca, cotta. Tralasciando un attimo l’incazzoso che è in me, lo faccio notare gentilmente alla padrona, affinché si renda conto e possa operare come più ritiene adatto; ora, se mi piacessero le mosche me la sarei mangiata con piacere, ma se invece te lo faccio notare un motivo c’è. Può essere che la cosa mi turbi poco – come stranamente è avvenuto – o può essere che mi venga istantaneamente un conato di vomito. In entrambi i casi il minimo che mi aspetto è che la pizza tu non me la faccia pagare (e questo non perché sono genovese, ma per educazione, gentilezza, marketing, prassi, quel che volete). Invece no, ci tocca reclamare lo sconto dallo scontrino, perché secondo la signora “la pizza l’avete mangiata” (quindi lo sconto deriva solo dal MOMENTO in cui trovo la mosca? e se la trovo alla prima forchettata, ho il coraggio di mangiarne una sostitutiva?), “e comunque non è colpa mia” (e lo spero bene, ma le buone maniere invece sono colpa tua eccome). Bocciato.

Parliamo un secondo del fatto che, a quanto ci è dato di vedere da visite in svariati minimarket della zona, la valle del Gran San Bernardo non si nutre di verdure fresche. Trovi una melanzana raggrinzita di dieci giorni fa a Saint Oyen – che dopo averla vista mi faccio remore pure a comprarti il carbone, lèvala da lì perdio! – due peperoni belli di numero al market del distributore prima del traforo e qualche zucchina e pomodoro al market di Etroubles, sul quale aleggiano mistici e verosimili racconti su alcune pratiche non proprio simpatiche con i prezzi, i residenti, i turisti e gli scontrini in cambio di buoni-acquisto alla “fotti il turista più che puoi”.

Alle falde del vicino paese di Saint-Oyen c’è un’area sportiva attrezzata con bar, campo da pallone, giochi per i bambini e una pineta con bagno, barbecue in pietra e tavoli ricavati da tronchi a disposizione. Basta pagare. Benissimo, sono ben felice di pagare un bel servizio: 5 euro il tavolo, 4 euro il barbecue, legna gratis a profusione (e se ti servono due tavoli, il secondo costa soooooooolo 3 euro!!).
Il giorno prima però ha piovuto, per cui la legna è fradicia, e il casottino preposto all’accumulo vuoto. Non manco di farlo notare all’omino che riscuote il pizzo – non perché sono un genovese rompicoglioni, ma perché magari ha della legna asciutta da qualche parte – ma mi risponde picche. Il tizio riesce anche nella difficilissima impresa di mandare mia moglie fuori dai gangheri, con frasi tipo “eh, sono due mesi che non piove”, “non è colpa mia” (un refrain), e la splendida “se non vi piace qui potete anche andarvene!”.
O magari potrei darti fuoco alla pineta, fai tu…

Per il resto, come dicevo, le attività che non richiedono l’interazione con gli autoctoni sono state tutte piacevoli. Molto bella la gita alla diga di Places Moulin, molto rilassanti le passeggiate all’area verde di Etroubles. Da incorniciare il pranzo all’agriturismo “La grandze in Tsi Inconnu“. Dopo averci schiantati di antipasti con salumi e formaggi tipici, ci hanno servito delle crespelle da morire, uno dei risotti agli zucchini più buoni che abbia mai mangiato, coniglio con polenta e spezzatino ai funghi. Poi ho preso un sorbetto al limone con i lamponi. Tutte cose preparate al momento – e infatti ci son volute quasi quattro ore – ma buonissime e gustosissime. Standing ovation!

Ora ci aspetta una settimana di mare e poi il triste ritorno al mondo lavorativo. Mi dicono voci affidabili che quando non lavoro mi trasformo in un individuo gioioso e piacevole. Se qualcuno volesse mantenermi e salvare il mondo dalla mia acidità, per me va bene eh! 😀

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La Monte Galletto

Per chi non lo sapesse, la galleria Monte Galletto è un tratto di autostrada che buca una montagna sulla A7 Genova-Milano, subito dopo il bivio per la A10 e subito prima del casello di Bolzaneto.
Se abitate al Nord e siete mai sbarcati a Genova con un traghetto, ci siete passati al 99% anche se non capite esattamente di cosa parlo. Fatto sta che questa galleria ha da tempo immemore seri problemi strutturali, infiltrazioni, manto stradale troppo alto, cedimenti e chi più ne ha più ne metta. Anche se non ho i dati ufficiali sotto mano, a spanne posso dire che negli ultimi 10 anni sarà stata chiusa al traffico per un tempo totale (tra cui molte intere notti dalle 22 alle 6) per almeno un anno e mezzo, senza che mai in realtà si giungesse ad una soluzione.

Poi qualcuno ha deciso che l’avrebbero chiusa totalmente tra il 5 e il 18 agosto, per sistemarla definitivamente. Io per primo, ma anche tutti i genovesi che conosco, abbiamo riso della scelta delle date. “ma come? in piena estate? di ferragosto? ma sono scemi?” e loro giù ad assicurare che no, avevano fatto delle simulazioni al computer, avevano guardato le partenze dei traghetti, ma soprattutto gli arrivi visto che il problema è a salire. Io professavo l’apocalisse, e non volevo sentire ragioni.

Invece direi che le cose sono andate molto bene, e non so se per culo o perché hanno davvero fatto le simulazioni (e hanno anche inserito i dati giusti) c’è stato qualche problemino di traffico in città i primi due giorni, ma niente ingorgoni infernali. Addirittura, la galleria riapre con due giorni d’anticipo. Se dietro ci sia un comunicatore e un piano a tavolino come dice la Ale non lo so. Per una volta – devo ammettere – pare abbiano fatto un buon lavoro.

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Acque balneabili italiane

L’impareggiabile Botty mi mette sotto gli occhi questa pagina dell’ANSA, che merita una certa attenzione.

Il 96% delle coste italiane e’ balneabile anche se rispetto allo scorso anno i chilometri off limits sono passati da 197 a 198.

In linea di principio non è possibile, visto che le coste sono sempre le stesse (non abbiamo annesso nessun nuovo territorio alla repubblica italiana), ma siccome un chilometro su migliaia è una percentuale irrisoria, arrotondando ci può stare.

I dati sullo stato di salute delle coste italiane diffusi sul sito Internet del ministero del Welfare

Il ministero del Welfare? esiste? Googlando alla grande si arriva alla soluzione, il ministero della salute

dei 5175 chilometri di costa sottoposti a controllo, sui 7375 chilometri di costa italiana, ben 4969 chilometri sono balneabili.

4969/5175 = 96,02% ok. Ma 4969/7375 fa 67,38% Se il titolo dell’articolo contiene “Italia” e una percentuale, il lettore si aspetta di avere il totale; se l’articolo parte con “il 96% delle coste italiane è balneabile” ha la conferma. Ma è balneabile sicuramente solo il 67%, non il 96.

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Il tasso di suicidi in Svezia

Siccome per troppe volte in due settimane è uscita questa cosa dei suicidi in Svezia è il momento di un post. La prima volta ho tirato fuori il Magic e con due ditate ho trovato questa pagina dell’organizzazione mondiale della sanità, le seconda qualcuno ha trovato queste tabelle già belle che ordinate per tasso discendente: uomini e donne.

Ora non è per difenderli sempre a priori; se proprio vogliamo parlare male di loro possiamo dire che a cucinare sono delle capre, ma per carità basta con questa cosa dei suicidi e della candela fuori dalla porta per segnalare che si è ancora vivi. Hanno un tasso di suicidi doppio rispetto all’italia, ma è la metà rispetto al Kazakistan e un quarto rispetto alla Lituania. E non è nemmeno questione di latitudine. La vicinissima Croazia ha un tasso più che triplo rispetto all’Italia, e quasi doppio rispetto alla Svezia.

Per puro caso, poi, ho anche trovato su un forum un intervento di una persona che conosco, anche se ancora non di persona, perché frequentiamo una mailing list comune, di cui riporto un pezzetto

Riscontro poi un sottile piacere malizioso da parte di noi italiani nel citare questa cosa dei suicidi, spesso come una rivalsa su genti che mediamente ci fanno mangiare la polvere in qualsiasi aspetto del vivere civile

Ho comunque chiesto, tempo fa, ad un amico svedese di questa faccenda dei suicidi. Lui (che e’ un culture manager, non un pinco palla), sostiene che puo’ dipendere dal fatto che in Svezia qualsiasi causa di morte viene approfondita in modo maniacale per capire cosa e’ successo, e questo permetterebbe di includere nella categoria “suicidio” morti che in altri paesi verrebbero supinamente accettate senza porsi troppi perche’.

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Il posto delle fragole

Poi il mio amico è tornato dalla Danimarca, eh, e ci teneva che vi raccontassi un aneddoto che gli è capitato. In effetti ammetto che pur essendo ormai fisiologicamente preparato alle storielle di civiltà che arrivano dall’estero, questa mi ha lasciato interdetto, e poi vi spiego perché.

Il mio amico attraversava un paesino qualsiasi, con le sue belle casette monofamiliari. Posto anonimo, come ce ne sono tanti, se non che molto spesso, nei giardini delle suddette case, erano presenti banchetti con i prodotti degli orti (orti personali, quelli che ora van di moda grazie a Michelle Obama).
Il mio amico li osserva e inizia a subodorare cosa accadrà, e infatti accade: un omino si avvicina, scruta la frutta, prende un cestino di fragole e lascia le sue monete in una scatola, sullo stesso banco. Anche il mio amico prende un cestino di fragole, mette i soldi nella scatola e – timoroso – si prende pure il resto, ma non scatta nessun allarme centralizzato 🙂
E pare essere una pratica comune, visto che i banchetti erano molto numerosi. A fine giornata il proprietario del banchetto torna dal lavoro e ritira il suo gruzzolo dalla scatola.

La prima facile risposta è “ah, in Italia ti farebbero sparire frutta, soldi e pure il banchetto”, e probabilmente è vero. Io sono rimasto interdetto perché mi sono venute in mente almeno tre cose che in Italia ti impediscono una cosa così semplice:
– occupazione del suolo pubblico
– vendita di generi alimentari senza l’adeguata licenza
– evasione fiscale per mancanza di scontrino e registratore di cassa
ma di certo dimentico qualcosa.

Per consolarci possiamo guardare dentro il nostro giardino:
– solo tre anni e sei mesi a chi ha massacrato Aldrovandi, che manco se fosse stato un vero drogato si meritava una fine così
– solo sei anni a Spaccarotella per l’omicidio Sandri. Il solito proiettile deviato.
– italia.it (senza link) torna online, brutto tanto quanto prima, inaccessibile ai disabili e con un costo stimato tra i 5 e i 10 milioni di euro. Con 10 milioni ci costruisci 50 case da 200.000 euro in Abruzzo, molto a spanne.
– torna l’UDEUR, come la gramigna.
– se avete soldi all’estero è di nuovo il momento di farli rientrare. Se ne avete in avanzo qui vi conviene mandarli all’estero e farli rientrare. Ci pagate meno tasse e potete comprare un sacco di cestini di fragole 😉

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Te la do io la candidatura!

Stavo già per lanciarmi in un pippone su internet che sposta o non sposta voti, che è stato un tormentone subito dopo le europee e la Serracchiani, dopo aver letto che il buffone supremo ha annunciato la sua candidatura a segretario di un partito che odia, quando ecco che come al solito qualcuno meglio informato di me ha scovato la magagna.

Peccato, Grillo candidato a segretario del PD era un buon test per tutte le tesi macinate in quell’occasione sulla forza di internet nella politica, ma non se ne farà niente. D’altronde secondo me avrebbe preso dieci schiaffi, ma temo non lo sapremo mai… 🙂

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nucleare? si, ma bomba e in parlamento!

Com’è possibile che si faccia una legge che contrasta palesemente con un referendum già votato? Le espressioni di voto hanno un limite temporale, i referendum scadono?

Qualche esperto mi spieghi, per cortesia…

[update: mi dicono su Facebook che le decisioni dei referendum hanno una durata di 5 anni. La fonte è normalmente seria, ma nonostante ciò non trovo evidenza di questa cosa. Almeno ora c’è una direzione da seguire]

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secondo me quadra davvero

e immagino che la maggioranza degli italiana potrebbe anche darla per buona, se si diffondesse come versione ufficiale 😀

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Imperdibile!

Mega Shark vs. Giant Octopus

e non dite di no! poi ci troviamo tutti qui nei commenti e ne parliamo, ok? 😀

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