L’altro giorno ho discusso un po’ col mio capo e col SEO sulle statistiche web che teniamo in ufficio. Per farla breve la mia conclusione è che non interessino a nessuno, quindi che non è il caso di spenderci tutti quei soldi.
Il fatto è che i report che produciamo vengono visti dai caporedattori come numeri e grafici, parole inglesi senza senso e concetti da imparare: sono rotture di coglioni.
Quel che dovrei sforzarmi di far capire è che la web analytics è uno dei metri, forse l’unico, per capire se il lavoro su un sito è fatto bene, se va nella giusta direzione; nel mio mondo immaginario il caporedattore tiene molto al suo sito e vuole controllare cosa va e cosa non va, cosa è in e cosa è out, e per farlo ha bisogno dei dati che gli fornisco; allo stesso identico modo per cui il direttore di un giornale ha bisogno di sapere il dato sulle vendite per capire se l’editore e gli inserzionisti gli faranno il mazzo o no.
L’altro concetto che non riesco probabilmente a far passare è che la statistica è tutta intorno a noi, basta solo saperla cogliere:
Il nostro bagno in ufficio ha 3 lavandini per 3 water. Ci sono ovviamente 3 distributori di salviette (quelle col rotolo di carta a strappo) ma non sono disposti in modo omogeneo: uno sta alla sinistra del lavabo più a sinistra, due stanno a destra di quello più a destra. Questioni di spazio. C’è però un solo specchio e sta sopra al lavabo di sinistra.
La situazione è che normalmente verso le 15-15.30 il rotolo sulla sinistra sia esaurito, e il cestino sulla sinistra strabordi di carta, perché le persone amano avere lo specchio di fronte quando si lavano le mani e poi optano per il distributore e il cestino più vicini.
Ieri qualcuno ha spostato lo specchio, lo ha messo sopra al lavabo di mezzo. La situazione ieri e oggi è che alle 16 i rotoli erano equamente consumati, e oggi addirittura uno di quelli di destra era esaurito. Idem i cestini, equamente pieni.
Questo perché la gente continua a preferire il lavabo con lo specchio, ma a fine lavaggio è indifferente – in termini di distanza – da quale rotolo prendere la salvietta.
La statistica ci ha fornito un dato (un dispenser lavora troppo e gli altri poco), qualcuno ha intrapreso un’azione correttiva (spostare lo specchio) e la statistica nuovamente ci fornisce un dato per controllare l’esito dell’azione correttiva (i tre dispenser lavorano in egual modo).
E’ o non è esattamente quel che ci si aspetta di fare su un sito web?
In realtà penso che la mossa dello specchio sia stata casuale, ma per illustrare il concetto è capitata a fagiolo. Chissà se riuscirò a spiegarlo per bene in ufficio?
A chi mi chiede se serve la statistica, farò leggere questo tuo post!
Complimenti. Semplice ed efficace.
complimentissimi.
Bello l’esempio del bagno, porta su tutta un’area semantica, statistiche, carta igienica…
Ma del sito in generale, prima ancora che della wa, importa qualcosa a qualcuno?
Se sì prova con la ricetta della nonna: prepara due soli grafici al boss, e invece di mandarglieli prova a raccontarglieli a voce come faresti con il tuo vicino. Al SEO offri una birra e raccontagli di quel collega che analizzando le statistiche ha trovato le migliori parole chiave, ha fatto crescere dell’X% i posizionamenti e ha avuto un aumento 🙂
Bellissimo l’esempio del bagno, penso che lo riciclerò appena possibile.
Per quanto riguarda le statistiche, se del sito non importa granché a nessuno, non credo ci sia tanto da fare. Anche l’idea di Miriam e Botty, per funzionare, necessita che almeno da parte dei vertici ci sia un interesse per il sito e quindi la volontà di premiare chi fa qualcosa di buono al riguardo.
Intanto, potresti provare a tradurre i grafici e i numeri in immagini più “emozionali”, più facilmente comprensibili: utilizzare i classici colori rosso-giallo-verde per far capire cosa va e cosa non va, oppure delle icone (faccine sorridenti o tristi) o meglio ancora delle clipart, non so tipo una serie di omini che vanno da quello felice a quello che si sta per impiccare. Insomma, cercare una strategia creativa per far passare delle informazioni che su un piano più razionale incontrano delle resistenze (culturali, dovute alla “paura” di qualcosa di nuovo e che tutto sommato non si conosce, ecc.)
Miriam, non esiste un collega così, non qui 😛
Hai cmq ragione, la verità tra le righe è che tutto sommato nemmeno del sito importa molto.
Fantasticamente in trend col post di ieri (che non sono riuscito a commentare… mi rifiutava… Mah!) e fantasticamente chiaro e completo!
Anche mia madre, se avesse un suo sito, capirebbe il perche` e il per come delle statistiche, spiegato da te… Secondo me con la spiegazione del bagno puo` farcela anche un dirigente… 😉
(PS… magari il collega che analizza le statistiche, ne spiega il perche` dell’importanza, suggerisce le azioni correttive e riceve un aumento non esiste _ancora_, ma dopo lo spiegone… chissa`… Auguri!)
L’esempio del bagno non e’ riciclabile, gente, dovrete inventarvene uno simile,
a meno che non lavoriate nell’ufficio di tambu 🙂
Se gli fai lo stesso esempio… anche i muli lo capiranno 🙂
… il tutto si riconduce ad un problema di cultura e purtroppo cambiare la cultura rimane uno degli scogli più duri da affrontare!
Ottimo e bello l’intento di questo articolo ma dopo dieci anni di esperienze in merito mi sento di dire che le persone a livello dirigenziale o hanno una mentalità rivolta agli aspetti gestionali e quindi danno importanza all’utilizzo delle statistiche (e da quello che ho constatato sono ben poche questo tipo di persone) oppure è un bagno di sangue in tutti i sensi!!! Le statistiche o si conoscono e si usano bene oppure è meglio non averle.
Arrivare a capire che le statistiche sono importantissime non ci vuole molto ma la cosa poi ancora più difficile e vitale/fondamentale è poi la messa in pratica ed il vero e proprio utilizzo di questi benedetti dati.
Chiudo il mio piccolo intervento dicendo che nella cultura attuale è più importante l’aspetto esteriore o la gentilezza nel parlare che conoscere aspetti gestionali, budget, forecast e statistiche.
man, non mi/ti funzia il trackback, così provvedo a manella.
direi “ti” visto che dal post dopo ne ho appena mandato uno 🙂
un ottimo esempio!!! sicuramente riuscierai a spiegarglielo.
Bravo Tambu,
se non capiscono neanche l’esempio del bagno puoi, a scelta, ritenerti o molto sfortunato (se hai voglia di lavorare) o molto fortunato (e aprire un secondo business dall’ufficio, che so, vendere fumetti su ebay o qualcosa del genere).
[…] ricordate il post “spiegare l’importanza della web analytics“? è di Febbraio, e possiamo dire che da allora ne è passata di acqua sotto i ponti. No, la […]
Mi scuso per il ritardo del commento, ma volevo fare una considerazione.
Io penso che Tambu non riuscirà a spiegare l’importanza della Web Analytics. Il problema non è saperla spiegare, nel suo caso, ma non volerla capire o meglio non avere motivazioni per capirla.
Ci sono aziende che il sito lo fanno perché lo devono fare. Mettono una cifra x a budget, fanno il sito e non vogliono altre spese. Che funzioni o no gli importa poco, perché tanto il loro obiettivo reale non è che funzioni o che produca.
La web analytics in aziende come questa è fuori budget, quindi non la si vuol capire. Inoltre si correrebbe il rischio di scoprire che ci sono cose che non vanno e poi bisognerebbe giustificare a qualcun altro come mai e spendere altri soldi, prelevando da altri budget. Niente da fare, meglio non sapere.
Ci sono aziende in cui la web analytics non passerà mai, come non passa il controllo di gestione, come non passa la rapportazione delle attività, come non passa tutto ciò che è fuori budget.
Un giorno un responsabile marketing, alla mia proposta di ottenere il doppio delle conversioni alla stessa cifra che già stavano spendendo, mi rispose – “ma guardi, Francesco, abbiamo già la firma a procedere così, col vecchio metodo. Perché rimettere tutto in discussione? In fondo alla Direzione quello che stiamo ottenendo va bene, perché ri-discutere, cambiare, dover fare altri lavori? No, guarmi, mi eviti una fatica, lasciamo tutto così.”
Chiaro?
bingo! 🙂
Grandissimo, alla luce della rivelazione del tuo post di oggi… 😉 Purtroppo Fradefra ha capito – e spiegato – la questione troppo bene -sigh. Ma la tua bravura è indiscutibile, nel saper cogliere, con divertimento e lucidità, una questione-chiave sottovalutata e incompresa dai fantastici Amministratori che stanno sopra le nostre teste… e non solo sulle nostre, ahinoi..!
…e se magari leggessero il post??!!