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Category: mondo

Una giornata alle terme di Vinadio

Il regalo di compleanno per mia moglie è stata una giornata alle terme di Vinadio, amena cittadina del cuneese quasi al confine di Stato con la Francia. In realtà le terme sono a Bagni di Vinadio, ma poco importa.
La cornice è interessante e la struttura è circondata da monti innevati, ma risente pesantemente del tempo che passa: c’è parecchia ruggine, vetri venati e lo spogliatoio non è molto diverso da una qualsiasi palestra di periferia. Alle undici del mattino il livello di pulizia era già piuttosto basso, ma magari dopo qualche minuto sarebbe intervenuto l’omino e io sono il solito sfortunato. Per ammissione di uno dei dipendenti, ogni anno sistemano qualcosa, ma l’impressione generale è che le cose che decadano siano in numero maggiore di quelle che sistemano, il che non può portare altro che al degrado progressivo.

Prendiamo questa foto, scattata – credo – subito dopo la ristrutturazione della vasca principale

vasca terme Vinadio

non ho tempo e voglia di fotosciopparla per mostrarvi com’è in realtà, vi dico solo che il soffitto in primo piano è totalmente ricoperto da un dito di muffa, senza nessuna chiazza bianca; è completamente verde. Ovviamente vivo sul pianeta Terra, e so che un ambiente sulfureo in cui l’umidità non scende mai sotto al 90% si riduce in fretta così: dico solo che altrettanto in fretta – o almeno altrettanto SPESSO – dovresti rimetterlo a posto, ne va della tua immagine.

Detto questo possiamo parlare delle varie attività, che mi dicono essere molto più variegate che in altri stabilimenti:

  • Piscina coperta: Godibile, molto grande, permette anche di nuotare. Idromassaggio: non pervenuto, riservato ai clienti dell’hotel o da pagare separatamente.Piscina scoperta: grandiosa. un metro di neve ai bordi (e qualche pazzo che ci si tuffava), l’aria a pochi gradi prima di entrare o appena uscito e il panorama circostante la rendono il pezzo forte della giornata. Da ripetere!
  • Grotta Romana: suggestive le luci e il tetto in pietra, alla fine è una piscina come le altre, più bassa
  • percorso caldo-freddo: gradevole se si fa con calma, fatto velocemente non porta i risultati necessari (cioè se alla fine non urli non stai facendo bene 🙂 )
  • Vasca dei fanghi: al massimo venti minuti e una sola volta al giorno. Vista da fuori è terribile, se non avete mai fatto i fanghi, e i primi secondi sono quasi nauseabondi. Sembra di immergersi nella panna, stessa consistenza ma colore grigio. Poi ci si fa l’abitudine ed è sin carino, è come un liquido ma più “resistente”, non si affonda se non ci si sforza, ci si muove a fatica, ma è così caldino… 🙂
  • grotte sudatorie: meglio se si entra dopo aver ingerito sostanze stupefacenti, alla John Locke, sono quattro grotte a calore crescente da inframezzare con doccia fredda. Peccato che l’ultima, la grotta a 60°, avesse la porta rotta, vanificando quindi l’intero percorso
  • trattamenti: un massaggio rilassante per la signora e un vertebrale per me, la chicca per concludere bene la giornata.

In definitiva consiglio la visita solo se si è in zona e si ha una giornata libera, se si è curiosi di provare i fanghi o il bagno con la neve intorno. Tutto il resto sono cose che si possono fare anche in altre strutture, altrove. Se invece venissi a conoscenza di una ristrutturazione completa, il discorso cambierebbe…

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La disastrosa sciagura della pioggia (o del nevischio) a Genova

Quando a Genova piove, si blocca tutto, è risaputo. Si blocca tutto al punto che si fa anche fatica a muoversi con lo scooter, tipo stamattina. Uno poi prenderebbe anche i mezzi pubblici, se solo ce ne fossero in numero sufficiente e se i vertici dell’AMT, l’Azienda Mobilità e Trasporti non fossero troppo presi a riempire tabelle cronometriche.

AMT è da sempre in rosso stellare, nonostante i tagli alle corse, al numero di mezzi, alle linee, ai costi di manutenzione. Ci sono sempre meno autobus, e sono sempre più pieni, e questo è logico. Quel che è meno logico sono gli inviti dell’amministrazione ad usare il bus; inviti espliciti o sotterfugi tipo impedire alle moto il transito sulle corsie gialle o progettare l’eliminazione di un mega parcheggio per moto per far posto ad uno a pagamento. Insomma, provano a farti prendere l’autobus, ma tu ogni volta che lo fai resti scottato.

Prendiamo oggi pomeriggio, ad esempio: in centro piove, inizia a nevischiare, e sulle alture mi dicono nevichi. Mi armo di pazienza ed intraprendo il viaggio. Salgo sul bus al capolinea e già vedo il film che mi attende: il bus arriva fino ai piedi della collina – annuncia l’autista – “poi spero per voi che ci sia una navetta”.

Vi prego di notare il virgolettato giornalistico, perché è una frase che ha ripetuto più volte. Come se in quel momento lui non fosse l’azienda stessa contro cui spera di aizzare la gente. Arriviamo alle pendici della collina, lo sventurato apre le porte per far scendere i passeggeri – che però non ne hanno la minima intenzione – e il bus viene invaso da un’orda di persone che aspettano al freddo da oltre un’ora un qualsiasi mezzo. Per scaldarsi un po’ minacciano l’autista, che è costretto a chiamare la rimessa – che dista poche centinaia di metri – per sapere a che punto è la navetta con le catene.

Ora, a Genova non nevica spesso, è vero; ultimamente si, ma comunque non vengono mai metri e metri di manto bianco. La tecnologia ha anche fatto dei passi avanti negli ultimi anni, non so se siete al corrente: ABS, ESP, gomme termiche, queste robe qui. Invece niente, due fiocchi di neve e tutto va in palla.
Ora vi spiego anche perché: uno dei problemi maggiori di AMT sono le tabelle del ritardo medio dei bus, che deve essere un parametro attraverso il quale essa viene valutata. Un amico autista mi diceva che i vertici aziendali, i francesi di Transdev, hanno imposto dei tempi di percorrenza che sarebbero impossibili anche per Will Smith in “io sono leggenda“. Che cosa accade quindi quando nevica? se l’autobus facesse la sua corsa regolare, ovvero arrivasse fino al capolinea e poi tornasse indietro, accumulerebbe dei ritardi biblici. Col giochetto della spola invece le corse vengono spezzate. Nel tratto “piano” dove piove si riescono a fare più corse, accumulando un ritardo tutto sommato accettabile, nel tratto collinare se ne fa una sola con un ritardo mostruoso. Facendo poi la media il ritardo totale del servizio non sarà così drammatico, e qualcuno potrà andare in televisione o dai giornalisti e dire “hey, di cosa vi lamentate? guardate questo foglio!”

Beh, ci lamentiamo del servizio, tanto per cominciare. Del fatto che ogni scusa è buona per mettere su il servizio di navette salva-faccia. E nevica, e nevischia, e FORSE nevicherà, e piove forte, e c’è il vento, e le foglie per terra, e il freno a mano tirato, e il bus è rimasto chiuso nell’autolavaggio…
Ci lamentiamo perché le vostre cazzo di tabelle cronometriche valgono più delle dita congelate di tante persone. Ci lamentiamo – beh non tutti 🙂 – perché coi vertici non parleremo mai e ci tocca insultare come cani gli autisti, che sono la vostra cannon fodder.

[a proposito, la cura del cliente: clicca un po’ qui e vedi che succede]

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E Avatar fu

Ho visto Avatar, tutto secondo aspettative: film piuttosto scontato, trama lineare, finale prevedibile. Però visivamente è qualcosa di incredibile, coinvolgente, ti cattura. Il 3D è fenomenale (visto con tecnologia attiva XpanD all’Odeon), se allarghi lo sguardo anche intorno allo schermo sembra di vedere un “buco” nel muro che dà su un mondo esterno. Eccezionale!

Non deve essere facile essere James Cameron, che si alza alla mattina da tredici anni come “il regista del film che ha incassato di più nella storia”, e produrre il film che distrugge il tuo stesso precedente record. E non deve nemmeno essere facile essere il responsabile del doppiaggio italiano, che per non rischiare proprio nulla prende il doppiatore di Leonardo di Caprio e lo sbatte a fare la voce dell’avatar del protagonista. Si sa che la scaramanzia non è mai troppa… 😀

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Luci a Led in autostrada

Transitando per le autostrade liguri avete notato le nuove illuminazioni a LED in alcune gallerie? fanno un effetto stranissimo, perché a quanto ho capito il fascio non è puntato verso terra, ma viene prima riflesso su un diffusore. Entrando in galleria quindi si vede solo il primo lampione acceso, mentre gli altri sembrano spenti (anche se il fondo stradale è tutto illuminato), poi man mano che si avanza si scopre anche il secondo lampione, poi il terzo e così via.
Sulle prime ho avuto l’impressione che si accendessero in base a fotocellule o laser all’arrivo di un veicolo, poi mi sono ricordato che si stava parlando di Autostrade per l’Italia 🙂

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che disdetta!

Una gelata da record si trasforma in un inaspettato giorno di ferie 🙂

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Questione di feeling

Ho promesso al Beggi un post sul come sono andate le cose ieri coi mutui, ma niente nomi. Anzi ne farò solo uno.

Il fatto è che ieri abbiamo venduto casa nostra, e il box, estinguendo due mutui e intascando la differenza, per poi poter pagare a nostra volta la nuova abitazione. Primo problema: l’importo da estinguere per il mio mutuo è superiore al prezzo di realizzo (mi ero fatto “mutuare” anche l’IVA e le spese del notaio). Prima di arrivare al momento fatidico senza sapere cosa fare, chiedo all’assistente del notaio come mi devo comportare. Lei mi prospetta di presentarmi col contante.
“scusi, no. Sono anni che ci rompete le palle con la tracciabilità, le carte, il denaro elettronico e ora vuole il contante?”. Poi si informa meglio e la cosa rientra.

Secondo problema: la banca dove avevo il mutuo è nota per essere una “che fa storie”. Ammesso che per “fare storie” si intenda che mi hanno consegnato un foglio dove c’era scritto chiaramente (al punto che l’ho capito anche io) cosa andava fatto: e cioè un bonifico intestato a… dell’importo di… all’IBAN… con descrizione… e con valuta il giorno… e il conteggio della somma da aumentare per ogni giorno di ritardo entro i dieci successivi (che mi dicono chiamarsi dietimi). “no, noi facciamo assegni circolari, poi voi li portate alla banca”. “vogliono un bonifico”. “eh ma non so”. Tra banche non si usa fare i bonifici? vuole invece mica darmi una valigetta con banconote di piccolo taglio e una manetta?

Terzo problema: fatta così l’operazione comporta problemi di valuta al mio compratore. Il notaio chiede di valutare l’entità dell’esborso, e la signorina risponde che “non lo sa”. “l’ordine di grandezza, all’incirca. 5 euro? 50 euro? 500 euro?” “non lo so, ce lo dice il sistema domani”. Ora non è per fare lo splendido, ma ho studiato ragioneria e mi ricordo che il massimo della vita uscendo da lì era il posto in banca. Forse la signorina ha fatto informatica e ci siamo incrociati le vite, ma quel calcolo lo so fare pure io, oltre che il notaio.

Quarto problema: interviene il direttore della filiale, che ciancia di “condizioni contrattuali”. Anzi la frase quasi esatta, ripetuta più volte è “sa, la legge ha abolito la commissione di massimo scoperto, quel balzello, ma le banche l’hanno sostituita con altre spese, non hanno rinunciato”. Perché parlasse in terza persona lo devo scoprire ancora adesso, lui è la banca ma scarica la responsabilità.

Che poi il nome sul nostro assegno fosse pure sbagliato, quello è evidentemente un dettaglio, una dimenticanza da niente, cose che capitano no? 🙂

L’unico nome che faccio, quindi, è quello di Banca Generali, la mia banca di cui sono soddisfatto: certo non sono dei samaritani, però fanno quel che devono, sono competenti, ho una persona che posso chiamare per qualsiasi evenienza, vado allo sportello il minimo necessario ma loro hanno sempre una soluzione.

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Ben le sta!

Siccome oggi alle 9 iniziava uno sciopero degli autobus ho accompagnato Pupi dai miei genitori all’alba. Poi ho preso il solito bus, timbrato il solito biglietto e letto il solito libro. A pochi metri dal capolinea – e a una manciata di minuti dall’inizio dello sciopero – salgono i controllori e fanno il loro dovere. La signora dietro di me oppone un perentorio “però oggi non vale” (avrebbe anche potuto gridare “PUGNOOOOOOOOO” 😀 ) ma non c’è niente da fare. La simpatica anziana si fa pinzare senza biglietto e scesi dal mezzo inizia la trafila per la multa.

Ovviamente la signora si giustifica con l’abusata frase “eh, non multate mai chi non fa il biglietto e poi multate chi non lo fa una volta”, che è un po’ illogica se presa da sola, ma possiamo capirla. Devo però ammettere che ho fatto fatica a trattenermi dall’esclamare, passandole accanto, un “EH! è una vergogna. Ben le sta!”.

Che volete farci, sono fatto così 😀

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Presto sarò ricco

E’ giusto segnalare che in questo momento il sito web istituzionale del dipartimento per la pubblica amministrazione – quello di Brunetta per intenderci – mostra una splash page decisamente anomala.


immagine rubata a Mantellini

Sconcertante l’uso personale della cosa pubblica, a livelli di sfacciataggine inaudita; primo perché insiste a voler avere ragione, spacciando per una verità assoluta una cosa quantomeno discutibile. Secondo perché quella non è la finalità di un sito ministeriale. Terzo per il linguaggio da bar utilizzato.

Lo segnalo anche perché l’ultimo link – “Commenta e valuta dal punto di vista scientifico l’articolo de L’Espresso ” – porta ad un forum pubblico e moderato in cui quasi nessuno è d’accordo con Brunetta (ma qua sospetto che alla riapertura degli uffici scatterà la moderazione.

Comunque, visto che ognuno può farsi i cazzi suoi coi siti pubblici, domani metto il mio codice AdSense sul sito di regione, e presto sarò ricco 🙂

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