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Category: internet

Per il prossimo sciopero dei blogger…

Nonostante ieri non abbia postato, non avrei partecipato allo sciopero dei blogger contro il decreto Alfano. Non perché ritenga giusto il decreto Alfano – Dio me ne scampi – quanto perché piuttosto condivido il pensiero di Davidonzo: uno sciopero ha senso se crea disservizio, se fa “rumore”. Nessuno sciopera senza fare un corteo, senza creare disagio agli utenti, senza urlare a gran voce le proprie ragioni. Fermare la blogosfera per un giorno assomiglia più a uno sciopero bianco, cioè quando vai a lavorare senza timbrare.

Cosa cerca la gente nei blog? informazioni, idee, punti di vista. Vuole sapere cosa pensa l’autore in merito a temi di attualità, di temi qualsiasi, vuole sapere cosa gli passa per la testa o se han promosso suo figlio. Per il prossimo sciopero dei blogger (se mai ci sarà), propongo che tutti gli aderenti facciano un redirect verso una pagina, unica su qualche sito, che spiega le ragioni della protesta. Qualcuno accede al mio blog? e invece si ritrova la pagina di spiegazioni! Qualcuno trova un vecchio post su un motore di ricerca su come traslocare una linea Fastweb? e invece si becca la pagina sul decreto Alfano. Si rompe le scatole e cerca un altro blog? se anche lui aderisce, via di nuovo sulla pagina di spiegazioni.

Questo avrebbe si un senso importante sugli utenti.

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Ma quanto spendi di internet?

Al mese? abbastanza! D’altronde ve l’ho già detto che penso che internet sia la più grande invenzione della storia, no? 🙂

Ve lo dico perché me l’hanno chiesto, quindi suscita curiosità, e perché di riflesso sono curioso di sapere la stessa cosa da voi.

Allora: circa 30 euro al mese per la linea telefonica di Fastweb, che comprende infinite telefonate ai fissi e internet illimitato giorno e notte. Questa è la condizione minima necessaria.
18 euro al mese, secondo questo calcolo, per le 100 ore di EEEpc in bundle con il portatile, che è sempre con me nello zaino.
10 euro al mese per la Maxxi Dream 10 dentro all’HTC magic, che è con me ancora più del portatile.

58 euro al mese per avere internet permanentemente appresso, per collegarmi in qualsiasi situazione e in base ad ogni necessità. Velocemente, per quisquilie, dal telefono. Per leggere la posta, dal telefono. Per scrivere un documento consultando un sito, dall’EEEpc. Se ho più tempo, dall’EEEpc. Con comodo e very fast, da casa. E se si guasta una linea ne ho altre due di backup 🙂

E voi?

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Abbiamo perso

A me questa cosa di spedire un hard disk per farselo mettere online sembra una sconfitta piuttosto pesante; voglio dire, hey!, se dobbiamo riaffidarci alle poste e ai corrieri per avere i nostri dati online, significa che le esigenze di banda non sono al passo con le infrastrutture. Per chi sognava che un giorno il cosiddetto digital divide sparisse è dura da mandare giù…

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“sono il signor Wolfram, risolvo problemi”

S’è fatto un gran parlare di Wolfram Alpha, il nuovo motore di ricerca ideato dal creatore del software Mathematica. Io l’ho provato e ne riconosco le potenzialità, ma il fatto è che non è un motore di ricerca: loro stessi lo definiscono un “computational knowledge engine”. Il concetto stesso di search così come siamo abituati a viverlo nei motori di ricerca tradizionali semplicemente non c’è. Quindi non c’è ranking, non c’è indice, non c’è “come essere primi su Worlfram Alpha“.

Sgomberato il campo dall’equivoco fondamentale, dirò che un pochino l’ho provato e ne riconosco i pregi e i margini di miglioramento. Fondamentalmente Wolfram Alpha vuole essere un sistema semantico di interpretazione delle domande e un fornitore di risposte ad esse. Ecco, se torniamo un momento all’origine della parola “ricerca”, nell’accezione di “scoprire”, “raccolta di informazioni”, allora si che Wolfram Alpha fa al caso nostro e soddisfa in pieno la definizione. Inserendo query (per ora in inglese) anche complicate, ma che sottintendono una domanda, allora Wolfram fornirà la sua interpretazione e una serie di dati utili a soddisfare la richiesta. Se è una domanda di chimica, è facile che mostri un disegno di molecole, se è una formula matematica fornirà risultati e grafici, se si inserisce una data fornirà tutte le informazioni possibili su quel giorono, se una query è a sfondo socioeconomico, Wolfram tenterà di restituire dati (ad esempio “5 larger countries by area“). Ogni risultato poi è esportabile come testo, PDF o direttamente importabile dentro al software Mathematica (che immagino avrà un boom di acquisti 🙂 ) per essere ulteriormente manipolato.

Non c’è molto altro da dire; la cosa in sé è abbastanza grande anche senza essere rivoluzionaria. Questo non è il “forse cercavi” di Google basato sul volume delle ricerche, questa è matematica al servizio della semantica. E’ il primo tentativo serio, e come tale è acerbo e perfettibile; molte query falliscono ad essere interpretate, e non avrete mai risposte a domande come “quale è il pizza hut più vicino alla quinta strada”, ma le premesse sono buone. Google non ha un concorrente da temere, ma ha un nuovo ambito in cui c’è un player più forte, esattamente come Twitter ha creato un motore di ricerca in tempo reale per ora imbattibile e che prima non esisteva.

* e se non hai capito il titolo, fatti aiutare da Wolfram 😀

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Traffic duets

Silentman mi ha coinvolto (scegliendo pure la canzone a mia insaputa!) in Traffic Duets, un progetto di Rick PocaCola molto divertente. Non c’è nemmeno bisogno di spiegarlo perché si capisce subito: due pazzi cantano la stessa canzone mentre guidano e poi lui monta tutto e ci espone al pubblico ludibrio 🙂


Traffic Duets – Silentman & Tambu from Poca Cola on Vimeo.

I genovesi sanno che di sicuro non ero in Corso Italia, ma consideriamola una licenza poetica 🙂

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Per fortuna esiste l’informatica!

Ogni tanto lascio dei commenti in giro che poi rileggo e penso meritino un post. Riassumo:

Il Corriere della sera online, in occasione del terremoto, pubblica prima una foto del terremoto in Cina, poi la corregge con una di un terremoto in Turchia. A qualche giorno di distanza dalle inevitabili polemiche sul web, Marco Pratellesi si difende dicendo che hanno sbagliato a dare fiducia al pubblico chiedendo di inviare le foto, e che sono stati vittima di uno scherzo cretino (si veda anche Mantellini, donde il mio commento)

Ecco come la penso

beh così è doppiamente facile. facile fare giornalismo facendosi mandare le foto, facile dare le colpe a chi manda le foto se si sbaglia.

Ora, sono d’accordo che per una informazione puntuale in questo caso era assolutamente cosa buona e giusta avere foto di prima mano, ma sono altrettanto sicuro (e non c’è bisogno di un tecnico come me per arrivarci) che esistono modi per verificare. Ad esempio accettando solo foto con metadati e data dello scatto congruente col fatto, o cercandole su flickr tramite geotag e licenza compatibile.

Se il tuo lavoro di giornalista è verificare le fonti, il controllo della foto da pubblicare *é* controllare la fonte coi mezzi a disposizione.

A me sembra straordinariamente semplice, e sicuramente mi perdo qualcosa, ma che volete farci? in fondo io sono un tecnico, e le cose le risolvo con la tecnica.

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Il tuo facebook è fuori dal mondo

Più o meno è questa la frase che mi sono sentito dire ieri sera da un amico. Lui dice di non capire, spesso, quel che voglio dire tramite il mio messaggio di stato.

“E’ perché sei fuori dal contesto” gli ho detto. Il “mio” facebook non è una scatola chiusa fine a sè stessa, ma è piuttosto un contenitore del mio io digitale in cui confluiscono altre cose che faccio/vedo/produco fuori da lì. Perché lo faccio? perché su Facebook posso raggiungere amici che altrimenti non saprebbero dove pescare queste mie cose.

Nella fattispecie, il mio messaggio di stato è autoaggiornato da Twitter (e d’altronde ne è una mera copia), le mie foto sono quelle che posto su Flickr, le mie note sono import dei miei post sul blog, i miei link sono le cose che condivido tramite Google Reader. sono conscio che una persona astratta dal contesto di Twitter potrebbe non capire cosa dico, se lo dico nel mezzo di una discussione (ma per fortuna i reply diretti che iniziano per @nomeutente non vengono importati), ma è un piccolo prezzo che devo far pagare per salvaguardare il mio lato B dell’information overload.

In questo modo, tramite facebook i miei amici presenti solo lì sanno cosa faccio in giro per la rete, e io posso sapere cosa fanno loro che al di fuori di FB praticamente non esistono. Mi pare uno scambio equo, no? 🙂

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Uèeee Uèeee

Dice Opera che nemmeno rendere disattivabile IE8 dal prossimo windows “è sufficiente”.

La soluzione ottimale secondo Opera sarebbe quella di proporre, in fase di installazione del sistema operativo, un elenco di browser installabili, per consentire all’utente la scelta di quello preferito.

Quale elenco? Internet Explorer, Opera, Firefox, Chrome, Safari, Avant Browser, Camino, Flock, Konqueror, Lynx oppure tutti quanti?

Va bene Microsoft prepotente, va bene la guerra dei browser, ma se avete un problema di marketing e crepate di invidia per il fulmineo successo di Firefox noi cosa ne possiamo?

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Mai più senza (anche voi dovreste)

A prescindere dai motori di ricerca, l’esperienza utente è importante su un sito. Più cresce il numero dei blog, più è facile capitare su di essi cercando informazioni. Quando trovo dei link rotti tendo a irritarmi, penso sia uno spreco di tempo e fatica. Per questo motivo ho installato con piacere (e sono settimane che correggo a manetta) Broken Link Checker per WordPress, un plugin che in background, discretamente, fa un controllo su tutti i link del database (e dopo quasi sei anni di post sono veramente tanti, garantito!) e presenta un comodo report dal quale si può editare direttamente il link oppure accedere alla modifica del post.

Vi consiglio di variare la configurazione di default dopo il primo giro, perché tanto non ha senso controllare tutto il db ogni tre giorni. Ditegli di girare una volta alla settimana, o ogni 14 giorni, tanto lui aggiunge un pannellino in bacheca e vi avvisa se ne trova di nuovi. Se tutti i blog che usano WordPress correggessero i loro link rotti, tutti gli utenti ne guadagnarebbero.

E inoltre, visto che ci sono un sacco di aggregatori e blog fasulli che usano gli rss di tutti per “farsi i contenuti”, e che gli RSS non sono retroattivi, succederà che chi vi ha rubato i contenuti avrà dei link rotti e voi invece no, e acquisterete un po’ più di prestigio agli occhi dei motori di ricerca 🙂

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Il Beggi fratello

Ogni tre per due esce qualcuno che ha paura di Google, di Facebook, della privacy e di dove finiscono i nostri dati. Ma quest’uomo che ha le password di amministratore di mezza blogosfera dove lo vogliamo lasciare? 🙂

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