Io e la mia signora per Natale abbiamo ricevuto dei denari che abbiamo prontamente investito in due schermi LCD, nel riuscito tentativo di diminuire l’entropia della scrivania comune, che reggeva un monitor CRT da 15″, un CRT da 17″, due tastiere e due mouse, un cordless, un HAG fastweb, un router Lynksys, due paia di casse e su cui doveva ancora trovare posto uno scanner piano A4.
L’impresa è riuscita, dicevo, e ora possiamo lavorare in un ambiente ordinato e spazioso grazie alla presenza di due Samsung SyncMaster 940n da 19″.
Due giorni dopo il primo avvio noto su uno dei due un puntino verde, mentre sta girando il salvaschermo oggetti volanti 3D 🙂
“Ci siamo – mi dico – ecco l’immancabile deadpixel!” mi sono quindi rivolto alla rete e nel giro di pochi minuti sono diventato abbastanza esperto della questione da poterne scrivere un post per chi il problema non se l’è mai posto, non sapeva o semplicemente deve ancora comprare un monitor LCD.
La normativa ISO di riferimento per i monitor piatti è la ISO 13406-2 “Ergonomic requirements for work with visual displays based on flat panels – Part 2: Ergonomic requirements for flat panel displays”, che sfortunatamente sul sito ufficiale ISO non è consultabile liberamente, e non c’è nemmeno su Wikipedia inglese o italiana.
A questa norma i produttori possono o meno adeguarsi; Samsung vi si è adeguata, me l’ha detto l’operatrice al telefono anche se sulla garanzia sono abbastanza certo non ci sia scritto, e nemmeno sulla scatola. Però sul sito di Samsung Italia (samsung.it) nella sezione Assitenza / Certificati CE possiamo trovare quel che ci serve (voi potete fare altrimenti con il modello che vorrete comprare, o chiedere al servizio clienti), ovvero il certificato di conformità agli standard (pdf).
Qui vi leggo testualmente, alla sezione ERGONOMIA: ISO 13406-2 CLASSE II
La norma ISO in sostanza divide i monitor in quattro classi, ognuna delle quali può permettersi di avere un numero diverso di pixel difettosi senza che questo vada ad inficiare la garanzia.
Nella classe I non vi possono essere pixel difettosi.
Nella classe IV vi possono essere fino a 262 pixel difettosi.
La maggior parte dei monitor in commercio appartiene alla classe II, che per combinazione è anche quella il cui calcolo dei pixel rotti possibili è più complicato. Cercherò di essere chiaro.
I difetti di un pixel sono divisi dallo standard in 4 tipi:
– tipo 1: pixel che rimangono perennemente accesi
– tipo 2: pixel che rimangono perennemente spenti
– tipo 3: altri tipi di difetti, in particolare subpixel (rossi, verdi o blu) sempre accesi.
– tipo 4: più pixel difettosi entro un’area di 5×5 pixel.
il mio caso è ovviamente un tipo 3 (c’è un pixel verde sempre acceso).
ma QUANTI pixel possono essere bruciati, prima che per un monitor di classe II possa essere invocata la garanzia?
più pixel ci sono nello schermo, più ce ne possono essere difettosi.
nel caso di 1280×1024 (1.310.720 pixel) sono
2 del tipo 1
2 del tipo 2
5 del tipo 3
2 del tipo 4
però questi sono valori riferiti al milione di pixel, quindi bisogna moltiplicare per 1.310.720 e dividere per 1.000.000 ottenendo così il REALE valore di pixel difettosi ammissibile
3 del tipo 1 (2,62 arrotondato)
3 del tipo 2 (2,62 arrotondato)
7 del tipo 3 (6,55 arrotondato)
inoltre non possono esserci 3 pixel difettosi nello stesso cluster (tipo 4), né 3 subpixel difettosi nello stesso cluster.
in fondo a questa pagina trovate una tabella con i valori già calcolati per le 3 risoluzioni che vanno per la maggiore sui nostri schermi.