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Day: November 7, 2010

Meno male che è Novembre

Tanto per fare seguito al post di qualche giorno fa sulla mia condizione psico-mentale, l’altra mattina io e mia moglie abbiamo scoperto con sgomento che lo scooter non partiva. Imprecazioni, macchina, autobus, in ufficio tardi. So quasi per certo che è la batteria, ma devo:
a) scoprire dove è. Lo sospetto ma vorrei evitare di aprire parti sbagliate della scocca a priori.
b) comprarla dopo aver scoperto il modello
c) cambiarla

il tutto aggravato dal fatto che vicino casa non ci sono negozi di ricambi auto; serve comunque un mezzo per raggiungerlo. Siccome il tempo è quel che è, la cosa si protrae alcuni giorni, in cui ci arrangiamo con auto e autobus. Venerdì mattina parlando del più e del meno con un collega gli racconto la storia e lui mi fa: “ma il tuo scooter non ha la pedalina? mi pare di si”…
ed io: “ecco, in effetti ora che me lo ricordi tu…” :-/

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pesche e ananas

Nella vita coltivi le pesche, e in un certo senso t’è andata di culo. In fondo le pesche son profumate, hanno la buccia che se la sfiori ti fa il solletico, ti dan da lavorare solo d’estate, insomma ringrazia no?!?!
Il problema è che ami gli ananas, pesanti, pungenti, da esportare tutto l’anno. Pazienza, ti crei un orticello privato e curi i tuoi ananas, quando hai tempo, con fatica, cercando di non farli marcire e nel contempo di fare più pesche che puoi.

Poi un giorno passa l’uomo del monte, con tutto quel che rappresenta, guarda i tuoi ananas e si mette a parlare con te, del più e del meno, degli ananas, di quanto è difficile il suo e il tuo lavoro. Però che diamine, stiamo parlando la stessa lingua, c’è sintonia! Sappiamo entrambi come maneggiare “la bomba” e quando coglierla…
E’ così gentile che ritorna a parlarti di nuovo una seconda volta, sempre sorridente, ma quando se ne va e tu lo stai per seguire ti mette una mano sulla spalla, fermo e deciso, e guardandoti negli occhi dice “No, tu resti qua. Dopotutto tu sei un coltivatore di pesche, gli ananas non contano nulla”.

Quindi torni a coltivare le pesche, e già che sei spali anche un po’ di letame.

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