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Cloverfield funziona

Ieri sera ho visto Cloverfield (tra l’altro gratis, rispondendo alla domanda “chi semina panico e distruzione a New York?” “ma naturalmente Chuck Norris“. Un caso strano in cui un personaggio diventato famoso tramite web determina via web la vincita di un vantaggio reale, ma questa è un’altra storia…).

Cloverfield è un film che funziona dannatamente bene, bisogna dirlo. E bisogna anche dire che funziona nonostante il 99% di noi non abbia mai vissuto sulla propria pelle un 11 settembre, quindi figuriamoci perché in America ha così successo. I riferimenti alla tragedia delle torri gemelle sono assolutamente espliciti, e non coglierli significa aver vissuto sulla Luna negli ultimi 7 anni: il palazzo che crolla sulla sua perpendicolare, la nuvola di detriti che invade tutto, l’uomo in giacca e cravatta coperto di polvere, la folla che cammina lungo il ponte… Sono immagini studiate apposta per tirare fuori dalla pancia le stesse sensazioni che l’America ha vissuto quel martedì che cambiò il mondo, quasi a voler tirare fuori dallo spettatore quella paura atavica (o quella di un terremoto, di una catastrofe dove ti giochi tutto) inserendo però un elemento diverso: in qualsiasi momento la psiche dello spettatore possa vacillare per il ricordo doloroso c’è l’elemento MOSTRO che ti riporta coi piedi per terra. Il mostro serve ad ancorare lo spettatore alla sua realtà, a poter dire “ah, è solo un film”; altrimenti gli eventi e il taglio dato al film (interamente girato dal punto di vista di una normale telecamera amatoriale) lo renderebbero fin troppo realistico.

Il mostro si vede eccome, e anche bene. E’ anzi probabilmente la cosa che più mi ha infastidito del film, me lo aspettavo più sfuggente. Ma in virtù del discorso precedente posso capire la scelta. Gli elementi in comune con Lost (denominatore comune JJ Abrams) sono la non-spiegazione iniziale, l’arrivo quasi istantaneo al centro dell’azione e la non-spiegazione finale. E sono d’altronde anche gli elementi di successo di entrambe le storie, anche se Lost essendo un serial la sta tirando più per le lunghe provocando malumori.

Buona parte del buzz di questo film, ve l’ho già detto, era incentrato sul non sapere che mostro fosse a distruggere New York. Diciamo che però la grande campagna di marketing sul web, fatta di voci, smentite, indizi e spezzoni ha una parte predominante nel giudizio. Per questo il mio parere può essere eccessivo, ma giustificato: ho sentito persone che pensavano di vedere un film “normale” uscire inveendo contro il regista. Cloverfiled funziona meno (e in alcuni casi non funziona affatto) se non sai che guarderai Cloverfield. Comunque sia se durante i titoli di coda la sala mormora e si formano capannelli di persone che discutono invece di uscire dal cinema, significa che c’è qualcosa che resta dentro: magari è delusione, ma non la accogli semplicemente con un “che brutto film che ho visto”, la accogli in modo violento e hai bisogno di esternarla. Oppure come me sorridi e non vedi l’ora di raccontare perché vale comunque la pena di vederlo.

Come giustamente ha detto Pablo “Cloverfiled è un film di genere: genere mostri e disastri, non puoi aspettarti granché di altro”. Da Godzilla non ci si aspetta altro che morte e distruzione di città, ma non genera nello spettatore il senso di ansia di Cloverfield e le discussioni seguenti. Per questo dico che Cloverfiled funziona…

mega update: come sempre c’è chi ha in testa alcune cose in modo più chiaro di te e riesce anche a scriverle: Kurai

11 Comments

  1. A me Cloverfield non è piaciuto, pur avendo colto i riferimenti alla tragedia dell’11 settembre. Il mostro distruttore è ormai una figura abusata, come non è nuova la tecnica di ripresa che, a mio avviso, non rende la pellicola (per lo meno questa) guardabile. Ieri sera molti spettatori, me compreso, hanno abbandonato la sala prima della fine del film: una buona parte sono usciti con la nausea, barcollando come se fossero stati in barca con il mare agitato. Chi è rimasto, salvo qualche eccezione, lo ha definito una delle cose più brutte che abbia mai visto. Hai ragione: ci sono state molte discussioni e il problema principale è che tutti si aspettavano qualcosa di meno banale da J. J. Abrams. Del resto l’operazione di marketing che c’è stata intorno a Cloverfield, secondo me, si è giocata tutta sul successo e sulla suspance tipica di Lost. Peccato poi che il prodotto finale fosse deludente.
    Comunque mi ha fatto piacere leggere dei commenti positivi e le relative motivazioni. 🙂

  2. ripeto: in un film di mostri come si può dire che “il mostro è una figura abusata”?

    Inoltre in un mondo in cui si producono migliaia di film ogni anno, dovresti essere in grado di citarmi almeno 10 altri titoli con la tecnica di ripresa totalmente (e interamente – per tutta la durata del film) in soggettiva. Io non ci sono riuscito, quindi non lo definirei banale.

  3. Anna Anna

    Ma per fortuna ce ne sono pochi di film “girati” in questa maniera…

    A mio parere, se un film genera discussioni non necessariamente significa che funzioni. Per quanto mi riguarda le discussioni captate dagli spettatori delusi, o addirittura in fuga ancor prima della fine della pellicola, riguardavano prettamente il rimborso del biglietto.

    Alla fine però sono d’accordo con te quando dici che il film non funziona quando la gente non sa di andare a vedere Cloverfield. Io per esempio, avevo visto il trailer tempo fa, ma non avevo le idee chiare su che genere di film fosse. Sono andata diciamo alla cieca, e così molta altra gente, rimanendone ‘fregata’!
    Pazienza…

  4. Sten Sten

    Si bè era comunque inguardabile a tratti, con la videocamera che faceva girare lo stomaco…

    Ma l’amaro in bocca te lo lascia la fine, fino alla fine te lo godi un pò, ma quando finisce cosi senza spiegazioni, beh a me ha dato proprio fastidio, nella sala la gente mormorava che avrebbe fatto meglio a lasciare quegli 8€ in tasca, non parlava del film, che sinceramente non mi ha lasciato proprio niente.

    Se fai un film di mostri fallo bene, fai un resoconto finale, boh a me sembra una pellicola da fiction appunto, da Lost…

    Non certo un film da cinema…

  5. ma chi ha detto che ci vuole un resoconto finale? ma Buzzati dava spiegazioni nei suoi racconti?

  6. Lo volevano fare il resoconto finale, ma la macchina da presa era rimasta sepolta sotto un ponte distrutto in mezzo a (formerly known as) Central Park…

    Aspettarsi in un film come Cloverfield un resoconto finale è come aspettarsi che tuo figlio alla fine del filmino del suo primo compleanno faccia una approfondita esegesi dell’album fotografico di famiglia con riferimenti al metodo educativo ricevuto.

  7. … non male.. ma sarà che ero molto sotto lo schermo del cinema… stavo per vomitare con tutte ste riprese!..

  8. premetto che non ho visto il film, pero ho seguito i lavori di JJ Abram e posso dire che la non spiegazione rientra perfettamente nella soluzione 😛 e poi scusatemi… io seguo lost ormai dalla notte dei tempi e ancora cerco di capirci qualcosa… quindi penso proprio che questo film non vada capito per niente…. ricordate alias? lost? ecco.. ho detto tutto O_o e cmq conoscendo l’autore cosa vi aspettavate che vi spiegasse tutta la storia, vi facesse vedere pure il mostro?

  9. OH MIO DIO! Cos’è quello?!?! « Resuscito, quindi sono. OH MIO DIO! Cos’è quello?!?! « Resuscito, quindi sono.

    […] pensieri, rigurgito, scrittura A riportarmi alla concezione metaforica di Cloverfield è stato lui. Io, invece, ero troppo impegnato a denigrarlo come “se non mi mostri il mostro non […]

  10. […] indizi su internet, a scoprire cose e a parlarne con entusiasmo a chi mi sta intorno: e anche qui devo ribadire che se non fai parte del giro di persone che stanno su internet ad informarsi ti perdi una grande […]

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