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Focus 2.0

Sono stato abbonato di Focus per una vita… quasi 10 anni. L’ho sempre trovata la miglior rivista di divulgazione pseudo-scientifica in circolazione, molto più di Scienza&Vita ad esempio.
Poi il tempo libero per la lettura è sceso paurosamente e ho dovuto interrompere, l’abbonamento e la lettura. Mal sopporto le cataste di cose da fare che si accumulano 🙂

Pochi giorni fa ho trovato da leggere l’ultimo numero, il 158 per la precisione, e non posso esimermi dal fare un paragone tra le trasformazioni del web di questo periodo e l’evoluzione della rivista.
Le parole che adesso sono in voga nel web sono “folksonomy”, “collaborativo”, “contributivo”, “distribuito”, “tag”. Il senso che si tende a dare ai siti o alle applicazioni web è quello dell’universalità, della spinta dalla base (wikipedia); della facilità di utilizzo anche per chi è digiuno di strumenti informatici (blog, wiki); insomma, una gestione più o meno comune e più o meno democratica delle cose, che comunque tenga conto delle opinioni di tutti e che per questo sia in grado di far esprimere a tutti, facilmente e in modo sicuro, la propria opinione.

Ecco, la tendenza di focus in questo senso esisteva già quando lo leggevo io. La posta era piena di “mandaci le tue segnalazioni a…”, “invia le tue idee a…”. E sin qui nulla di strano, le riviste hanno sempre un motivo di feedback dai lettori, più o meno marcatamente. Poi si passò a cose più moderne, come “le foto dei lettori”. Ma il fatto innovaticvo era che le richieste di invio seguivano l’argomento di un articolo, erano molto specifiche. Il successo fu tale che la maggior parte delle volte dovevano aprire una sezione apposita nel loro sito per inserire i contributi dei lettori. Il sito stesso aveva una grande community, che a volte coincideva con la sfera dei lettori, a volte invece era un mondo a sè.

Nell’ultimo numero questa tendenza ha subito una forte accelerazione: insieme alla posta dei lettori ci sono gli SMS, dei lettori. Molte volte le segnalazioni contengono precisazini e correzioni rispetto ad articoli apparsi in passato. (come wikipedia 🙂 ). In altre occasioni sono presenti dei sondaggi cui rispondere via messaggino: seguendo una precisa codifica (esempio: S158#F21#BDFHILM ) nella scrittura del SMS si partecipa ai risultati del sondaggio, che vengono pubblicati nel numero succcessivo. Ogni articolo pubblicato può essere sottoposto a voto, sempre via SMS, in modo che la redazione sappia cosa è piaciuto e cosa no (se vogliamo, come dei tag); E’ possibile farsi inviare dei MEMO sul cellulare per sapere quando è uscito in edicola un nuovo numero di una specifica testata del gruppo Focus (come una newsletter, o se vogliamo, un feed RSS)

insomma, credo che Focus attualmente sia il primo esempio di “rivista 2.0” 🙂

3 Comments

  1. Mi hai fatto venire in mente che , una delle cose che pensavo quando attivai il mio primo collegamento ad Intenet (Natale 1996…una vita fa…), era che sarebbe stato facile “parlare” con i miei scrittori preferiti…oppure scrivere alle riviste…partecipare a quello che , fino a quel momento, era rimasto un mondo lontano ed inaccessibile.
    Fa piacere che , solo dopo 9 anni, si sia giunti ad una specie di interattività nel rapporto lettore/rivista/editore.
    Resta il fatto che Focus, resta cmq un ottima rivista di divulgazione scientifica.

  2. hardla hardla

    è talmente avanti che mi chiedo se abbia senso continuare a pubblicarla in versione cartacea. oh, è una provocazione, ma neppure troppo, però…

  3. infatti c’è una buona parte dei contenuti che sono disponibili solo online, e un’altra buona dose che dal cartaceo rimanda ad approfondimenti online 😉

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