niente podcast, come spiegato nell’articolo precedente, ma il riassunto si. E’ tratto dalla traccia scritta – a mano e su carta, incredibile – che ho usato per non perdermi in preda all’emozione 🙂
blog e statistiche: come orientarsi, cosa guardare
La quasi totalità dei blogger dispone di un sistema di statistiche nel proprio spazio in rete, anche se magari poi non le guarda spesso.
I dati principali che interessano, secondo una personale indagine, sono il numero degli accessi, la provenienza geografica e il referrer.
La curiosità riguardo la quantità di accessi si spiega facilmente: c’è una leggerissima componente egocentrica, intrinseca nei blogger, e la curiosità di sapere se e quante persone leggono quel che viene pubblicato. La necessità di sapere se questi accessi salgono, scendono o sono costanti nel tempo e infine una funzione di diagnostica del blog: se ad esempio ci si accorge che il numero di accessi si dimezza può essere che il sito sia offline per periodi di tempo abbastanza lunghi di cui non ci accorgeremmo altrimenti.
Il referrer è utile per sapere chi ha messo un link al blog e con quali parole chiave esso viene trovato sui motori di ricerca. Riguardo quest’ultima casistica esiste addirittura un’intera “sottocultura” fatta di post ironici e meno ironici, con la quale quasi tutti i blogger hanno fatto i conti prima o poi nella loro vita on line, da spettatori o da protagonisti.
I sistemi di statistica, come ogni cosa informatica a questo mondo, si dividono in due grandi categorie: sistemi a pagamento e sistemi gratuiti. All’interno di ciascuna delle due categorie esistono poi sistemi basati sui logfiles (file di testo che vengono generati dal webserver e memorizzati sul computer che ospita il blog), sistemi da installare sul server o sul blog (tipicamente basati su database e linguaggi evoluti di scripting lato server) e infine sistemi basati su un codice javascript che viene eseguito dal browser del visitatore ogni volta che richiede una pagina del blog e che invia le informazioni al sistema di statistica.
Il mio consiglio è di basarsi su questi ultimi due, perché sono esenti dal problema del “referrer spam” e perché sono abbastanza facili da installare, soprattutto quelli basati su javascript. Indipendentemente dal sistema che si sceglie, è buona norma avere un sistema di statistiche con parecchi grafici. Il colpo d’occhio di un grafico, specie i primi tempi, permette una comprensione facile e immediata del dato rappresentato, e ci permette di capire quali sono le curiosità che eventualmente vorremo approfondire.
Un caso esemplare di sistema di statistiche javascript è Google Analytics, lanciato da poco dal noto motore di ricerca e vittima del suo stesso successo nei primi mesi di vita fin qui affrontati.
I motivi per cui scegliere Google Analytics sono molteplici:
- perché è un sistema che produce dati di base, ma anche dati avanzati. Quindi se un giorno ci si accorgesse che si vuole sapere un dato che prima non veniva guardato, si potrebbe anche analizzarlo nel passato, cosa non vera se si approdasse al sistema di Google in un secondo tempo.
- perché sino a qualche mese fa il sistema era noto come Urchin 6, e costava 400$. Google l’ha acquisito e lo offre gratis, ma ha le stesse funzionalità del prodotto da 400$
- perché è in italiano, e ha un help abbastanza esaustivo. Ogni pannello è corredato da una spiegazione del significato delle varie colonne, e l’assistenza online risponde sempre, nel giro di qualche giorno.
- perché permette stratificazioni di analisi anche molto dettagliate. Si può interrogare e sapere quanti visitatori sono arrivati dalla sola Norvegia, in un anno, soltanto tra le 4 e le 5 del pomeriggio e provenendo da una ricerca con Yahoo con la chiave “blog tambu”.
- perché è integrato con ADSENSE e ADWORDS, i due strumenti che Google mette a disposizione per guadagnare col blog. Tramite Google Analytics si può capire quante visite hanno portato soldi, con quali click e per quali parole chiave, quali sono i link più cliccati e quanto ognuno fa guadagnare, e così via…