dico la mia su un paio di questioni elettive:
– non andare a votare è un modo come un altro di lavarsene le mani di tutto, non assumersi nessuna responsabilità , nè in un senso nè nell’altro. Che tu vinca o perda avrai avuto la tua idea e potrai valutare l’operato del governo (nazionale o locale). Se non voti E DOPO TI LAMENTI sono portato a pensare che l’hai fatto in malafede, in modo da avere sempre la scusa per poterti lamentare. Neanche il refrain di dover votare “il meno peggio” regge: qualsiasi persona con un briciolo di razionalità e buon senso SA che si deve sempre scegliere il meno peggio; mica siamo Tafazzi 🙂
– alla luce di quanto sopra, votare SOLO ai referendum è una cavolata ancora più grande: perchè se tutti votassero SEMPRE anche le politiche avremmo modo di avere nelle istituzioni uno specchio più fedele del pensiero “popolare”, quindi non ci sarebbe bisogno di fare referendum abrogativi a nastro.
– come se non bastasse, visto che l’italiano medio è OTTIMAMENTE informato ed era sempre il primo della classe in educazione civica a scuola, non mi pare sia scritto da nessuna parte che esista un DIRITTO all’astensione da più parti propinato ai giornali. votare è si un diritto, anzi un dovere.
Comunque, nello specifico, io sono per l’abolizione del quorum. ci sono 50milioni di aventi diritto? ok. se ne presentano solo 568? meglio ancora, visto che erano interessati al voto decideranno loro per tutti. Come in Svizzera, manco a dirlo…