"Il giorno che ci fu lo sciopero, si lamentarono nel servizio dei telefoni irregolarità e stranezze. Fra l’altro, le singole comunicazioni non erano isolate e spesso si intrecciavano, cosicchè si udivano i dialoghi degli altri e vi si poteva intervenire.
Alla sera, verso le dieci meno un quarto, cercai di telefonare a un amico. Ma prima ancora che facessi in tempo a far girare l’ultima cifra del quadrante, il mio apparecchio restò inserito nel giro di una conversazione estranea, a cui poi se ne aggiunse una quantità d’altre, in una ridda sorprendente. Ben presto fu un piccolo comizio al buio, dove la gente entrava e usciva in modo inopinato e non si poteva sapere chi vi intervenisse nè gli altri potevano sapere chi fossimo noi, e tutti parlavano quindi senza le solite ipocrisie e ritegni, e ben presto si determinò una straordinaria allegria e collettiva leggerezza d’animo…"
(Dino Buzzati – Lo sciopero dei telefoni – ** 1971 **)
Non sembra anche a voi che, visionario precursore, stia parlando ESATTAMENTE delle chat? :))
almeno era un ottimista :o)
Sì è vero 🙂 !
Oppure di un forum…
Bax
MJ