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Month: October 2009

Buoni presagi

Oggi all’una meno qualcosa l’ultimo item è uscito di casa e all’una e qualcosa abbiamo consegnato le chiavi ai nuovi inquilini. All’una e mezza, mentre eravamo in cerca di un pezzo di pizza per pranzare nei dintorni di casa nuova, è apparso dal nulla come una visione un sorridente Andrea Beggi.

Credo che sia un segno del cielo, una specie di buon auspicio per la WLAN di casa mia, che a questo punto sono certo sarà velocissima 🙂

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E via si va, via si va, si va via!

Quando questo post andrà in linea spegnerò il PC, staccherò tutti i cavi e lo riporrò nell’ennesimo scatolone. Domani si inizia il trasloco, settimana infuocata! 🙂

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Eccolo, Google Wave

Logo Google Wave

“io non lo capisco e secondo me non serve a un cazzo”
“io lo capisco e può fare tutto”
“nessuno sa a che serva ma tutti dicono che servirà”
“è un gran casino, ma tutti ci sballano”

Queste, ed innumerevoli altre permutazioni, sono le frasi che si sentono su Google Wave, nuovo gingillo di casa Google che è in alpha ad inviti, e in cui sono dentro dalla settimana scorsa. Io sono uno di quelli che viene tacciato di essere filo-Google, spesso solo perché ho imparato ad annusare al volo cosa funzionerà e cosa no sul web, molto più spesso perché uso senza ritegno tutti i suoi prodotti e ne traggo molto giovamento, come se fosse una colpa trovarsi bene ad usare qualcosa.

Il punto è un altro, in realtà: tra i miei contatti c’è un certo Andrea Baresi, uno che parla poco ma quando parla lo fa per bene, e mentre tutti cianciavano di quant’è lento Wave (e vorrei vedere! non è manco una beta, davvero speravate che allocassero il 100% delle risorse?) lui se ne esce con un “ecco un bot fatto da me che pubblica su un blog tutta una wave, istantaneamente”. PUF! facile, veloce, spiazzante. Manco quel bot serve “a un cazzo” così com’è, ma intanto apre uno scenario interessante, una cosa che WordPress non può fare: l’editing collaborativo E SINCRONO (con revisioni) di un post prima di mandarlo in pubblicazione. Ed ovviamente anche così sarebbe solo l’inizio…

L’altro punto: sulla lavagna del mio ufficio c’è un disegno di un sistema di workflow che dobbiamo sviluppare: il workflow è abbastanza semplice, ci sono delle complicazioni per l’integrazione coi prodotti, ma ha anche un sistema di reporting a renderlo insidioso. Quando vidi il primo video di Wave presi un pennarello e racchiusi tutto il disegno dentro un cerchio con scritto “Google Wave?”
Adesso che in wave ci sono, dico che al 90% la mia intuizione era giusta: tra quel che c’è e quel che si potrà fare con le API, potremmo in teoria avere il nostro sistema fatto e finito.

Dite che non serve a un cazzo semplicemente perché non avete abbastanza fantasia per trovarne un utilizzo sensato 😉

[e no, ancora non ho inviti da dare]

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Questione di feeling

Ho promesso al Beggi un post sul come sono andate le cose ieri coi mutui, ma niente nomi. Anzi ne farò solo uno.

Il fatto è che ieri abbiamo venduto casa nostra, e il box, estinguendo due mutui e intascando la differenza, per poi poter pagare a nostra volta la nuova abitazione. Primo problema: l’importo da estinguere per il mio mutuo è superiore al prezzo di realizzo (mi ero fatto “mutuare” anche l’IVA e le spese del notaio). Prima di arrivare al momento fatidico senza sapere cosa fare, chiedo all’assistente del notaio come mi devo comportare. Lei mi prospetta di presentarmi col contante.
“scusi, no. Sono anni che ci rompete le palle con la tracciabilità, le carte, il denaro elettronico e ora vuole il contante?”. Poi si informa meglio e la cosa rientra.

Secondo problema: la banca dove avevo il mutuo è nota per essere una “che fa storie”. Ammesso che per “fare storie” si intenda che mi hanno consegnato un foglio dove c’era scritto chiaramente (al punto che l’ho capito anche io) cosa andava fatto: e cioè un bonifico intestato a… dell’importo di… all’IBAN… con descrizione… e con valuta il giorno… e il conteggio della somma da aumentare per ogni giorno di ritardo entro i dieci successivi (che mi dicono chiamarsi dietimi). “no, noi facciamo assegni circolari, poi voi li portate alla banca”. “vogliono un bonifico”. “eh ma non so”. Tra banche non si usa fare i bonifici? vuole invece mica darmi una valigetta con banconote di piccolo taglio e una manetta?

Terzo problema: fatta così l’operazione comporta problemi di valuta al mio compratore. Il notaio chiede di valutare l’entità dell’esborso, e la signorina risponde che “non lo sa”. “l’ordine di grandezza, all’incirca. 5 euro? 50 euro? 500 euro?” “non lo so, ce lo dice il sistema domani”. Ora non è per fare lo splendido, ma ho studiato ragioneria e mi ricordo che il massimo della vita uscendo da lì era il posto in banca. Forse la signorina ha fatto informatica e ci siamo incrociati le vite, ma quel calcolo lo so fare pure io, oltre che il notaio.

Quarto problema: interviene il direttore della filiale, che ciancia di “condizioni contrattuali”. Anzi la frase quasi esatta, ripetuta più volte è “sa, la legge ha abolito la commissione di massimo scoperto, quel balzello, ma le banche l’hanno sostituita con altre spese, non hanno rinunciato”. Perché parlasse in terza persona lo devo scoprire ancora adesso, lui è la banca ma scarica la responsabilità.

Che poi il nome sul nostro assegno fosse pure sbagliato, quello è evidentemente un dettaglio, una dimenticanza da niente, cose che capitano no? 🙂

L’unico nome che faccio, quindi, è quello di Banca Generali, la mia banca di cui sono soddisfatto: certo non sono dei samaritani, però fanno quel che devono, sono competenti, ho una persona che posso chiamare per qualsiasi evenienza, vado allo sportello il minimo necessario ma loro hanno sempre una soluzione.

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Ben le sta!

Siccome oggi alle 9 iniziava uno sciopero degli autobus ho accompagnato Pupi dai miei genitori all’alba. Poi ho preso il solito bus, timbrato il solito biglietto e letto il solito libro. A pochi metri dal capolinea – e a una manciata di minuti dall’inizio dello sciopero – salgono i controllori e fanno il loro dovere. La signora dietro di me oppone un perentorio “però oggi non vale” (avrebbe anche potuto gridare “PUGNOOOOOOOOO” 😀 ) ma non c’è niente da fare. La simpatica anziana si fa pinzare senza biglietto e scesi dal mezzo inizia la trafila per la multa.

Ovviamente la signora si giustifica con l’abusata frase “eh, non multate mai chi non fa il biglietto e poi multate chi non lo fa una volta”, che è un po’ illogica se presa da sola, ma possiamo capirla. Devo però ammettere che ho fatto fatica a trattenermi dall’esclamare, passandole accanto, un “EH! è una vergogna. Ben le sta!”.

Che volete farci, sono fatto così 😀

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Sempre più facile fare il pediatra

(e mi riferisco a questo vecchio post)

La nuova frontiera è quella di minimizzare pressoché tutto, o di rispondere per iperboli.

“Dottore, a fine mese traslochiamo, si può fare qualcosa per ridurre il trauma alla bambina?”
“Eh, non traslochi!”

“Che dice, per la piscina è presto?”
“se alla bambina piace…”
“L’asilo ogni tanto?”
“se si diverte…”

[ora invento eh]
“La porto a fare un po’ di roccia” – “va bene, così prende un po’ d’aria buona”
“pensavo di lanciarmi col paracadute insieme alla bimba” – “basta che non soffra di vertigini”
“andiamo tutti in Australia in vacanza, 20 ore di aereo non saranno troppe a dieci mesi?” – “forse si, ma vuol mettere col vantaggio di imparare un po’ l’inglese?”
[insomma, avete capito 🙂 ]

Tra l’altro visto che la prossima visita sarebbe oltre il trasloco, mia moglie si è congedata così:
“beh, allora questa è l’ultima volta che ci vediamo e…”
“buonasera”. SLAM!

🙂

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La spiegazione di Flash Forward

Io non ho ancora visto la nuova serie che fa impazzire tutti i miei amici, Flash Forward, ma fregandomene degli spoiler ho letto questo fantastico post di Giovanni (da cui il titolo del post, che si rifà a un mio vecchio articolo).

Tanto quanto Cloverfield, e Lost, Flash Forward è legato al web, e anzi pare fare un ulteriore passo avanti permettendo l’interazione diretta tra i telespettatori. In questo caso la TV è solo il veicolo iniziale dell’intera experience, che si completa sul web. E’ un ulteriore indizio della direzione presa da questo tipo di intrattenimento.

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Ten

La Cate in spiaggia

Nei primi mesi di vita la crescita fisica è esplosiva, come se ci fosse una fretta assurda del corpo di liberarsi dell’appellativo di “bebé”. Poi per fortuna le cose si stabilizzano, altrimenti a un anno questi cosi sarebbero dei giganti alti dodici metri e del peso approssimativo di trecento chili 🙂

Inizia allora la crescita esponenziale della mente e delle abilità motorie, e in questo mese la Caterina ha fatto progressi incredibili. Eravamo rimasti che iniziava a gattonare, buffa col suo pannolone ondeggiante, e la ritroviamo come un veloce ragnetto zampettante. TAC-TAC, TA-TA-TA-TA-TAC ed è dall’altra parte della stanza. E inoltre si alza in piedi se le dai la mani o se si appoggia al divano, e dopo un giorno già spavalda toglie una mano. Fa “giro giro tondo” e si siede al momento giusto ed è molto brava a farsi capire (oltre che ad arruffianarsi le persone 😛 ). Le abbiamo comprato un tappetone morbido per giocare in sala, di quelli a pezzi con le lettere e i numeri: la prima cosa che ha imparato è stata smontare le parti centrali, sollevando le piastrelle sui bordi. Poi a prendere solo le parti centrali, dapprima usando due mani (praticamente sfondando il pezzo 😀 ), poi molto più semplicemente piegando la piastrella e facendo schizzare via il numero o la lettera.

Per contro questo entusiasmo per le cose motorie ha provocato una regressione della capacità di prendere sonno o in generale di godersi i vantaggi della posizione prona; dovreste sentire che urli tira quando è nel fasciatoio, o immaginare lo sconforto da genitori nel dover usare intere mezz’ore per farla addormentare. Per fortuna la cosa pare rientrata almeno alla sera, mentre il sonnellino mattutino sembra perso per sempre e quello pomeridiano è molto raro, ma contiamo di rientrare nei ranghi molto presto (VERO PUPINI? 😀 )

E’ stata anche in un asilo, un posto molto bello dove puoi fare una tessera ad ingressi pomeridiani e portarla solo quando ci sono i gruppi di bambini con età simili, e si è divertita un mondo. Pare, si dice, sembrerebbe, che abbia un buon carattere e sia socievole, il che è strano visto che dovrebbe essere figlia mia 🙂

Comunque in una data ancora imprecisata tra metà ottobre e fine novembre la famigliola si trasferisce in una casa nuova. Quando sei genitore impari in fretta che la routine è la migliore amica dei bimbi, e fai in modo di assecondarla più che puoi (a volte anche a livelli maniacali tipo “se passo sotto quello stipite alle 19:45 con lei in braccio e nella stanza davanti c’è la luce spenta, allora dormirà tutta la notte” 🙂 ), vedremo se riusciremo a non rendere traumatico il trasloco alla piccola principessa di casa Tambu…

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