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Day: May 27, 2009

Agenzia Immobiliare “Il Nido”, a Genova

Quando devi comprare e vendere casa, c’è poco da fare, non sempre puoi scegliere l’agenzia cui rivolgerti. Certo, l’ottimo sarebbe fare tutto da soli, ma non sempre è possibile. Specie se la casa che hai adocchiato ce l’ha in gestione un’agenzia. E allora o hai fortuna oppure rischi di essere uno dei tanti che “ah, sugli agenti immobiliari te ne racconto un paio che han le ruote”.

Io non ho mai avuto a che fare con le agenzie immobiliari, che a Genova sono la terza categoria di attività più presente dopo le farmacie e i panifici (ma anche le cineserie sono in grande spolvero ultimamente), e non senza motivo: comprare o vendere casa, nel capoluogo ligure è facile per quantità degli immobili presenti, ma trovarne uno di qualità è parecchio più difficile. Poi c’è anche la schiera dei cosiddetti “palazzinari”, cioè persone che nel corso di generazioni ha accumulato decine – spesso parecchie decine – di case e appartamenti e vive di rendita o usa i guadagni per acquistarne altre, da affittare o ristrutturare e rivendere lucrandoci. Quelli veramente tosti fan tutto da soli, gli altri danno da vivere alle agenzie. Mettiamo infine nel computo che per via della sua struttura abbastanza particolare, Genova si presta molto agli annunci ” da interpretare”, di cui Beggi tempo fa scrisse un post molto carino: nella zona dei vicoli difficilmente troverete una casa luminosa, con l’ascensore, ampia, col giardino e con la vista sul mare. Ammesso che esista, ci vive un palazzinaro e non la vende 🙂

Questo preambolo per dire che mia moglie aveva un po’ di pregiudizi sulla categoria maturati da esperienze precedenti e da racconti di amici, e che dopo la nostra esperienza di compravendita siamo coscienti di essere stati fortunati 🙂
la parte “compro casa”: La casa che abbiamo visto nell’annuncio, papabile di essere eletta a nostra prossima dimora, era gestita dall’agenzia immobiliare “Il nido” di Via Ravecca, e giocoforza siamo dovuti passare attraverso di loro per venirne in possesso. Il nostro referenti primario, Marco, è una persona che nel tempo ha acquistato stima, invece di perderla, come ho avuto modo di dire in una discussione su FriendFeed.

la parte “vendo casa”: Dopo averci mostrato la casa dell’annuncio è venuto a vedere casa nostra ed è stato molto onesto nella valutazione: invece di sparare alto per invogliarci a diventare clienti, e constatato che con una figlia piccola non potevamo permetterci di sbagliare i conti per difetto, ha fatto una valutazione concreta e prudente, del tipo “sotto a questa cifra è impossibile che non la vendiate” e ci ha aiutato a fare i conti per capire se potevamo iniziare l’operazione. E’ stato dietro al venditore nella nostra trattativa di acquisto, anche se inizialmente dando ascolto ai racconti dei miei amici ho avuto l’impressione che non si muovesse abbastanza. Invece lavorava nell’ombra, e alla fine siamo riusciti a concludere la trattativa e siamo passati alla vendita di casa nostra. Anche qui avrei avuto le mie rimostranze su tutto, da perfetto impiccione, e avrei avuto torto. In poco tempo abbiamo avuto moltissime visite di potenziali acquirenti (merito anche dell’annuncio grande mezza pagina due del più importante settimanale di annunci immobliari), e nel giro di un mese e mezzo eravamo già d’accordo con una coppia per l’acquisto. Il grande pregio di questo giro, e del supporto dell’agenzia (quindi anche di Armando e Laura) è che in poco tempo ho interpretato sia il ruolo di venditore che quello di compratore, e ho potuto confrontarli e rendermi conto che nella maggior parte dei casi le compravendite immobiliari sono una ruota, un ingranaggio che gira: iniziano prima di te, e spesso prima di chi vende a te, e terminano dopo di te, spesso dopo di compra da te. Non ha senso impuntarsi e bloccare tutto l’ingranaggio, non ha senso rischiare di essere stronzi con qualcuno che poi probabilmente vorrà rifarsi su qualcun altro.

E per la cronaca la cifra finale di vendita era comunque superiore a quanto preventivato come minimo sindacale, per cui come non essere contenti?
La sensazione che ho avuto è che non mi sia mai stata raccontata una frottola, evento cui ero comunque preparato psicologicamente. Poi, se sia stata solo una sensazione non lo so, e se si allora vale la regola del ristoratore (“ogni cliente deve sentirsi speciale pur essendo trattato come gli altri” nd Luca Sartoni), ma non credo. Se non fossi molto contento del loro operato non ci scriverei di sicuro un post, e non avrei pagato una cifra leggermente (pochissima cosa, comunque) superiore a quanto detto all’inizio a voce senza fiatare. Riconosco la bontà di un lavoro fatto bene e lo pago per come è fatto, non è un problema.

Il fatto ora è che spero di non dover cambiare di nuovo casa a breve, ma se dovessi farlo inizierei dall’agenzia “Il nido”. Magari non dal loro sito, ecco ( 😀 ), ma un passo in Via Ravecca lo farei sicuramente!

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