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Month: July 2007

Il sale nel caffè

Ieri mattina ho fatto colazione con un lettore di questo blog per discutere di una cosa. Siamo entrati al Moody’s, un bar/ristorante/selfservice/aperitiveria in pieno centro di Genova, in largo XII Ottobre.
Io ho preso un caffè e una brioche, lui un caffè e una olandesina e al momento di pagare ha insistito per offrire; da un alto sono contento, perché al suo posto avrei fatto una scenata patetica al cassiere, se non direttamente al direttore, (lui invece è stato un signore) dall’altro mi dispiace un po’ per il mio amico: 8 euro sono DECISAMENTE troppi, anche se ci siamo seduti al tavolino (interno).

Peraltro mi dicono che in quel posto le brioche mignon costano la stessa cifra di quelle normali: misteri della chimica molecolare!

Io ci ho messo una pietra sopra, e vi ho avvertito.

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Difficile spiegarlo a voce 1: feeling della moto

L’altra sera tornavo in moto da Recco lungo l’Aurelia; ad un certo punto vengo sorpassato da una zeta 750 come la mia, guidata da un ragazzo senza passeggero. Subito lo raggiungo e mi ci piazzo dietro per un bel pezzo. Il tipo non va forte, e gli sto dietro con comodo. Però la signora mi chiede “perché fai le scianche?” “non faccio le scianche, sto studiando” “non capisco: cosa stai studiando?” “studio il feeling della moto“.

Ecco, nonostante uno la moto la abbia da due anni, il feeling con essa è una cosa che non si può mai dire completamente acquisito. Ci sono sempre dei punti da capire di più, delle limature da fare, delle cose da correggere, e un’ottima occasione è proprio quando qualcuno guida una moto come la tua davanti a te.
È come se gli chiedessi:

  • quanto fai in questo rettilineo, e di conseguenza dove inizi a frenare?
  • prima di questa curva freni tanto o poco? dove ricominci ad aprire il gas?
  • quanto pieghi TU in questa curva? che traiettoria fai?
  • dove sorpassi questa macchina o questo camion?

In particolare l’ultima domanda mi sta molto a cuore, perché in giro ci sono dei pazzi. Capire cosa pensano gli altri motociclisti quando si tratta di sorpassare qualcosa aiuta a essere preparati in molte eventualità.
Per rispondere a quelle e ad altre domande l’unico modo che conosco è, appunto, stare dietro a qualcuno e guadare cosa fa e come lo fa; sempre se è una persona tranquilla e non un pazzo criminale, e possibilmente se non lo conosco.
E ovviamente le pseudorisposte che si ottengono da una operazione del genere vanno mediate e soppesate in base a fattori personali. Alcune delle cose elencate infatti sono dipendenti da elementi non controllabili (le gomme, tanto per dirne una, ma anche i tubi freno in treccia o altre elaborazioni) e dallo stile di guida del pilota, ma io trovo che in generale sia un metodo utile.

Per lo stesso motivo durante il giro di sabato ho fatto stare Giorgio davanti a me per un pezzo. Anche da qualcuno con una moto nuova si può capire qualcosa, specie se ne viene da un XT600 🙂

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kawasaki Z750 MY 2007

z750 2007(per i non avvezzi MY sta per “model year” 😉 )

Sabato giretto in moto con Razzu, Guzzo e Giorgio, quest’ultimo fresco possessore di una z750 nuova. Superato il traffico cittadino ci siamo avventurati su per il Passo del Turchino, che ha sempre il suo fascino (e LA curva perfetta) nonostante l’asfalto non bellissimo in alcuni punti. Poi Rossiglione / Tiglieto e poco prima della sosta caffè mi sono permesso di provare il mezzo nuovo (tanto avevo la tuta – Giorgio tu non leggere 😛 ).

Per me che ne vengo dal modello precedente – la mia è del 2005 e non ha modifiche al motore o alle sospensioni – è stata una prova d’impatto: appena salito mi sono accorto della posizione di guida “strana”. Il manubrio è più stretto della mia, e quindi le braccia più raccolte portano il busto a stare leggermente più eretto. Il serbatoio è più grande (tiene 1,5 litri più della mia) e ho anche l’impressione che le gambe debbano stare leggermente più divaricate, ma qua è proprio questione di millimetri. Anzi, sul sito dicono che è più stretto del precedente, boh!

Di motore mi sembra assolutamente identica, il buon vecchio propulsore della casa di Akashi è generoso anche ai bassi regimi – e comunque essendo in rodaggio mica potevo strozzarla – e regala un piacere di guida senza strattoni; veramente stupefacente il cambio, silenziosissimo nell’innesto della prima e di tutte le altre marce: Io sono abituato ai CO-CLONK della mia e anche a smanettare un po’ ai semafori per riportarla in folle. La corsa del cambio nella configurazione standard è più lunga della mia, cosa molto fastidiosa ma che per fortuna può essere regolata, come tutte le moto serie.


Capitolo tenuta di strada: qua sono contrastato. Da un lato mi è sembrata DECISAMENTE più lenta nei cambi di direzione e da buttare giù in, dall’altro lato mi è anche sembrata più stabile della mia in curva, almeno finché non ho preso un fosso. Sicuramente questo punto della prova andrebbe ripetuto con più dettagli: primo, io ho le gomme quasi finite e mi sono dimenticato di guardare cosa monta di default la Z750 nuova (anzi, Giorgio palèsati nei commenti e aggiornaci: è sempre il Bridgestone BT012? ), secondo io ho aggiunto una tacca di precarico alla molla rispetto a come esce di fabbrica. La forcella rovesciata ritengo sia solo una questione estetica e non possa costituire tutta la differenza. Terzo Giorgio è un fermone e con tutta quella cera sui bordi della gomma non potevo rischiare una piega estrema 😀
In generale però la sensazione è buona.

L’estetica è principalmente un fattore personale, ed emozionale. Vedendo sempre la mia in garage, con le mie piccole personalizzazioni, anche un modello standard di anno uguale mi piace meno. Devo dire però che alcune scelte di Kawasaki nel modello 2007 mi hanno fatto inizialmente storcere il naso, ma mi ci sono abituato subito: parlo ad esempio dei raccordi tra i telaietti copriradiatore e la plastica sotto la sella, o del faro anteriore. Altre cose invece proprio non mi vanno giù, come lo scarico troppo grosso (non la forma, che è anche carina, proprio la dimensione), il faro posteriore senza gli “occhietti” e il contagiri analogico.

Comunque ritengo che resti sempre e comunque un’ottima scelta per il mondo delle naked. Forse un pelo più ostica di una hornet, sicuramente più affascinante del Suzuki GSR.


Il resto del giretto, per dovere di cronaca, è stato tranquillo. Ho grattato una pedalina in una splendida curva che non ricordavo esistesse, abbiamo saccheggiato la casa in campagna di Razzu con una pasta al sugo calbrese di verdure e qualche affettato, poi siamo tornati a casa 🙂

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Taqueria Mamacita’s a Genova

Forse non tutti sanno che sono un grande appassionato di cucina e birra messicana. Ho più volte sostenuto che d’estate non c’è niente di meglio di una Corona ghiacciata (d’inverno invece mi rivolgo alla Franziskaner).

A genova una volta c’era un ristorante tipico messicano, vicino a Piazza De Ferrari in pieno centro, ma ha chiuso da molti anni. L’unico modo per gustare qualche sapore simile a quelli della terra centroamericana rimaneva il Dixieland, ameno luogo a picco sugli scogli della riviera di levante, un po’ ristorante, un po’ messicano, un po’ tex-mex, un po’ discoteca: il classico posto che fa tutto ma non lo fa bene.

Potrete quindi immaginare il mio gaudio maximo quando ho saputo che in centro (per giunta a poche centinaia di metri da casa) ha da poco aperto una taqueria messicana: La Taqueria Mamacita’s.
L’ho provata per voi (DUE volte in due settimane 😉 ) e sono quindi pronto a garantire sull’assoluta genuinità del posto:

Location: Si trova in via Pré al 113 rosso. Non storcete il naso, via Pré non è più il posto malfamato di una volta, o almeno stanno provando a sistemarlo. L’apertura di locali di questo tipo ne è una prova, e solo per questo dovreste aiutarli. Certo, non sarò io a dirvi che potete girare facendovi vento con 3 biglietti da 500 euro in mano, ma a noi non è mai successo nulla. Peraltro è raggiungibile in pochi passi da Via Gramsci, che è una via molto trafficata e relativamente sicura. Ma vi ripeto, non voglio spaventarvi, i posti da temere sono ben altri. Il locale è molto piccolo, ha 10 posti al bancone e un tavolo da 6 persone. Uno dei punti di forza è il take-away: potete telefonare, ordinare e ritirare il pacchetto caldo da consumare dove meglio credete.
E’ aperto dal lunedì al venerdì dalle 11.30 alle 15.30 e dalle 18.30 alle 21.00, il sabato continuato 12.00 – 21.00, ma questo non significa che alle 9 di sera vi sbatte fuori 😉

Cibo e bevande: Alla classicissima Corona da 4,6° si affianca una inedita Corona Victoria in bottiglia scura da 4°. Il gusto è praticamente lo stesso, ma io continuo a preferire la normale. Una buona scoperta è stata la Modelo e la sua bottiglia tozza, il gusto è praticamente identico alla Corona ed esiste anche in versione Negra (scura). L’ultima volta ho preso la Desperados, aromatizzata alla tequila, se vi piacciono le birre con retrogusto dolce…
I piatti sono praticamente tutti i classici della cucina messicana: i tacos con carne o verdure, i nachos con formaggio o senza, i quesadillas, i burritos, le fajitas e le carnitas. Non mancano il chili con carne (e come potrebbe?) e l’arroz a la mexicana, che contrariamente a quanto si possa pensare non è un arrosto, ma un piatto misto di riso, chili e carne con insalata e salsina.
Sul volantino c’è scritto che tutte le cose sono preparate con ingredienti freschi, e sebbene non possa confermare direttamente, lo confermano le mie papille gustative: il guacamole confezionato è una cosa, il guacamole che fa la mia signora un’altra. Il guacamole del Mamacita’s è buono e fresco come quello appena fatto dalla mia signora. Anche le verdure hanno tutte un bell’aspetto, sono “gioiose” 🙂

Personale
: facile, sono solo in due, marito e moglie. Lui è molto gentile e discreto, si vede abbastanza poco quando c’è poca gente, lei è una chiacchierona (e siccome non è genovese, niente torta di riso 😉 ). Statunitense di genitori messicani e tedeschi, ha lasciato un posto di avvocato negli States per buttarsi tra le tortillas genovesi. Se siete fortunati e nel locale c’è poca gente, farete sicuramente due chiacchiere sul Messico o su Frida Khalo, di cui le pareti sono tappezzate.

EDIT: giustamente Alessandro mi fa notare che siamo a Genova e il fattore prezzo ha un suo importante perché 🙂
I prezzi sono assolutamente popolari, d’altronde lo ricordo è una taqueria e non un ristorante etnico. Il piatto più costoso mi pare costi 5,5 euro, ma la maggior parte sta sotto i 5. Se non siete dei mangioni come me, un piatto come l’arroz o il chili vi basta, altrimenti dovrete per forza associare un altro stuzzichino. Le birre sono in linea agli altri locali, quindi diciamo che per una cena completa potreste stare leggermente sopra i 10 euro ma sicuramente sotto i 15. Sempre più che dal McDonald’s, ma vogliamo mettere? 😀

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Akismet copione! :)

Akismet ha da poco superato i 2 miliardi di commenti di spam intercettati, e lo ha scritto in questo post, in cui peraltro inaugurano una pagina con dei grafici.

Sarà, ma a me tutto ricorda troppo una cosa apparsa varie volte su questo blog, ad esempio in questo post 😛

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Giornata piena per il jolly

Essere un jolly in azienda è sempre un ruolo a metà tra il divertente e l’esasperante. Pensate che oggi (SOLO oggi intendo) finora sono stato:

– webdesigner e guru del validatore W3C
– debugger di codice altrui
– sistemista anziano che spiega ai sistemisti come fare un redirect 301
– consulente del SEO sui redirect
– tecnico software riparatore di XP che non bootano più
– programmatore, come tutti i giorni
– commerciale aggressivo.

Ma naturalmente non prendo 7 stipendi 🙂

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Piccolo bug nei filtri di Google Analytics

Tempo fa vi ho detto come era possibile avere il referral completo con Google Analytics (post riportato in auge due settimane or sono da Miriam Bertoli su Marketing Routes).

Quel filtro nei miei profili lo chiamo “full referral”. Questo a titolo di premessa.
In uno dei miei profili mi sono trovato nella necessità di dover monitorare anche un sottodominio, diciamo www.sito.it e nuovodominio.sito.it

La guida di Google è abbastanza esaustiva, e dice che se si vuole fare tutto in un unico profilo (come desideravo io), basta aggiungere al javascript la riga

_udn="sito.it";

poi creare ed applicare un filtro avanzato personalizzato di tipo:

Campo A: Nome dell’host => Estrai A: (.*)
Campo B: URI della richiesta => Estrai B: (.*)
Output in: URI della richiesta => Constructor: $A1$B1

(in realtà la versione corretta sarebbe /$A1$B1, secondo la guida inglese e il supporto, ma funziona anche così).

questo filtro, però, parrebbe avere un problemino di incompatiblità con il “full referral”, sempre secondo il supporto tecnico:

Analytics Support a me
5 lug (4 giorni fa)

il problema potrebbe essere causato dal filtro personalizzato “full referral”. potrebbe esserci un conflitto fra i due filtri.

Cordiali saluti,

Mattia

il problemino, niente di grave invero, è che le URL ricostruite da Analytics che vi vengono proposte da visitare, ad esempio nel report SEZIONI DEL SITO (il quadratino azzurro con la freccia a sinistra del nome della pagina), sono ricostruite come http://www.sito.itwww.sito.it/pagina.html oppure http://www.sito.itsottodominio.sito.it/pagina.html e di fatto non esistono e portano a una pagina di errore.

Meno male che c’è Tambu che vi avvisa, eh? ;-P

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Vernice

cancellataIl week-end doveva iniziare con un girello in moto, che Giorgio s’è preso la Z750 nuova e andava inaugurata, quindi avevo mandato una delle mie celeberrime email bastarde

Sabato mattina allora giretto? io tornerei a casa per pranzo. diciamo una cosa tranquilla tra le 9 e mezzogiorno, tanto con tutte le soste per aspettare Giorgio poi passa la voglia 😀

invece non se n’è fatto niente, e ci ho dato dentro anticipando il programma del pomeriggio, ovvero: VERNICIARE LA CANCELLATA DEL GIARDINO.

Ho finito praticamente ora, e in due giorni ho dato solo la prima mano. Son due giorni che penso a un post sulle analogie tra la pittura del ferro e il web duepuntozero, ma niente, non m’è venuto in mente niente. Forse perché ero concentrato a capire dove fosse la falla nel programma…

  • primo consiglio: se la cancellata ha la sezione rotonda, raddoppia il tempo previsto
  • secondo: se metà cancellata (la metà inferiore) ha il doppio delle sbarre (sennò il grassone esce), raddoppia il tempo previsto al punto precedente
  • se è la prima volta che ti cimenti in una operazione di questo tipo, prevedi almeno un’ora per i ritocchini
  • valuta l’idea di comprare un pennello da poco, da buttare appena hai finito invece di impazzire 3 ore a lavare quello bello

In compenso ho scoperto che per ora sono filocolori Boero (un po’ di campanilismo non guasta 🙂 ) e ho avuto la conferma che RockFM è sempre la miglior radio italiana.

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