…seguito a ruota dalla variante “poveri i tuoi vicini” o dalla più acuta “poverino, quindi come fai?” sono le 3 frasi che il batterista medio come me si sente rivolgere dal suo interlocutore quando si parla di allenarsi a casa per i pezzi.
“Quindi, come ti alleni?” un batterista ha 3 possibilità:
1) ha una batteria in una saletta vicino casa, oppure abita in una casa isolata e i parenti sono d’accordo con la sua passione, meglio se riescono a relegarlo in garage/soffita/cantina
2) ha una batteria muta, come me agli esordi: si tratta di una serie di pad che riproducono il rimbalzo corretto della bacchetta sulle pelli ma non il rumore, e per di più in genere sono pieghevoli. Tipo una cosa così (immagine tratta dal sito zecchini musica)
3) si allena ascoltando a ripetizione le canzoni, cercando di isolare le parti che lo interessano, di memorizzare i passaggi e tamburella con le dita sul tavolo e i piedi sul pavimento, all’infinito.
Io faccio parte di questa ultima categoria, la batteria vera e quella muta le ho vendute entrambe parecchi anni fa. Nonostante questo molti non credono che riesca a suonare semplicemente ascoltando i pezzi e ne sono lusingato: evidentemente è una qualche dote naturale 😀
Meno contenti sono invece i miei vicini prossimi (di scrivania principalmente, visto che sento i pezzi sul lavoro) quando “studio” canzoni come Train of Consequences dei Megadeth
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