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palazzi rotanti

Ho sognato che ero in un ufficio abbastanza fico, all’americana, con ampie vetrate che davano sul circondario, in un grattacielo famoso in città ma contorniato di palazzi che in realtà non stanno lì, ma non ero a un piano alto. E mentre mi facevo una doccia (son sogni, che volete? 🙂 ) tutto iniziava a oscillare. Mentre il rombo si faceva più forte io mi infilavo sotto un ridicolo tavolino di plastica e urlavo al mio collega di fare altrettanto.

Dopo il palazzo iniziava a ondeggiare come fosse di gomma, mentre tutto volava da una parte all’altra della stanza; poi tutto RUOTAVA. Lo capivo perchè vedevo il circondario mutare attraverso le finestre. Mentre pensavo “NO, un palazzo NON PUO’ RUOTARE, è finita…” udivo il terrificante suono di un albero secolare che si spezza.

Quando riaprivo gli occhi il mio collega mi faceva cenno di uscire. un MMS mi informava che le persone care stavano bene, e non c’erano cadaveri intorno, sebbene il palazzo si fosse effettivamente spezzato ai piani alti, crollando sul circondario. Un ritaglio di giornale mi informava di quello che era successo e di quello che succederà al palazzo, parlandone però al passato.

Ho tralasciato altri dettagli, ma mi dicono essere un sogno sulle incertezze legate al futuro. Può darsi. Comunque è uno di quei sogni che quando ti svegli ti batte il cuore forte, e che se chiudi gli occhi senti ancora i rumori.

Di certo comunque c’è che domattina me ne vado sulla neve per il Capodanno.
See ya!

3 Comments

  1. Giorgio Martini Giorgio Martini

    Freudiano.

  2. Mi incuriosisce la foto ….

  3. […] Ho sognato che assaltavamo un luogo in cima a una montagna facendoci catapultare (probabilmente perchè ho visto distrattamente la battaglia finale del Signore degli anelli 3 sabato sera); questo luogo era una specie di beauty farm – centro benessere. Uscivo dalla mia stanza per fare la doccia (ancora la doccia in un sogno…) ma dimenticavo non so cosa e tornavo in camera. Sbagliavo camera e il proprietario si adirava molto. Tanto che dopo poco ingaggiava una riga di scagnozzi militari per farmela pagare. Ma io ero stranamente tranquillo. Stringevo i pugni e le braccia mi raddoppiavano istantaneamente in volume della muscolatura. […]

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