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Month: June 2005

fondo una ditta

A volte vorrei avere una telecamera che mi filma e mi permette di ricostruire i vari passaggi coi quali metto a segno una ricerca su internet. Si perchè ve l’ho già detto, io mi sento un privilegiato, un cercatore incallito. Non che conosca particolari trucchi, anzi sicuramente c’è gente che conosce stringhe particolari ancora più fruttuose, però non so perchè trovo praticamente sempre quello che cerco, anche partendo dai dati più nebulosi.

Le ultime 3 ricerche fantasmagoriche ve le voglio riproporre, nella forma originale in cui mi sono apparse, di modo che, se avete voglia e tempo, potete provare anche voi.

  • “Ragazzi, sto cercando autore e titolo di un racconto che ho letto alle elementari. parla di un tizio che a poco a poco perde la memoria e deve attaccare biglietti coi nomi delle cose, e poi anche come si usano. una frase che mi ricordo all’incirca è : questa è una mucca. la mucca fa il latte. la mucca va munta ogni mattina.” (tempo impiegato: circa 20 minuti)
  • “La copertina di “who killed bambi?” dei Sex Pistols” (tempo impiegato: circa 2 ore, frammentate in più giorni)
  • “Da piccolo ho visto un film, o una miniserie. Parla di sommozzatori che entrano in una nave affondata e trovano superstiti che sono sopravvissuti grazie a una bolla d’aria e coltivano piante che ricambiano l’aria” (tempo impiegato: non oltre la mezz’ora)

Lo dico perchè oggi, mentre in 3 cercavamo informazioni sul film (ma gli altri due non sono evoluti come me 😉 ) un collega mi fa “facciamo una società che fa ricerche a pagamento”. Io ci sto, anche se so che non è affatto un’idea nuova ( http://answers.google.com/answers/ ) e competere con loro non è una grande idea…
ma ragionandoci un pochino su, magari… 😛

Google Answers

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Libero ADSL

info ladra :)Il primo post della nuova categoria “ab aeternum” dedicato alle cose che devono restare a disposizione dei posteri riguarda il mio rapporto con Infostrada e Libero ADSL.

Con un pizzico di vanto affermo che sono stato uno dei primi in Italia a sapere cosa fosse l’ADSL (anzi, ricordo che ne parlai al telefono con Silentman, mio guru tecnologico, e che quella volta lo presi in castagna 🙂 ) e a dotarmene… non mi ricordo nemmeno io perchè decisi per Infostrada, fattostà che firmai il mio modulo PRONTO 1055 con preselezione automatica e subito dopo ordinai l’attivazione dell’ADSL, contratto PREMIUM a banda minima garantita, 640/128 e illimitate telefonate urbane incluse, compreso modem USB in comodato d’uso.

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votiamo

dico la mia su un paio di questioni elettive:

– non andare a votare è un modo come un altro di lavarsene le mani di tutto, non assumersi nessuna responsabilità, nè in un senso nè nell’altro. Che tu vinca o perda avrai avuto la tua idea e potrai valutare l’operato del governo (nazionale o locale). Se non voti E DOPO TI LAMENTI sono portato a pensare che l’hai fatto in malafede, in modo da avere sempre la scusa per poterti lamentare. Neanche il refrain di dover votare “il meno peggio” regge: qualsiasi persona con un briciolo di razionalità e buon senso SA che si deve sempre scegliere il meno peggio; mica siamo Tafazzi 🙂

– alla luce di quanto sopra, votare SOLO ai referendum è una cavolata ancora più grande: perchè se tutti votassero SEMPRE anche le politiche avremmo modo di avere nelle istituzioni uno specchio più fedele del pensiero “popolare”, quindi non ci sarebbe bisogno di fare referendum abrogativi a nastro.

– come se non bastasse, visto che l’italiano medio è OTTIMAMENTE informato ed era sempre il primo della classe in educazione civica a scuola, non mi pare sia scritto da nessuna parte che esista un DIRITTO all’astensione da più parti propinato ai giornali. votare è si un diritto, anzi un dovere.

Comunque, nello specifico, io sono per l’abolizione del quorum. ci sono 50milioni di aventi diritto? ok. se ne presentano solo 568? meglio ancora, visto che erano interessati al voto decideranno loro per tutti. Come in Svizzera, manco a dirlo…

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Google memoria del mondo

Ho realizzato soltanto pochi giorni fa in ufficio, scherzando con un collega, come la grande mole di informazioni memorizzate negli archivi di Google rappresenti ben più di quello che siamo abituati a pensare… rappresenta, certamente, il luogo ove tutto è tracciato e disponibile in pochi secondi; rappresenta quindi uno spaccato neanche tanto piccolo del sapere umano, una specie di “cervello alveare del mondo”, per citare una mitica puntata del telefilm “Dharma & Greg”. Ma rappresenta anche (e spostiamo l’attenzione sugli ARCHIVI) una memoria storica collettiva formidabile.

Certo, se limitiamo l’analisi al solo web non riusciamo ad andare molto indietro… la versione corrente e forse un paio di versioni passate di ogni pagina. Ma comunque dimentichiamo che i siti “morti”, se non espressamente cancellati dai dischi della G colorata, restano lì all’infinito, come in un limbo. Se invece, dicevo, abbracciamo anche la sfera di Usenet, dei newsgroup, possiamo quasi sentire il delirio di onnipotenza che ci pervade le dita mentre effettuiamo una ricerca.

QUESTO secondo la tesi più accreditata è il primo post su Usenet, datato 11 Maggio 1981. da allora la maggior parte dei 700 milioni di post nei newsgroup finora scritti è disponibile e catalogata nella pancia dei gruppi. Scherzando col mio collega gli ho detto: “se tu 10 anni fa navigavi e per goliardia hai postato qualche volta sul newsgroup dei feticisti dei piedi, sei irrimedilmente marchiato”; ma non ci andavo poi così distante 🙂
In questo Google può essere imbarazzante.

Un altro motivo per cui Google è imbarazzante, in un certo modo, è la completezza delle informazioni che possiede. Completezza che ci costringe a fingerci fallibili o smemorati, quando invece tutto è a portata di clic. l’altro giorno ho commentato su un blog una cosa come “ah si, anche io preferivo il batterista precedente… com’è che si chiamava?” quando mi sarebbero bastati 4 clic per colmare la lacuna. Ma averlo saputo mi avrebbe troncato la comunicazione con quel blogger, il mio commento avrebbe perso di significato, e così ho dovuto fingermi smemorato, e anche se detto così è brutto da dire (spero che il senso arrivi lo stesso) ho dovuto fingere di dipendere dalla sua risposta.

Per cui ho deciso che inaugurerò una nuova categoria in questo blog: una categoria in cui scriverò cose che VOGLIO rimangano indicizzate per sempre, ad imperitura memoria, scolpite nella pietra delle tavole della legge di G. la legge di chi non dimentica. mai. 🙂

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school’s out \2

Allora, Tambu, suoni sabato 11 ad Arenzano sul lungomare?

bella domanda, dalle molteplici e nebulose risposte.
SI, suono.
NO, non so a che ora.
SI/NO credo che saremo solo in 3

SI SI SI SI SI, i pezzi vengono di merda 😉

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Segway

lo chiamano anche GingerOggi ho provato il Segway. Se non sapete cosa sia un Segway (altrimenti noto come “Ginger”) siete troppo OUT per stare nel mio blog. Pussate via! 😉 😉

Scherzo, ora ve lo racconto. Segway è un rivoluzionario mezzo di trasporto a due ruote, tecnologicamente avanzatissimo e dal costo “relativamente” basso. Ho avuto modo di provarlo in un negozio in centro e devo dirvela tutta… è una bomba!
Si presenta come una pedana poco più grossa di due piedi, con due grandi ruote e un lungo manubrio. viene fornito comprensivo di 3 chiavette elettroniche, grandi come un bottone. una imposta la velocità massima a 6 Km/h, una a 10 e una a 20. Una volta inserita la chiavetta desiderata il mezzo si accende, e resta in piedi da solo. Sì, resta in piedi DA SOLO. E’ dotato di 10 sensori e una quantità indefinita di giroscopi, che sanno sempre come è orientato e come è sbilanciato il mezzo, per cui l’unica cosa da fare è salire…
Una volta a bordo il mezzo prende le misure da solo, calcolando il peso della persona e le relative accelerazioni possibili. sulla sinistra del manubrio c’è una manopola, ma NON è l’acceleratore (tant’evvero che sta sulla sinistra per non confonderlo…) ruoti in avanti, Segway gira si sè stesso in senso orario, ruoti indietro e gira in senso antiorario. basta.
basta? si, basta. il resto dei movimenti sono talmente intuitivi che è quasi imabarazzante doverli descrivere… sposti il peso in avanti, poco, e lui si muove poco in avanti. Sposti il peso di più e lui accelera fino alla velocità massima impostata dalla chiavetta. Stai andando contro un muro? l’istinto ti fa tirare il busto indietro, e Segway frena (ovviamente funziona anche per la retromarcia, stesso principio a movimenti invertiti). questo + la manopola sono sufficienti ad effettuare tutte le operazioni possibili. comunque, c’è un gradino? ti ci appoggi, dai un colpetto di busto in avanti e lui sale. ci sono delle scale? lo lasci in stand-by, scendi e lo tiri dietro di te mentre sali le scale, tenendo la manopola girata. lui gira le ruote e ti segue, un gradino alla volta, come un cagnolino…

Il modello che ho visto io costa 6000 euro, ai quali sarebbe meglio aggiungere il costo di una batteria al litio, di più lunga durata. Sembrerebbe un costo elevato, ma la tecnologia che ci sta sotto, sebbene a noi sia rivelata solo attraverso dei lievi BZZZZZZ, è molto complicata. Io non dico che tra qualche anno ci saranno solo Segway in giro, sebbene sia un entusiasta tecnologico irrimediabile, dico però che ci sono determinate realtà nelle quali diverrà un preziosissimo strumento. Penso a luoghi lavorativi enormi, fabbriche o capannoni, aeroporti, ad esempio. Penso a centri cittadini preda di emissioni inquinanti soffocanti. Penso ad alcune categorie di disabili alle quali la sedia a rotelle motorizzata non permette tanta libertà quanta il Segway. Penso che tutto sommato è sostituibile allo scooter, occupa 1/3 del posto ed è omologato al pari di una sedia a rotelle. marciapiedi, piste ciclabili, attraversamenti pedonali, tutto è consentito… addirittura saremmo in diritto di entrare in un negozio senza scendere.

Secondo me SEGWAY è la ‘next big thing’ non informatica del mondo 😉

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eroe nel vento

Normalmente sono un programmatore, in tutti i sensi. Se mi si dà abbastanza preavviso tendo a prevenire qualsiasi evenienza. “sono Wolf, risolvo problemi” vado citando ogni tanto.
Normalmente una situazione come quella di oggi la amministro in scioltezza. Calcolo le possibilità, prevedo le mosse dei compagni di partita, applico la metodica razionalizzazione degli eventi e con qualche frase ben assestata e, non lo nego, qualche sotterfugio porto quasi sempre a casa almeno un pareggio.
Il primo anno di scuola superiore me lo ricordo come fosse ieri. Suona la campanella e tutti entrano di corsa; “cosa avete? fretta di seguire le lezioni?” me la ridacchio. Cerco con calma la mia classe e quando arrivo l’unico posto vuoto è quello davanti alla cattedra, sul quale poggio le mie terga, impotente. (soltanto dopo scoprirò che è anche il meno controllato). Il secondo anno me lo ricordo come fosse stamattina: io e il mio compagno di banco, decisi a non farci fregare, al VIA scattiamo come molle, menando fendenti a destra e manca. conquistiamo un dignitoso secondo banco, salvo venire sbeffeggiati quando la prima fila si trasferisce in blocco dietro all’ultima, pochi secondi prima che la prof faccia il suo ingresso: “bene bene, Tambu e Butthead, anche quest’anno in prima fila eh?”. O_O
Oggi sono stato fregato così. Anzi peggio, me la sono cercata. Ho fatto l’eroe, mi sono sacrificato sperando in una ricompensa più alta, ma non è arrivata. Punto il dito sulla mappa del tesoro vicino alla X rossa, “scacco”. “Spiacente ragazzo, non lo sai che i veri pirati le mappe le tengono in testa? la X rossa è uno specchietto per le allodole. scacco matto” e la partita è chiusa.
Sono rimasto col cerino in mano, mi sono bruciato e ora mi lamento pure.

Quando sono così incoerente proprio non mi sopporto…

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amarcord televisivo

Visti i post di Hardla e Spassky, ritengo sia carino aggiungere i miei primi ricordi televisivi, sebbene non sia mia intenzione trasformare il tutto in una catena di BloGGantonio 🙂

Cercherò di non ripetere nulla di quanto hanno già detto loro due.
I miei primi ricordi legati al magico scatolotto quadrato riguardano:

  • Il pupazzo Five e Marco Columbro, sebbene l’apice delle trasmissioni-contenitore sia stato raggiunto dal rosa peloso Uàn e da un tutt’ora insuperato, comicissimo e *VERO* Paolo Bonolis.
  • La stangona della pubblicità del rabarbaro Zucca. La sua postura a “Z” credo abbia segnato più d’una infanzia. (tant’evvero che sulle riviste di motociclismo di Giugno c’è la foto della nostra Z umana scattata al raduno di z-italia di cui vi ho parlato qualche post indietro 😛 ).
  • Terry Savalas e la pubblicità del Cinar, nonchè la “Milano da bere”.
  • I cartoni animati della “linea”, prima che diventasse testimonial della Lagostina.
  • I banana-split e la loro sigla sulle macchinine-autoscontro, oppure quando facevano roteare la coda a mò di borsetta di donna di strada 🙂
  • La sigla di Superclassifica Show (“supertelegattone… MIAAAAAAOOOO”) e il mio rimanere un po’ turbato per il disc-jockey con la faccia a “palla da discoteca” di cui non ho mai saputo l’identità; nè perchè passasse la linea a quel salamone imbalsamato di Maurizio Seimandi… ne sai più tu di musica, tienitela, la linea… 😉 FLA-FLA-FLASH-SH-SH-SH
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un set per la vita

Ti accorgi che sei definitivamente entrato nell’età adulta quando, per il tuo compleanno, i tuoi genitori stufi dei continui furti dal loro set di chiavi ti vogliono regalare una valigetta completa di tutte le serie di chiavi a cricchetto, dal 2 al 32, tutta la serie di chiavi Torque e la serie completa delle brugole per qualsiasi bullone esistente al mondo.

Te ne accorgi perchè… TU SEI CONTENTO!! 😛

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