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Category: internet

Personal Zeitgeist 2008

(le altre due puntate: 2006 e 2007)

le dieci keyword principali:
come costruire
tambu
come costruire una bomba
mi sono rotto il cazzo
come costruire una pistola
costruire bombe
costruire una pistola
costruire una bomba
redditi 2005
photocity

Nonostante tutto continuo a stupirmi per l’imponenza di queste keyword; la colpa è sicuramente mia che ai tempi ci giocai un pochino, convinto che prima o poi si sarebbero sgonfiate da sole, invece ancora oggi migliaia di visite arrivano qui in cerca di istruzioni per costruire qualsiasi cosa. Prima o poi devo decidermi a fare piazza pulita e deottimizzare quei post. redditi 2005 ha avuto il suo periodo di gloria ai primi di maggio, e sono stato in prima pagina giusto un paio di giorni, sufficienti a generare abbastanza traffico da entrare nella top ten. Su photocity ho scritto un solo post, peraltro in controtendenza con gli altri presenti sulla pagina dei risultati di ricerca, ma resisto in prima pagina nonostante la percentuale di visite nuove e l’alto tasso di rimbalzo. Misteri…

I cinque post più letti:
come costruire [qualsiasi arma]
come costruire una pistola
traslocare una linea fastweb
io mi sono rotto
installare wordpress su altervista

interessante notare come ci sia così tanta gente che trasloca e si porta dietro la linea fastweb, il titolo del post d’altronde è inequivocabile. Anche il post di servizio su altervista è un evergreen, eppure ormai gli hosting (anche quelli con l’installazione oneclick da pannello) sono alla portata di tutti, e ci sono tonnellate di istruzioni su come farsi un dominio proprio for dummies…

sorgenti di traffico:
google / organic
(direct) / (none)
images.google.it / referral
stellinorama.it / referral
alice / organic
google.com / referral
google.it / referral
yahoo / organic
msn / organic
live / organic

A parte mia moglie, tutti gli altri blogger sono oltre la decima posizione. Non ho più lo smalto di una volta per raccogliere link in giro 😀
Questo blog praticamente vive di motori di ricerca, stupefacente il risultato di alice, e di visite da aggregatori (direct e google reader)

curiosità e varie:
qualche burlone che gioca con gli user-agent dei browser 🙂
22. Commodore-vic 20 1 > 0,00%
23. God 1 > 0,00%

La frase più cercata sul motore interno è “Search this site”, cioè persone che premono il pulsante senza inserire nulla, seguita a ruota da… “come costruire”. Pazzesco!

Scende il numero di paesi del mondo che guardano queste pagine, solo 113 contro i 133 precedenti. Le visite extra-Italia sono il 5,59% del totale

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N. Moore st. 14, New York

Hook & Ladder

Google Earth ha rilasciato un imponente aggiornamento dei palazzi 3D presenti sui suoi server e relativi alla città di New York. Siccome per ora non ci posso andare fisicamente, mi sono accontentato di fare un giro sino a N. Moore street 14, a Manhattan 🙂

Se non capite cosa è dall’immagine (effettivamente la risoluzione della texture del palazzo è scarsina), potete cliccare qui 😀

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Un Google che funziona è un Google vincente

[questo post è l’ideale prosecuzione di “come Google fa approcciare ai suoi servizi“]

Ieri sera mi sono trovato online con alcuni amici per fare una cosa (un brainstorming sui generis, insomma bisognava tirare fuori un’idea). L’appuntamento era su MSN messenger (anzi, Live messenger come lo chiamano adesso). Poi ci siamo trasferiti su Skype, e poi avevamo bisogno di un supporto dove scrivere. Un servizio web adatto allo scopo è MindMeister, dove si possono comporre mappe mentali in modo collaborativo. L’amico manda l’invito, anonimo, alle nostre caselle di posta, ma il servizio non funziona, dà un errore di sistema. Un altro si accorge che registrandosi invece funziona, ma io e un terzo non possiamo registrarci perché il nostro indirizzo di posta è già presente nel sistema, è quello dove è arrivato l’invito ed è “bloccato” da questa azione. Tramite OpenID mi fa loggare, ma subito dopo vuole i miei dati, tra cui l’email, e ritorniamo al punto precedente.

Ed ecco la magia: il moderatore apre un foglio di calcolo di Google Docs, manda tre inviti che riceviamo all’istante, clicchiamo e siamo tutti dentro, in modalità collaborativa. Tutti possono scrivere, ognuno ha la sua colonna dove fare proposte, e in più c’è la chat di fianco. Chiuso MindMeister, chiuso Skype, chiuso Live messenger, nessuna registrazione (chi non ha un Google Account, oggi?), tutto funzionante senza bisogno di altro.

Poi potete dirmi quel che vi pare, ma a me servono cose, oggetti completi che funzionano alla prima e sono facili da usare; e questo Google mi da, e questo attingo da lui a piene mani.

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La morte di Twitter

Ciclicamente si legge di cosa potrebbe o dovrebbe uccidere Twitter. Un giorno sono i server ballerini, il giorno dopo il disinteresse, il giorno dopo ancora un nuovo servizio web. Ve lo dico io cosa ucciderà Twitter: la stramaledetta possibilità di inviare le cose immesse su FriendFeed (TUTTE le cose, non solo le cose “iniziate” su FF) anche su Twitter. Lo ucciderà perché tra poco su twitter non si capirà più una fava, e già oggi spesso la mia pagina è piena di messaggi della stessa persona che, dal mio punto di vista, parla da sola: postando cose nuove e rispondendo pubblicamente – con singoli messaggi – a discussioni spezzettate in corso su FriendFeed.

Prendetene coscienza e fate qualcosa, vi prego!

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Gravità Zero e addio libri

[EDIT 2, 30 ottobre: Anche a Luca non vanno giù i modi di fare degli autori del blog, per fortuna. intanto l’ottimo Antonio ha recuperato ieri la pagina e la pubblica sul suo blog, così anche voi potete rendervi conto della conversazione completa. E se volete, siete liberi di restare della vostra idea, ma almeno adesso non sembro più uno che parla da solo 🙂 ]

[EDIT GROSSO COME UNA CASA! ore 14:00 mi sono accorto solo ora che mancano un sacco di commenti!!! la discussione tra me e l’autore NON è integra, e mancano molti di commenti “di contorno” che ne specificavano meglio l’ambiente. Ad esempio i commenti di Luca Conti, che viene citato successivamente ma il cui commento è stato cancellato (si veda anche Antonio Tombolini). ]

Visto che non capite a cosa serva un blog e pretendete di infondere la scienza per osmosi, vi mostro io cosa fa un blogger mediamente normale quando durante una discussione qualcuno chiude i commenti come per dire “basta, che tanto dici solo cazzate”. Fa che scrive un post sul SUO blog, citando il post in questione, e continuando la discussione da solo, perché tanto lo sa che non verrà nessuno a confrontarsi in un luogo senza censure:

e allora ecco il mio commento all’ultimo di Massimo Auci:
“Se lei ritiene di non avere tempo di ripetere sempre le stesse cose, è perché non ha letto bene quel che avevamo da dirle io e gli altri commentatori, e non ha modificato di una virgola la sua posizione scriteriata. Che poi io non conosca la realtà della scuola ne potremmo anche discutere. Sicuramente come alunno la conosco meglio di lei, data l’età, ma di certo conosco meglio di lei il mondo tecnologico, ed è di questo che si parlava: si parlava di tecnologia per sostituire e migliorare i libri scolastici e migliorare l’esperienza-utente degli alunni. Si parlava di modernizzare il sistema scolastico anche grazie a ebook che presentano i vantaggi tipici delle cose digitali (aggiornabilità, leggerezza, multimedialità) e che lei continua a voler ridurre a cose analogiche tramite toner e stampanti. Non so, come se quando si parla di telefonini lei riducesse tutto ai vasetti di yoghurt col filo”

e per finire, vi dirò anche che il classico commento anonimo prima della chiusura della possibilità di intervenire è il classico tentativo disperato. Potevate evitarlo 🙂

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Sliding Doors

Ho intervistato per Appunti Digitali il professor Armando dell’Università di Genova, in merito alla notizia della falla scoperta nel protocollo di autenticazione e poi corretta dal motore di ricerca.

Mi è venuto in mente che io ho frequentato il primo anno di Ingegneria informatica nell’anno scolastico 95/96, e lui ha preso servizio proprio nel luglio 1995. Era il mio docente di esercitazioni di fondamenti di Informatica 🙂
Chissà, se non mi fossi ritirato subito… 😛

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Due post interessanti

Lunedì mattina dopo tre giorni a casa, la condizione ideale per la depressione-lavorativa. Però accendi il computer e trovi subito due post molto interessanti nell’aggregatore. E va bene che potevo leggermeli anche a casa, ma non si può avere tutto dalla vita no?

Andrea scrive un gran bel pezzo sul mondo che si vaporizza. Perché non approfittare della bassa probabilità (“ma comunque una possibilità c’è” cit. Scemo & più scemo) per tirare le somme di una vita? Nemmeno io se tornassi indietro cambierei qualcosa. C’è stato un momento della mia vita in cui mi sembrava di aver sbagliato tutto lo sbagliabile, ma le cose col tempo si sono aggiustate; un po’ per caso e un po’ perché ci ho messo del mio (per dire, nonostante la mia istruzione non ci tenevo affatto a diventare un triste ragioniere. Computer volevo e computer ho avuto, sebbene nel triste posto in cui mi trovo…). E poi, voglio dire, non ho ancora visto a quale genitore assomiglia di più mia figlia, il mondo non può finire questo mese, anche se se lo meriterebbe! [edit: no, questo concetto è sbagliato. Il mondo, poverino, non ha fatto niente se non ruotare intorno alla palla infuocata. Siamo noi – buona parte di noi – che dovremmo emigrare su Plutone] 🙂

Poi Marco fa una valutazione sugli utenti del suo blog, analisi che mi sembra di condividere. Sebbene possa sembrarvi strano, anche un patito come me delle statistiche non ha obiettivi sul proprio blog personale, ma non importa: questo spazio digitale si è ritagliato un ruolo nella mia vita e ci tengo molto. Non è questione di ego o simili, è che quando scrivo metto ordine nelle idee, e spesso ho la fortuna di conoscere e ascoltare i pareri di persone interessanti. L’ultima, ad esempio, quando ho chiesto consigli per il mio futuro sistema di backup. Forse dovrei veramente inventarmi qualcosa per premiare chi frequenta questo blog con assiduità o contribuisce attivamente, anche senza scrivere direttamente. Ci devo riflettere…

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W photocity


Visto che mi dite che sono lamentone, vi stupirò con un post di complimenti. E’ la terza volta che mi servo da photocity, ma ho deciso di eleggerlo a caso esemplare di ecommerce che funziona in Italia. Ho mandato 289 foto della Norvegia lunedì sera alle 23:44, comodamente da casa tramite il loro uploader (ma c’è anche l’applet java dal sito, oppure puoi fare un CD), l’ordine è stato processato ed evaso il 26 alle 12:38 – e un SMS e una mail quasi contemporanei mi hanno avvisato – e questa mattina alle 11.50 ho ricevuto il mio pacco, 36 ore esatte dopo e con le foto perfette (nonostante il viaggio con SDA)

Photocity logo

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