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La disastrosa sciagura della pioggia (o del nevischio) a Genova

Quando a Genova piove, si blocca tutto, è risaputo. Si blocca tutto al punto che si fa anche fatica a muoversi con lo scooter, tipo stamattina. Uno poi prenderebbe anche i mezzi pubblici, se solo ce ne fossero in numero sufficiente e se i vertici dell’AMT, l’Azienda Mobilità e Trasporti non fossero troppo presi a riempire tabelle cronometriche.

AMT è da sempre in rosso stellare, nonostante i tagli alle corse, al numero di mezzi, alle linee, ai costi di manutenzione. Ci sono sempre meno autobus, e sono sempre più pieni, e questo è logico. Quel che è meno logico sono gli inviti dell’amministrazione ad usare il bus; inviti espliciti o sotterfugi tipo impedire alle moto il transito sulle corsie gialle o progettare l’eliminazione di un mega parcheggio per moto per far posto ad uno a pagamento. Insomma, provano a farti prendere l’autobus, ma tu ogni volta che lo fai resti scottato.

Prendiamo oggi pomeriggio, ad esempio: in centro piove, inizia a nevischiare, e sulle alture mi dicono nevichi. Mi armo di pazienza ed intraprendo il viaggio. Salgo sul bus al capolinea e già vedo il film che mi attende: il bus arriva fino ai piedi della collina – annuncia l’autista – “poi spero per voi che ci sia una navetta”.

Vi prego di notare il virgolettato giornalistico, perché è una frase che ha ripetuto più volte. Come se in quel momento lui non fosse l’azienda stessa contro cui spera di aizzare la gente. Arriviamo alle pendici della collina, lo sventurato apre le porte per far scendere i passeggeri – che però non ne hanno la minima intenzione – e il bus viene invaso da un’orda di persone che aspettano al freddo da oltre un’ora un qualsiasi mezzo. Per scaldarsi un po’ minacciano l’autista, che è costretto a chiamare la rimessa – che dista poche centinaia di metri – per sapere a che punto è la navetta con le catene.

Ora, a Genova non nevica spesso, è vero; ultimamente si, ma comunque non vengono mai metri e metri di manto bianco. La tecnologia ha anche fatto dei passi avanti negli ultimi anni, non so se siete al corrente: ABS, ESP, gomme termiche, queste robe qui. Invece niente, due fiocchi di neve e tutto va in palla.
Ora vi spiego anche perché: uno dei problemi maggiori di AMT sono le tabelle del ritardo medio dei bus, che deve essere un parametro attraverso il quale essa viene valutata. Un amico autista mi diceva che i vertici aziendali, i francesi di Transdev, hanno imposto dei tempi di percorrenza che sarebbero impossibili anche per Will Smith in “io sono leggenda“. Che cosa accade quindi quando nevica? se l’autobus facesse la sua corsa regolare, ovvero arrivasse fino al capolinea e poi tornasse indietro, accumulerebbe dei ritardi biblici. Col giochetto della spola invece le corse vengono spezzate. Nel tratto “piano” dove piove si riescono a fare più corse, accumulando un ritardo tutto sommato accettabile, nel tratto collinare se ne fa una sola con un ritardo mostruoso. Facendo poi la media il ritardo totale del servizio non sarà così drammatico, e qualcuno potrà andare in televisione o dai giornalisti e dire “hey, di cosa vi lamentate? guardate questo foglio!”

Beh, ci lamentiamo del servizio, tanto per cominciare. Del fatto che ogni scusa è buona per mettere su il servizio di navette salva-faccia. E nevica, e nevischia, e FORSE nevicherà, e piove forte, e c’è il vento, e le foglie per terra, e il freno a mano tirato, e il bus è rimasto chiuso nell’autolavaggio…
Ci lamentiamo perché le vostre cazzo di tabelle cronometriche valgono più delle dita congelate di tante persone. Ci lamentiamo – beh non tutti 🙂 – perché coi vertici non parleremo mai e ci tocca insultare come cani gli autisti, che sono la vostra cannon fodder.

[a proposito, la cura del cliente: clicca un po’ qui e vedi che succede]

2 Comments

  1. alga alga

    non so, magari ti consolerebbe sapere che a torino quando piove è tutto intasato e ancor più quando nevica. eppure è una città del nord, no?
    e non parliamo di milano: da quando sono qui ho scoperto che quando piove forte (anche d’estate) i tombini straripano e la circonvalla diventa un lago, e forlanini è un mare (quasi come l’idroscalo).
    l’anno scorso a giugno, durante un temporale mi sembrava di essere mosè nel mar rosso, pensa te…
    un mese fa, durante la grande nevicata, i miei colleghi che stanno in città ci hanno messo quattro ore a tornare a casa (alla faccia della perfettissima moratti) e anche solo oggi, che ha fatto una spruzzatina, per arrivare in redaz ci hanno messo tre ore, con i mezzi pubblici (e parliamo di tragitti che si coprono normalmente in mezz’ora).

    che dire? tutto il mondo è paese?
    in italia le cose non funzionano?
    che ci vuole, in fondo, per organizzarsi?

    io nel mio piccolo mi sento sollevata, ché abito a cinque minuti a piedi dal lavoro (e questo privilegio lo pago carissimo, ma almeno è un problema in meno), però è una ben magra consolazione :-/

  2. Eppure fino a qualche anno fa nevicava tutti gli anni e il paese funzionava senza intoppi

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