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Month: January 2010

tredici ottavi di soldo di cacio

Caterina batterista

Ed ecco il pupazzetto alle prese con i primi colpi alla sua batteria Bontempi 🙂 Prima si inizia, prima si impara, si usa dire, no? sotto stretto controllo parentale, per evitare che si infili una bacchetta in un occhio, la piccola percuote con vigore le plastiche della batteria, e ogni tanto il piatto in dotazione. Per il pedale – dato che non si vuol sedere sullo sgabellino e suona da in piedi – bisognerà a spettare che sia in grado di gestire meglio l’equilibrio. Per il resto è quasi perfetta: al grido di “ONE TWO THE FOUR” lei batte il tempo con le bacchette, e poi inizia tempi improbabili che manco Portnoy saprebbe seguire 🙂

Ed ecco che invece noi siamo arrivati ai tredici mesi, e qua le cose si complicano: i progressi sono tanti e tali che faccio fatica a ricordarli tutti. Ma mi sono anche convinto che non ha poi molto senso elencarli, tanto alla fine sono cose che presto o tardi tutti i bambini fanno, ed è solo il vestito da genitore che ti fa pensare che “i suoi gesti” siano speciali. Però è così tenera… 🙂 ora siamo nel periodo affettuoso, si avvicina col suo passo traballante, ti tira i pantaloni per richiamare la tua attenzione, tende le braccia per essere presa e ti abbraccia posando la testa sulla spalla 🙂
Indica col dito dove devi dirigerti quando lei non è in grado di raggiungere da sola la meta, interagisce col gatto (che ormai tutti chiamiamo “nah” per empatia) ed ha anche iniziato con le angherie (ma io non c’entro, giuro!): mentre dorme in una scatola residuale del trasloco lei cerca di chiudercelo dentro 😛

Quindi è figlia mia, e non solo per la batteria 😀

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Vendere non è tutto (avrò il Nexus One)

Lo dico subito così siete contenti: a meno di cataclismi naturali, clausole vessatorie repentine o contratti capestro aggiunti al novantesmo, mi comprerò un Nexus One appena sarà possibile. E non perché non sia contento del mio HTC Magic, ma perché non sono contento del mio HTC Magic TIM.
L’ho comprato, convinto, appena disponibile, perché credevo nel ruolo di HTC, che fornisce il firmware del mio modello (quelli marchiati Vodafone montano il firmware fatto direttamente da Google). E in effetti HTC fa quel che deve fare in quasi tutti i paesi del mondo: aggiorna i suoi firmware. Magari salta una versione, magari lo fa in ritardo, ma lo fa. In Italia invece no: il Dream è fermo ad una versione preistorica di Android, il Magic pare farà la stessa fine, è l’accusato è sempre e solo TIM.

Ora, il fatto saliente è questo: non sarò un Dio dell’hacking, ma so leggere cinque guide, capire quali sono buone e quali no e so seguire le istruzioni passo-passo: a montare una ROM non ufficiale (magari la famosa CyanogenMod) ci metto un paio d’ore, a star tranquillo. Epperò non ne ho voglia, non ne ho più tanta voglia. Non ho più 15 anni e il tempo di passare una nottata a capire perché un driver non si caricava o a settare gli IRQ della scheda audio per far partire un gioco. Non ho voglia di infilarmi in un gorgo che mi porta via tempo, voglio semplicemente un telefonino da pigri: lo usi e ogni tanto compare il messaggio “c’è una nuova versione, la installo?” (che poi è esattamente quel che fa da sempre Google: mica ti chiedono di configurare nulla – vabeh, il minimo necessario – ti dicono di usare i prodotti e basta. Pensate un po’ se rilasciassero Gmail 3 ma il vostro fornitore di connessione a internet vi costringesse a usare sempre la 2!! ). Ho già un lavoro, un’attività in proprio, una famiglia e altri interessi per dovermi anche preoccupare di aggiornare il telefono.

La TIM ha già sbagliato una volta con il Dream, ho voluto provare a dare fiducia e ho sbagliato. Mi secca che l’ho consigliato a tante persone che si fidano dei miei giudizi, anche se spero che per loro il problema non sia così grosso… e a dirla tutta non ce l’ho nemmeno solo con TIM, ce l’ho anche con – tanto per dirne un’altra – Mio Technology, produttrice del navigatore C710 che non gode di nessun aggiornamento ufficiale del software e delle mappe. La cosa buffa è che continuano a sfornare prodotti di alta qualità, e continua a restare una marca da compare, ma la cosa mi manda ugualmente in bestia. Non puoi fregartene così tanto dei tuoi clienti.

Se è vero che il consumismo si basa sul ricambio dei prodotti, e se è vero che gli oggetti di oggi sono fatti per durare meno di quelli del passato (ed è vero, purtroppo), mi sembrerebbe evidente che il tuo obiettivo dovrebbe essere sia vendere sia tenerti buono il cliente, che sennò la prossima volta non compra e non ti fa comprare.

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