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Il mio pessimo inglese parlato

Ieri sera un ragazzo inglese, in un parcheggio di Arenzano, mi ha chiesto “Via Aurelia. Camping”.
Io non so dove sia un camping ad Arenzano sulla via Aurelia, semmai lo trovo col telefonino, ma so dove sia la via Aurelia (era a 20 metri da dove ci trovavamo). Oltre che indicare col dito e dire “that’s Via Aurelia” – cosa che ho fatto – volevo essere gentile e dargli indicazioni più precise per arrivare a questo campeggio, o almeno fargli capire che avrebbe quantomeno dovuto superare tutto il centro abitato.

Niente. Buio totale. Devo prendere atto che così, di punto in bianco e senza un’adeguata preparazione mentale, non sono capace di spiccicare due semplici frasi in inglese. Sembro un idiota e faccio apparire sorrisi di compassione sul povero straniero.

Il mio rapporto con l’inglese è monodirezionale. Lo capisco quasi alla perfezione, lo traduco in italiano molto bene, ma nel senso inverso ho qualche problema a scriverlo, mente sono completamente inetto a parlarlo.
Altro che “andare a vivere in scandinavia” 🙁

11 Comments

  1. alga alga

    maddai, è che ti eri emozionato 😉

  2. Tranquillo.. non sei solo ad avere questo problema 😀
    Vado un po’ a giorni con l’inglese parlato.. lol

  3. A me capita col francese. Credo però sia solo questione di abitudine; bisognerebbe trovarsi dei madrelingua con cui fare lunghe conversazioni quotidiane.

  4. alberto alberto

    Idem per me
    leggo senza problemi e lo traduco, ma parlare c’e da mettersi le mani nei capelli…
    Inglese non lo ho mai studiato a scuola ma ho imparato leggendo ascoltando e traducendo… ma manca l’esercizio nel parlare e ascoltare ( ci metto almeno 10 minuti i prima di abituarmi alla lingua diversa )…

    w l’italia e gli itagliani 🙂

  5. no, io a scuola l’ho fatto, e sin dalle elementari. Ma come quasi tutte le cose scolastiche, è molto teorica e poco pratica. OK, il present perfect continous, ma a che mi serve se poi non so spiegare una strada? 🙂

  6. Penso sia normale per chi non lo parla correntemente… a me capita di lavorare con molti fornitori stranieri (tedeschi, cinesi, norvegesi) e appena arrivano e iniziano a parlare in inglese (la lingua franca per eccellenza) mi sento spiazzato, non so che dire e ci metto una vita a dire una frase… ma passata una giornata il mio inglese è molto più fluente e così per i giorni successivi, migliorando sempre più. Anzi a volte capita che mi esprimo in inglese anche quando dovrei parlare italiano talmente sono immerso. Quando poi questa gente se ne va, mi dispiace perché so che per un bel po’ non avrò più modo di parlare/imparare inglese.
    Credo, inoltre, che se in Italia non avessimo il doppiaggio dei film americani (come di fatto avviene in scandinavia), il nostro inglese sarebbe nettamente migliore.

  7. non mi dire niente! ho fatto un sacco di corsi, oltre ad averlo studiato alle elementari, e otto anni fa ho fatto un viaggio da sola in egitto parlando esclusivamente in inglese (così tanto che dopo venti giorni pensavo in inglese). oggi non sono in grado di spiccicare una frase che vada oltre la matita è sul tavolo. e col francese, che ho studiato per molto più tempo, non va per niente meglio.
    oggettivamente ci sono persone che non sono portate per le lingue straniere :/

  8. Per come la vedo io, il fatto di usarlo quotidianamente (l’inglese, ma penso si possa applicare a una qualsiasi lingua straniera o a una qualsiasi “attivita` intellettuale”) e` l’unica vera discriminante che puo` aiutare a raggiungere un buon livello… Certo e` che tu sei anche piuttosto esigente con te stesso… sarei curioso di sentire quello che hai *davvero* detto, per vedere se era cosi` tremendo…

    Antonio: il nostro inglese migliorerebbe tantissimo dal punto di vista della comprensione e del vocabolario, che si arricchirebbe di una quantita` di parole anche non proprio quotidiane… (e io vorrei tanto che si facesse… Per fortuna ogni tanto scarico mi reco negli appositi negozi e acquisto dei film in lingua originale…) Purtroppo rimarrebe lo scoglio del parlarlo… A meno che non vogliamo fare come mia nonna e rispondere agli attori! 🙂

  9. Purtroppo siam figli della nostra ignavia e cresciamo nell’ignoranza di varie cose … come l’italiano ignori e viva il suo rapporto con la lingua inglese è a tratti terrificante, drammatico come diceva Verdone in una sua intervista recentemente.

    Io son “pronto” di questi tempi grazie al fatto di avere un collega svizzero, che per anni ha lavorato a San Francisco e che quindi mi parla in un misto di italiota, tedesco e inglese … ed io con lui uso quanto più spesso posso l’inglese e mi faccio cazziare se dico parole sbagliate o le pronuncio male.

    Un metodo ottimo, a mio avviso, sarebbe quello di perdere la comodità di vedere film e telefilm doppiati e sentirli in lingua originale, con i sottotitoli, così come vien fatto in mezza Europa del nord in modo tale da acquisire quel vocabolario e quella “musicalità” propria di ciascuna lingua …

    Certo, capire alcune serie TV lo vedo ostico, ma dal prossimo inverno penso proprio che comincerò a farlo … e poi ti dico 😛

  10. come dicevamo sopra, a meno di non parlare con la TV, i film in lingua originale non risolvono il problema dell’esprimersi. Cmq si, penso che stavolta inizierò sul serio con i sottotitoli

  11. Simo Simo

    Che bello, mi sono ritrovato in questo post e in alcuni commenti. 🙂

    Anch’io ho studiato l’inglese per conto mio e la pronuncia non l’ho sicuramente perfezionata. Per cui, ora che lavoro ad uno sportello pubblico, soprattutto nel periodo estivo, mi capita a volte di avere a che fare con turisti che chiedono indicazioni.

    Ed ecco che ho l’occasione di sfoggiare il mio inglese: “iu ev tu go streit den tern left end den go daun…” 😀

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