[questo post è l’ideale prosecuzione di “come Google fa approcciare ai suoi servizi“]
Ieri sera mi sono trovato online con alcuni amici per fare una cosa (un brainstorming sui generis, insomma bisognava tirare fuori un’idea). L’appuntamento era su MSN messenger (anzi, Live messenger come lo chiamano adesso). Poi ci siamo trasferiti su Skype, e poi avevamo bisogno di un supporto dove scrivere. Un servizio web adatto allo scopo è MindMeister, dove si possono comporre mappe mentali in modo collaborativo. L’amico manda l’invito, anonimo, alle nostre caselle di posta, ma il servizio non funziona, dà un errore di sistema. Un altro si accorge che registrandosi invece funziona, ma io e un terzo non possiamo registrarci perché il nostro indirizzo di posta è già presente nel sistema, è quello dove è arrivato l’invito ed è “bloccato” da questa azione. Tramite OpenID mi fa loggare, ma subito dopo vuole i miei dati, tra cui l’email, e ritorniamo al punto precedente.
Ed ecco la magia: il moderatore apre un foglio di calcolo di Google Docs, manda tre inviti che riceviamo all’istante, clicchiamo e siamo tutti dentro, in modalità collaborativa. Tutti possono scrivere, ognuno ha la sua colonna dove fare proposte, e in più c’è la chat di fianco. Chiuso MindMeister, chiuso Skype, chiuso Live messenger, nessuna registrazione (chi non ha un Google Account, oggi?), tutto funzionante senza bisogno di altro.
Poi potete dirmi quel che vi pare, ma a me servono cose, oggetti completi che funzionano alla prima e sono facili da usare; e questo Google mi da, e questo attingo da lui a piene mani.
11 Comments