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L’uomo più spietato della storia

Nel libro che sto leggendo in questo periodo – Lo stagno di fuoco, di cui prima o poi spero di farvi una recensione – ad un certo punto all’Inferno cercano l’uomo più spietato della storia. Tal Jeremy Ardek, che nei passaggi condensati qui sotto (in realtà sono molte pagine) spiega al demone Ottaviano come ha distrutto milioni di vite:

“E ora dimmi, Ottaviano, hai la più vaga idea di come si compri, mettiamo, la Union Pacific?”
“Io… No, non credo.”
“Col 51%. Il 51% delle azioni. Poi è tua, dico, nessuno ti dirà niente. Puoi farci quello che vuoi. Allora, poniamo che un giorno decida di comprarla. Vai in borsa e chiedi: quanto costa il 51% della Union Pacific? quelli sparano una cifra assurda – fai 100 miliardi di dollari – e allora vai a chiedere i soldi a tutti quelli che conosci e – miracolo! – te li danno. che fai?”
“non lo so”
“vai in borsa, naturalmente. E la compri. La Union pacific è tua, ora. Sei un Dio. Peccato, però, che l’altra tua ditta, la Octaviano S.p.A., abbia un debito di 100 miliardi. Che fai?”
“non lo…”
“no, non rispondere. Quel che fai è comandare alla Union Pacific di comprare la Octaviano S.p.A. È una palla al piede, chi dice di no, ma ora sei capo, qui, e nessuno può dirti niente. Così la inglobi e dividi tuo debito con gli azionisti. È un momento delicato, questo. La Union Pacific si è indebolita e devi rimetterla in piedi. Che fai?”
silenzio.
“La fai a fette.”
[…]
Alla fine del decennio Ardek possiede il 51% del 51% del 51% del 51% del 51% del 51% di 446 imprese. Il che vuol dire che detiene in realtà poco più dell’1% delle loro azioni, ma che virtualmente le può comandare a piacere, senza che nessuno sappia cosa stia facendo o chi sia. È impossibile risalire a lui, anche volendo.[…]Nel 1882 controlla 11.568 imprese, grandi e piccole, e nel 1883 influisce direttamente su di un terzo del mercato azionario.
[…]
Il meccanismo di base è quello che permette di vendere azioni, materie prime o valuta senza possederne. Vende, per esempio, le sole azioni della Cleveland Steel impegnandosi a consegnarle entro tre giorni. Non lo fa lui, di persona, ma centinaia – a volte migliaia – di industrie diverse. Nessuna di quelle industrie possiede davvero una di quelle azioni, ma immediatamente tutta la borsa, da ogni parte, urla al fallimento della Cleveland Steel. Il fatto stesso che tanti vendano porta tutti a venderle. In un niente e le azioni crollano a 1/7 del loro valore. È allora che Ardek che le fa rastrellare e le consegna, puntuale. Di fatto le ha vendute a 30 dollari e le ha pagate quattro. In tre giorni ha divorato la Cleveland Steel e nessuno sa dove sia finita.

Se mai dovessero farne un film, la sua parte sarà contesa tra due italianissimi maghi dell’alta finanza:
http://it.wikipedia.org/wiki/Telecom
A partire dal febbraio 1999 la Olivetti attraverso la Tecnost di Roberto Colaninno lanciarono una offerta pubblica d’acquisto e scambio riuscendo ad ottenere in giugno il controllo della Telecom, con una quota del 51,02%. La somma con cui finanzia la scalata, complessivamente 61.000 miliardi di lire, Tecnost li riceve in prestito direttamente dalle banche e con obbligazioni della controllata Tecnost che emette anche nuove azioni per oltre 37mila miliardi. Successivamente Tecnost viene fusa con Olivetti per accorciare la catena di controllo

All’inizio del 2001 il gruppo Olivetti-Telecom è in grandi difficoltà e Colaninno, Gnutti e i loro soci sono costretti a passare la mano. Dopo diverse trattative viene trovato un accordo con Tronchetti Provera e Benetton. Per il 23% della Olivetti i nuovi proprietari di Telecom Italia pagano 4,175 Euro per azione, una cifra enorme considerando che le Olivetti quotavano solo 2,25 Euro.
Dal luglio 2001 Telecom è controllata dalla finanziaria Olimpia, partecipazione di Pirelli (al 60%), Edizione Holding dei Benetton, Banca Intesa e Unicredito, a cui in seguito si è aggiunta Hopa, la holding bresciana di Gnutti.
Per accorciare la catena di controllo viene decisa, nel 2003, la fusione della controllante Olivetti con Telecom Italia.

tronchetti-belzebù-colaninno

6 Comments

  1. Bel post, Beppe!

    😉

  2. La parte del libro è fighissima, per quanto riguarda telecom-olivetti sn totalmente ignorante!

  3. non è difficile: prima c’era questa catena: Olivetti-Tecnost e Telecom. Colaninno indebita Tecnost per fagli comprare il 51% di Telecom, poi la fonde con Olivetti (e ne eredita il debito).

    Poi Tronchetti compra Olivetti e la fonde con Telecom (e gli accolla il debito) 🙂

  4. Ok… e ora, il prossimo passo? Telecom compra Tecnost? 😀

  5. ok, è più difficile di quanto pensassi, evidentemente 🙂

    Tecnost non esiste più, s’è fusa con Olivetti, che poi s’è fusa con Telecom. Il prossimo passo sarebbe fondere Telecom con Olimpia, se proprio si dovesse fare qualcosa. Anche se nessuno vede perché 😀

  6. […] Bel post di tambu che parla di finanza, quella cosa delirante in cui girano un sacco di non-soldi, di possesso virtuale e di capitali che non ci sono ma un giorno o l’altro finiscono da qualche parte. […]

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