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barcamp. situazione.

Al Barcamp di Torino siamo arrivati a 160 iscritti. non si è ancora capito se è un bene o un male, anche se mi dicono che con 3 sale a disposizione si dovrebbe riuscire a fare tutto.

La prima regola del barcamp è: non si parla del barcamptutti ascoltano, tutti parlano.
Questa regola è già stata disattesa al Bzaarcamp, dato il numero elevato di partecipanti, e lo sarà in modo ancora più evidente a Torino. Posso anche chiudere un occhio, purché non restino dei vuoti. E fino qua…

Poi vennero i buoni pasto e la registrazione all’ingresso. sebbene mi puzzino già un pochino di più, posso anche capire che ci sia buona fede (soprattutto il catering equo-solidale) e vabbeh.

Ora vengo a scoprire da Lele che bisogna iscriversi agli interventi. eh no, non mi va. non ci sto proprio.

Se la differenza da una conferenza tradizionale è solo che si organizza via rete, allora non ha più senso chiamarla barcamp. Non è nemmeno l’unica che si crea e gestisce interamente via rete.

15 Comments

  1. Io l’iscrizione l’ho interpretata come una cosa di massima, e in effetti non mi sono iscritto a nessun intervento. Il bello del Barcamp è che decidi al momento cosa vedere, non ho intenzione di decidere prima. Invece per l’eatcamp ci sono stato, il menu mi sembra ottimo e il prezzo è onesto.

  2. Non ho intenzione di iscrivermi ad alcunché. Nel caso ci mettiamo in cerchio ed il Barcamp ce lo facciamo da soli.

  3. anche io l’avevo interpretata come una cosa di massima, ma andando avanti mi pare che la burocraticizzazione aumenti…
    sia chiaro, io sono il primo che si lamenta se una cosa è organizzata male… ma una cosa che nasce dal basso, fatta da molti per molti (e peraltro con alle spalle già un’esperienza positiva come quella di Milano fatta senza tante menate) me l’aspetto diversa, e sono disposto a chiudere un occhio se non è proprio tutto un orologio svizzero 🙂

  4. Forse era inevitabile immaginare che si evolvesse in qualcosa di più strutturato e meno spontaneo…

  5. Torniamo nel mio caruggio: 160 persone sono tante. Ho sentito Valdemarin che parlava di Barcamp americani da 250 persone, ma secondo me erano spalmati su più giorni. Le discussioni interessanti sono sempre quelle spontanee, a cena, nei capannelli ecc ecc.
    Sono fiducioso, però. Tutte le volte che ho visto bloggers radunati in un posto, la cosa si autoregolata benissimo.

  6. Sono fiducioso; gli organizzatori forse adesso stanno un po’ cercando il pelo nell’uovo, ma in linea di massima non dovremmo discostarci troppo da quanto accaduto a Milano. Io sono preoccupato per un altro motivo: su 161 iscritti ho visto solo 15 donne. Che la blogsfera sia un ambiente prettamente maschile? Non direi, eppure… evidentemente le donne utilizzano il blog come un semplice diario, i maschietti invece…

  7. Giorgio Giorgio

    Una domanda mi sorge spontanea: “Ma cosa é un barcamp?”

  8. vabeh, allora ripartiamo dalle basi 🙂

    "Che cosa è il Barcamp ?

    La definizione originale: A BarCamp is an ad-hoc gathering born from the desire for people to share and learn in an open environment. It is an intense event with discussions, demos, and interaction from participants."

  9. Anch’io sono contro l’iscrizione, anche perché avrebbe senso solo se ci fossero già gli orari. Restiamo anarchici, pliz, a Milano è filato tutto liscio!

  10. arrivo a leggervi solo adesso 🙁

    Avendo a disposizione tre sale esiste la possibilità ( possibilità != costrizione ) di gestire tre sessioni contemporenee.

    Ci è quindi venuto in mente di chiedere quali interventi potrebbero essere i più partecipati, per gestire al meglio gli spazi disponibili ed evitare di mettereli in contemporanea.

    Effettivamente la parola iscrizione è fuorviante, perchè in realtà NON E’ ASSOLUTAMENTE un iscrizione ( ognuno farà quello che riterrà … ), ma un’indicazione “di preferenza” per evitare di trovarsi a scegliere a quale intervento partecipare.

    Qualunque idea o proposta è sempre ben accetta, anzi vi ringrazio per queste osservazioni che spero ci aiuteranno a migliorare la comunicazione ed evitare equivoci.

    Per quanto riguarda la scelta catering, che è assolutamente facoltativa, l’idea è nata in considerazione della zona “poco” supportata dei ristoranti e bar. ( dei pochi nei paraggi si cercherà di fornire una cartina )

    Abbiano anche cercato degli sponsor anche per il pranzo (vedi gruppo di discussione) che però ci hanno dato pacco; quella proposta è l’alternativa che ci è sembrata più accettabile, favorendo un ulteriore momento di aggregazione (cosa c’è di meglio del cibo ??? )

    Per il momento gli sponsor ci pagano: magliette, badge+cordino e coffeecamp, ma se qualcuno che ci legge avesse qualche idea o “soldino” da devolvere alla causa …

  11. Giorgio Giorgio

    share and learn what?????? Mi pare leggermente generico

  12. ti faccio la metafora musicale: un barcamp è una jam session tra sconosciuti 🙂

    al barcamp si parla di quel che si vuole. l’argomento tecnologico di solito è preminente, ma non è detto… se dai un occhio agli interventi proposti puoi farti un’idea.

  13. Giorgio Giorgio

    Boh, facciamo che me lo spieghi poi di persona perché l’idea che mi sono fatto attualmente é quella di un consiglio di istituto del mio liceo allargato al mondo.

  14. Danilo Paissan » Blog Archive » BarcampTurin/2 Danilo Paissan » Blog Archive » BarcampTurin/2

    […] BarcampTurin/2 Qualche giorno fa Tambu richiamava, giustamente, l’attenzione sul fatto che l’organizzazione del barcamp di Torino del 2 dicembre sembrava stesse prendendo una piega un po’ troppo da “conference” classica, perdendo così quella formula originale che aveva garantito il successo delle edizioni precedenti. […]

  15. Saluti a tutti
    mi scuso se intevengo solo ora su questi temi ma nei giorni precedenti sono rimasto molto impegnato in altre cose

    Riprendo e amplio lo scritto di Maurizio: non so se abbiamo sbagliato ma nella nostra modesta ricerca di trovare un modo per offrire a tutti i presenti al barcamp torinese una disorganizzazione organizzata ovvero anche un modo di mangiare (eatcamp) di prendersi un caffe ecc … abbiamo avuto la necessita di richiedere l’interesse o meno per gli itnerventi per una ragione semplice avendo sale di dimensione diversa abbiamo postulato di mettere nelle sale piu’ grandi gli interventi per cui si era dimostrato maggiore interesse.

    Nessuno e’ obbligato a faren nulla: noi si propone …

    Abbiamo agito sempre per offrire un servizio alle persone e non per irregimentarle
    in buona fede e con molta buona fede … buona fede ed entusiasmo che leggo nelle vostre parole …

    saluti e arrivederci a Torino
    VP

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